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Luglio-Agosto/2005 - La 'nera' al microscopio
L'opinione dell'avvocato Nino Marazzita
Lo stupro non ha classi sociali
di intervista a cura di Paolo Andruccioli

Voler attribuire questo crimine odioso
solo ai ceti poveri o emarginati
è un grave errore di valutazione


Si è tornato a parlare di stupri e violenze per i casi che sono accaduti in varie città italiane. Secondo lei è un fenomeno stagionale, come è successo altre volte, o c’è un qualcosa di più.
I casi di stupro, purtroppo, sono frequenti, purtroppo hanno una loro cadenza ed è uno dei reati che non è stato ancora completamente debellato, come qualche volta capita nella storia della criminologia.
Io credo però che il motivo per cui in questo momento abbiano un risalto particolare è dovuto ad una specie di querelle che affronta la classe politica nella quale alcuni esponenti di governo tendono ad esaltare questi fenomeni di stupro attraverso un ragionamento abbastanza subdolo (dico subdolo, ma non vorrei essere così drastico). La perversità di questo ragionamento sta nell’indicare all’opinione pubblica il reato di stupro abbinandolo agli extracomunitari, come se il reato di stupro fosse un reato commesso soltanto da questi “stranieri”.
Questo si verifica anche per le rapine, per quelle in villa, per gli omicidi a scopo di rapina, ecc.. Devo dire che se poi uno deve affrontare pacatamente questi problemi che sono molto gravi, le statistiche ci dicono che l’identikit dello stupratore ci rende edotti che non è né appartenente alle classi sociali più povere, né alle classi sociali più ricche ma a tutti i ceti.
La maggior parte degli stupri avvengono con protagonisti italiani, molti avvengono all’interno delle famiglie. Quindi tra i vari identikit dello stupratore c’è anche quello del cosiddetto “buon padre di famiglia” che esce la mattina con la cravatta magari dopo aver violentato la figlia minore o la nipote o la vicina di casa.
Quindi devo dire che la particolare eco che si ha in queste vicende è dovuta a continue dichiarazioni di politici, in modo particolare della Lega, che tendono a lanciare messaggi di preoccupazione e quindi di irrigidimento delle pene, di aumento delle pene, ad una parte politica ben precisa che è il loro elettorato.
Anche in questo fenomeno, si inserisce la cosiddetta reiterazione del fatto che fa sempre notizia. Per esempio le madri che uccidono i bambini non sono un fatto, purtroppo, così raro. E’ un fenomeno che fa parte della storia del mondo. Soltanto che, se c’è un processo per omicidio così barbaro, come può essere quello di un figlio, (leggi Cogne) assume un tale rilievo mediatico, manda in fibrillazione l’Italia, per cui se poi si verificano casi simili, vengono subito riportati con enfasi nella cronaca giudiziaria. Quindi c’è anche questa “attrazione” sulla ripetitività del fenomeno.
Tornando allo stupro, credo che ci siano delle dichiarazioni di alcuni esponenti delle Istituzioni, quelli in modo particolare, che appartengono alla fascia media, che tendono a dare all’opinione pubblica la percezione di un pericolo imminente, che viene dagli immigrati clandestini, che è un messaggio che evidentemente asseconda una certa tendenza dell’elettorato padano.
Credo che questo sia un danno. Credo che l’opinione pubblica vada informata con equità ed equilibrio. Quando i fenomeni criminali sono fenomeni gravi ancora di più c’è bisogno di una proposizione di questi fenomeni a livello mediatico, ma soprattutto dovrebbe essere a livello politico, molto pacato, molto serio, molto razionale perché i problemi non vanno enunciati per scopi demagogici, ma vanno affrontati in chiave giornalistica. E’ il Parlamento che è deputato ad affrontare questo tipo di problemi in una chiave di serietà scientifica, di contrappesi intelligenti per poter arginare, se non addirittura fermare, il fenomeno.
Quindi la risposta che ha dato il ministro Pisanu sembra abbastanza equilibrata, quando ha detto che non bisogna colpevolizzare tutti gli immigrati.
Certo, non colpevolizziamo tutti gli immigrati, ma cerchiamo di arginare il fenomeno della clandestinità. Questo mi sembra giusto e razionale. Ma la prova che Pisanu abbia voluto fare da contrappeso alle dichiarazioni del ministro Calderoni, e anche di altri importanti esponenti della Lega, questo è significativo: all’interno del governo, il ministro dell’Interno, colui che sta al vertice dell’ordine pubblico, che comanda le Forze di polizia, proprio lui ha sentito il bisogno di dire una parola di serenità, di equilibrio, di rassicurazione alla gente.
Secondo il mio giudizio, questo fenomeno è amplificato dalla stampa in modo eccessivo. Credo che bisogna sfatare due luoghi comuni di questi ultimi anni.
Il primo che criminalità è uguale a immigrato, ad extracomunitari; il secondo che delitti, particolarmente odiosi come quello dello stupro, siano fenomeni legati alla povertà, alla modesta estrazione. Ripeto, l’identikit dello stupratore riguarda tutte le fasce sociali, le fasce economiche, le fasce culturali.
Lo stupratore si trova dovunque. Questo è l’identikit di tanti casi, centinaia e centinaia di casi che si sono verificati in questi ultimi tempi, dal buon padre di famiglia che violenta la figlia, all’impiegato modello che violenta la collega, al vicino di casa, che entra subdolamente nella casa della vicina. Mi riferisco ad un episodio di questi giorni, in un paese del Nord, un signore cosiddetto “perbene” si è accorto che una ragazzina di tredici anni era stata lasciata sola dai propri genitori è entrato in quella casa ed ha tentato di violentare questa bambina. Per fortuna non c’è riuscito perché la bambina è stata molto abile ed è scappata.

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