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Settembre-Ottobre/2014 - Mondo Poliziotto
Sindacato
Le vittorie del Silp-Cgil
di a cura della Segreteria nazionale Silp Cgil

Niente blocco sulle retribuzioni nel 2015, riorganizzazione
delle Polizie e uno “sciopero” che non è più un tabù

Il 7 ottobre Palazzo Chigi c'è stato l'incontro tra le rappresentanze del comparto sicurezza difesa e soccorso pubblico e governo.
C'erano Renzi, Alfano, Pinotti, Orlando, Madia. Per le rappresentanze c'erano gli 8 segretari generali dei sindacati, 21 rappresentanti dei Cocer più i rappresentanti delle federazioni confederali e non.
IL RISULTATO. Il governo dal 2015 renderà strutturale lo sblocco del tetto salariale: in sostanza sarà portato in alto secondo spettanza lo stipendio a quanti sono stati promossi senza adeguamento stipendiale o hanno maturato assegni di funzione.
Questo sarà fatto con la Legge di Stabilità.
La novità è che il governo sta lavorando per anticipare lo sblocco già da dicembre, e questo riguarderà due mensilità (dicembre e tredicesima). Per questo occorrerà un decreto.
IMPRESSIONI. Il governo ci è parso disorientato da tanta compattezza perché fino all'ultimo erano presenti elementi divisivi che sono stato agitati per rompere un fronte compatto. Ma abbiamo tenuto duro e il 94% delle rappresentanze non si è disunito.
I fondi, in assenza di certezze del governo, si ipotizza siano stati reperiti per il 2014 da fondo perequativo (previsto dalla legge di stabilità 2014) da fondi di amministrazione e da carriere -cose non più all'ordine del giorno e raffazzonata con fondi insufficienti-, quindi meglio che rientrino sulle nostre retribuzioni.
Ricordiamo che un intervento sulle retribuzioni giova anche alla contribuzione e quindi ai fini pensionistici.
La nostra azione, che non ha risposto alle provocazioni (eravamo stati definiti "indecorosi" da presidente, in tv) è stata efficace e non ha mai ceduto a reazioni scomposte o giudizi affrettati ma è sempre rimasta ferma al merito delle questioni.
Sullo sciopero abbiamo chiarito, ma ci era parsa incredibile questa marcia indecisa del governo, con annunci e poi smentite sul blocco anche per il 2015, che per noi sarebbe stato davvero inaccettabile.
VALUTAZIONE. Sicuramente positiva perché nel momento in cui per il resto del pubblico impiego nulla è scontato, la nostra specificità è stata portata avanti con forza. Ma questo è per noi solo il primo passo perché puntiamo al rinnovo del contratto (l'ultimo è del 2007!), alle libertà sindacali e ad una riorganizzazione delle forze di polizia.
Il presidente del Consiglio ha provato a rilanciare sull'unificazione ma arriva secondo: per noi questa è una battaglia sacrosanta, un tema fondamentale che ci identifica già dal congresso, una necessità che parte dal cittadino e che metta insieme necessità di sicurezza, cultura della legalità con adeguati livelli di retribuzioni e qualità del lavoro.

L'antefatto

STIPENDI POLIZIA, DIFESA
E SOCCORSO PUBBLICO
A fine settembre il Viminale aveva annunciato che la soluzione era vicina, che i soldi sono stati trovati per scongiurare un nuovo blocco del tetto salariale imposto dal DL 78/2010 e reiterato per il 2014. Ma c'è stato un duro lavoro del Silp Cgil e delle altre rappresentanze del Comparto, in rappresentanza del 94% delle donne e degli uomini in divisa, dopo il nostro annuncio del 4 settembre nel quale si proclamava lo sciopero.
Abbiamo preferito mantenere il punto e aprire al dialogo nei momenti giusti, perché a noi interessa il risultato, la gratificazione almeno economica per i lavoratori e le lavoratrici scongiurando un nuovo sblocco dei tetti salariali.
Ripercorrendo alcuni momenti significativi:
- 17 settembre
Il governo si è mostrato davvero allarmato per la nostra durissima posizione. Tutti i sindacati di polizia (eccetto il Sap) e tutte le rappresentanze del Comparto (eccetto la Consulta, in tutto il 6%) hanno mantenuto una posizione coerente e compatta. Abbiamo già avuto modo di spiegare come gli annunci su un nuovo blocco per il 2015 fosse per noi inaccettabile.
Si riunivano con il sottosegretario Luca Lotti i ministri Alfano, Pinotti, Orlando e Padoan. Parallelamente, sindacati e Cocer erano riuniti per seguire ogni sviluppo. Abbiamo lanciato un comunicato precisando chi è legittimato a scioperare (soccorso pubblico e forestali) e che ogni forma di protesta sarebbe stata improntata alla legalità, ma che noi non avremmo arretrato.
Dal governo sono arrivati segnali distensivi tanto che in serata dal Viminale è giunto l'annuncio che la soluzione era vicina, che la riunione sarebbe andata molto bene e che sarebbe stato trovato il miliardo che dal 2015 consentirà di riprendere con gli adeguamenti economici per le promozioni e con gli automatismi. Soldi provenienti dalle amministrazioni, dal fondo perequativo, c'è chi dice dal FuG, e dal ministero delle Finanze.
- Gli incontri con le forze politiche
Il 16 settembre abbiamo incontrato il Mov5S. Incontro lungo nel quale il vice presidente della Camera Di Maio ha esposto un programma per il nostro comparto, di riorganizzazione e di finanziamento partendo dalla tassazione del gioco d'azzardo. Erano punti espressi schematicamente. Noi del Silp Cgil abbiamo dato la disponibilità nel dare il nostro punto di vista quando compiutamente vedremo un progetto, ma abbiamo riportato l'attenzione su due questioni, quelle all'ordine del giorno: se il M5S sostiene il comparto, dovrà impegnarsi per scongiurare un nuovo blocco; come prevede la legge, sindacati e Cocer dovranno essere sentiti in occasione della predisposizione della Legge di Stabilità, cosa che negli ultimi anni non è accaduta.
Il 15 settembre abbiamo incontrato NCD, nella persona del sen. ed ex ministro Quagliariello, del partito del ministro Alfano. Nel buio di dettagli sulle risorse, il partito ci ha assicurato che entro un mese si sarebbe sbloccato tutto e che la nostra vertenza era una priorità che avrebbe "qualificato la nostra permanenza al governo". Un impegno vero dall'epilogo -mi è sembrato- un po' equivoco.
Il 10 settembre abbiamo incontrato il PD, a cui abbiamo chiesto un impegno effettivo poiché il premier è anche il segretario. E il segretario-premier aveva detto che i sindacati li avrebbe incontrati. Abbiamo evitato di ribattere all'aggettivo "indecorosi", non era il caso di cadere in situazioni che ci avrebbero solo fatto perdere tempo.
Non abbiamo ritenuto di incontrare Fratelli d'Italia, nè Berlusconi, ritenendo quest'ultimo invito una vera e propria strumentalizzazione. Tra l'altro il blocco stipendiale era stata un'invenzione del governo guidato da Berlusconi.
La parola fine deve essere ancora scritta, ed avverrà con la firma su queste risorse. Ma il risultato c'è ed è stato ottenuto dalla nostra mobilitazione mai interrottasi, quando abbiamo manifestato a Milano a luglio, quando abbiamo attaccato duramente il governo, quando il 4 settembre abbiamo proclamato lo sciopero (lo sottolineo e ci tengo, quella parola è per noi una vittoria politica indiscutibile).
E l'annuncio del Viminale lo sintetizza bene un titolo di Repubblica "Polizia, accordo sindacati-governo. Ci sono i soldi per stipendi. Fuori il Sap". Appunto, il Sap non c'era.

SCIOPERO, FURBATE E GIOCHINI
Incredibilmente per molti, i sindacati di polizia nella loro totalità (eccetto il Sap), rappresentanze del comparto sicurezza e tutti i Cocer (Carabinieri, Aeronautica, Marina, Guardia di Finanza, Esercito e Interforze) hanno evocato, anzi dichiarato, di volere lo sciopero.
Perché? La riunione del 4 settembre era programmata tra tutti i sindacati e rappresentanze, per decidere insieme forme di mobilitazione. Troppi sono stati gli annunci, le furbate, le promesse.
Il quadro è desolante: per l'età delle donne (poche) e uomini in divisa, per i tagli, perché senza formazione e mezzi si rischia di più mentre si lavora. Ma quello che ha fatto davvero arrabbiare tutti, ma proprio tutti sono i continui annunci, smentite, quest'andamento a strappi che rivela una sola cosa: confusione, assenza di strategia sulla sicurezza. Lo abbiamo visto con tutto: contratti, sblocco, straordinari, finanziamento alle pattuglie dei militari, appalti, chiusure di uffici, carriere.
Il ministro Angelino Alfano lo abbiamo incontrato più volte e non ci sono mai stati impegni concreti, né risultati. Anzi, aveva addirittura annunciato l'imminente attivazione del tavolo alla Funzione Pubblica per parlare di contratto. Per inciso, almeno la nostra parte normativa di contratto doveva essere affrontata perché il DPR 122/2013 lo prevede espressamente.
Abbiamo richiesto incontri alla ministra Marianna Madia non ci ha risposto. Abbiamo chiesto un incontro al presidente Matteo Renzi, inascoltati.
È stata annunciata nel Def (per legge il governo dovrebbe convocarci quando predispone il Def, ma neanche questo ha fatto), la prosecuzione sul blocco degli stipendi già introdotto dal DL 78/2010. Smentito da Padoan in aprile. Riannunciato in agosto, è stato smentito dal governo un paio di settimane fa. Poi il 3 settembre la Madia annuncia il nuovo blocco per il 2015. Blocco significa essere promossi e non avere aumenti, significa non parlare di contratto, significa non avere l'assegno di funzione quando si matura il requisito (praticamente un diritto sottratto a tutti). E sia chiaro, meno stipendio significa meno pensione (quindi la mano sulle pensioni è stata messa, di fatto).
Irrita molto dover apprendere sempre da annunci sui media la volontà del governo, che senza una formale assunzione di responsabilità fa parlare seconde e terze linee per poi capire le reazioni.
Questa superficialità non corrisponde alla responsabilità di governo.
Dunque, lo sciopero. I nostri ordinamenti non lo prevedono, se non quello dei vigili del fuoco, forestali e polizie locali. Ma per noi del Silp Cgil nazionale la vittoria politica è storica. Noi che lo sciopero lo vogliamo. E adesso lo vogliono anche i militari e gli altri sindacati. Lo sciopero non deve spaventare nessuno, perché è di per se una forma che prevede garanzie e regolamentazioni. Non è eversione. È domanda concreta di democrazia.
Per noi ci saranno iniziative sui territori e una grande iniziativa nazionale. Ci stiamo lavorando e la concorderemo.
La furbata del presidente: sarebbe trapelato un disappunto di Matteo Renzi per le 5 forze di polizia in Italia. Noi siamo quelli che vogliono l'unificazione delle forze di polizia, sia chiaro, lo sa il presidente, lo sanno i ministri che l'hanno anche commentata, l'unificazione, negativamente. Lo sa il Capo della Polizia. E siamo quelli che staranno dietro al DDL 1577 sulla riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, che prevede anche un inizio di accorpamento tra le polizie.
Noi siamo per lo sblocco del tetto salariale e per la dignità del lavoro pubblico. E per ripartire con ilo contratto. Come ha detto Susanna Camusso, niente giochini fatti per dividere il pubblico impiego e per minare la coesione sociale.
E niente giochini per strumentalizzare le forze dell'ordine.

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