Una doccia fredda, gelida, è arrivata per i forestali in piena estate. Non una doccia rinfrescante e rigenerante, bensì l’ennesimo duro colpo nel percorso scellerato che, in poco più di tre anni, ha fatto sparire il Corpo Forestale dello Stato e la sua storia secolare: con sentenza n. 170 del 2019, la Corte costituzionale, dichiarando non fondate tutte le questioni di legittimità costituzionale sollevate da vari Tribunali Amministrativi Regionali, ha deciso che la riforma della Pubblica amministrazione proposta dall’allora Ministra Madia e il successivo decreto legislativo attuativo che ha disposto la militarizzazione di migliaia di lavoratori forestali, facendoli confluire nell’Arma dei Carabinieri, sono conformi a Costituzione. In breve, secondo la Corte, si è trattato di uno dei possibili bilanciamenti, operato dal legislatore, tra diverse opzioni organizzative. Prima di dar conto della sentenza, evidenziandone i profili più discutibili, è opportuno ripercorrere le tappe dell’iter che ha condotto alla soppressione del Corpo Forestale, seguito fin dall’inizio da Polizia e Democrazia.
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