Delle persone, appartenenti ad una colonna brigatista in attività, sono state arrestate in febbraio. Le Br sembravano un’esperienza finita, il mondo sta cambiando in fretta e con esso tutte le sue problematiche, politiche e socio-economiche.
Gli anni ’70 e ’80 sembrano lontanissimi, il mondo in quegli anni era geopoliticamente diverso, erano diverse le mode, i programmi tv, la musica, il sistema produttivo, le tecnologie, i problemi sociali. C’erano le Brigate Rosse. Il mondo è cambiato e ci sono ancora le Brigate Rosse.
E’ possibile che nel tempo della delocalizzazione, del telelavoro, dell’invasione delle merci cinesi, dei grandi centri commerciali, di Internet, valgano ancora le rivendicazioni estrapolate dal pensiero di Marx, applicate ai sistemi socio-economici e di produzione di 40 anni fa? Non è che per caso: non è il terrorista a servire una “causa” ma la “causa” a servire il terrorista?
Per capirci qualcosa, abbiamo intervistato un funzionario che ne capisce sia di evoluzioni politico-sociali, sia di terrorismo brigatista. Giovanni Calesini, capo del Servizio Antiterrorismo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, è un funzionario di Polizia di lunga esperienza che non nasconde come la pensa. La persona giusta per chiarire i nuovi fatti che riguardano le Brigate Rosse.
Le prime colonne brigatiste, non scandalizzarono gli studiosi di scienze sociali perché venivano considerate una evoluzione politico-militare che, dai delusi della resistenza rossa del ’45, arrivava nelle fabbriche, nei sindacati nelle Università e poi sfociava nella clandestinità e nella lotta armata. Mi pare che la situazione politica italiana ed internazionale, nel 2007, sia un po’ diversa…
Non credo che i nuovi Br possano essere considerati una espressione sociale, come negli anni ’70-’80. Non è il percorso sociale, il clima politico internazionale o i rapporti di produzione che stimolano la creazione del brigatista, è più un percorso psicologico che diventa auto-giustificante, nell’assumere la vecchia battaglia delle Brigate Rosse.
I nuovi Br fantasticano di rivoluzioni impossibili, avulse dal contesto sociale attuale. Se avessero un minimo di giudizio, avrebbero capito che hanno speso la loro vita tentando di raggiungere obiettivi impossibili. Hanno gettato le loro capacità, nel fosso della fogna. Soffrono di una specie di sindrome di Peter Pan rivoluzionaria.
La sindrome rivoluzionaria permanente affligge tutti i terroristi Br?
Tanti brigatisti rossi hanno riconosciuto i propri errori ed orrori e adesso, cercano di porvi rimedio, almeno per quanto possibile. E’ il caso di Sergio Segio o di Maurice Bignami ex terroristi che stanno trasformando una esperienza fallimentare in qualcosa di positivo. Al versante opposto invece rimane gente come Davanzo e Ghirindelli persone che uccidono, spesso, senza motivo.
Come è arrivata la Polizia di Stato a questi nuovi arresti?
Negli anni ’80 si pensava di aver sconfitto la minaccia terroristica, così gli uffici competenti hanno subito modifiche, la Digos venne riutilizzata per altri compiti, diversi dalla lotta al terrorismo.
Dopo la cattura di Nadia Desdemona Lioce in molti sostenevano che l’ultimo rigurgito di terrorismo delle Brigate Rosse era stato sconfitto. Si deve dare merito al Capo della Polizia che invece, ha riorganizzato e incrementato l’Ucigos e le Digos su tutto il territorio italiano e questi sono arrivati a risultati eccezionali.
Alcune indagini sono state di alto profilo. La cattura di questa nuova cellula di brigatisti ne è un esempio. Per due anni gli uomini della Polizia di Stato hanno tenuto sotto controllo 24 ore al giorno dei terroristi esperti. Abbiamo pedinato gente che era espertissima nelle tecniche anti-pedinamento, in pochi al mondo ne sono capaci, forse solo gli israeliani ma non credo per un tempo così lungo.
Stavolta possiamo dire di aver sconfitto le Br?
Abbiamo fermato un gruppo. Non possiamo avere la presunzione di sostenere di aver sconfitto le Br vecchie o nuove che siano. Abbiamo la coscienza di aver fatto bene il nostro lavoro e ci siamo ritrovati risorse umane ineguagliabili nel combattere il terrorismo.
Nel suo ultimo libro Roland Jacquard riporta una dichiarazione di Nadia Desdemona Lioce: “la solidarietà politica e militare dei brigatisti ad al-Qaeda e l’appoggio del proletariato europeo alle masse arabe ed islamiche, espropriate ed umiliate, affinché possano fronteggiare gli attacchi anglo-israelo-statunitensi”. E’ possibile un’alleanza tra nuove Br ed il network terroristico di al-Qaeda?
La mia opinione, del tutto personale ed allo stato attuale delle conoscenze, è che ci sono state dichiarazioni tattiche dai Br, verso i terroristi di al-Qaeda, perché hanno un nemico in comune. Non sappiamo come al- Qaeda però possa giudicare le dichiarazioni dei brigatisti. Non vedo possibili alleanze e confluenze tra i due gruppi, anche se, nel breve periodo, ci possono essere obiettivi comuni.
Alcuni nuovi Br provengono da esperienze sindacali, dai centri sociali. Sono questi tipi di aggregazioni l’humus per la nascita del terrorismo?
I terroristi ed i brigatisti rossi non fanno eccezione, vogliono il centro dell’attenzione, le luci della ribalta. Si inseriscono in strutture preesistenti cercando di emergere, di essere un punto di riferimento. Il terrorista inserito in un gruppo, è sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad uscire, il più attivo, quello sempre pronto ad aiutare gli altri. Questa disposizione positiva non è pero genuina, ma un modo per pilotare il gruppo e per reclutare, col tempo, nuovi proseliti.
Sono state sequestrate delle armi che erano nella disponibilità degli arrestati della cellula padovana. Sono armi piuttosto vecchie, spesso usate dai primi Br. Possiamo ipotizzare una continuità tra vecchi e nuovi brigatisti?
Le armi ritrovate e sequestrate sono, sfortunatamente, ancora sul mercato clandestino, da sole non possono provare una continuità tra nuovi e vecchi Br. Sono in corso degli accertamenti per scoprire se sono state utilizzate in precedenza. Solo allora potremo affermare qualcosa con certezza. Ad ogni modo, non credo in un qualche, organico, “passaggio del testimone” tra vecchi e nuovi Br.
Da qualche parte si è sentito che questi arresti siano avvenuti per contrastare la grande manifestazione contro l’allargamento della base Usa a Vicenza…
Spero che queste dichiarazioni provengano da gente in malafede, perché: i cattivi ogni tanto si riposano, mentre purtroppo, gli sciocchi non lo fanno mai.
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