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dicembre/2009 - Analisi
Ma quante facce ha il potere?
di Belphagor

Il presidente Barack Obama è la persona più potente del mondo. Il presidente cinese Hu Jintao lo segue al secondo posto. E Vladimir Putin, capo del governo ma di fatto “zar” della Russia, al terzo. Al di là di ogni considerazione sul conforto che si può trarre da questa classifica, in fondo ovvia, è interessante esaminare il metodo e i criteri che sono stati usati per elaborare una lista delle 67 figure più incisive del pianeta, presentata nel novembre scorso da Forbes, nome reso prestigioso per le sue annuali liste di super-ricchi.
Ci si potrebbe chiedere da che cosa derivi tanta autorevolezza, che se nel caso della ricchezza poggia su un corretto computo dei beni delle persone prese in esame relativamente agevole, diviene alquanto problematica quando si tratta di confrontare e valutare elementi più sofisticati.
Forbes è una rivista americana di economia e finanza fondata nel 1917 da B. C. Forbes, la cui gestione è sempre rimasta in famiglia: oggi la rivista, che ha anche un’edizione on line e una radiofonica, è diretta da Malcom “Steve” Forbes, 61 anni, e tra i soci proprietari vi è Bono Vox degli U2. Nel tempo dalla rivista madre sono nate altre pubblicazioni in sette lingue (oltre l’inglese), il sito Internet (Forbes.com) Home Page For The World’s Business Leaders, con l’appendice di Forbes Auto, e un programma televisivo settimanale.
Comunque, il nome Forbes è essenzialmente noto per le sue classifiche, e fra tutte spicca quella che citiamo. Anche per le sorprese che riserva. Anzitutto vanno precisati i parametri presi in considerazione per definire il potere detenuto da ogni personaggio: la sfera di influenza che controlla; le risorse finanziarie di cui dispone; la molteplicità degli aspetti della sua attività; l’esercizio effettivo e diretto del potere. Su queste basi viene presentata una lista di 67 nomi (uno ogni 100 milioni di esseri umani) nella quale si trovano capi di Stato e di governo, leader spirituali, manager, finanzieri, magnati delle comunicazioni, giornalisti, con la presenza emblematica di rappresentanti del terrorismo e del narcotraffico.
“Essere potenti solo in un campo non è sufficiente per garantirsi un posto in classifica”, spiegano Michael Noer e Nicole Periroth, presentatori della lista. Dando per scontato il primato di Obama in quanto presidente degli Stati Uniti, e di Hu Jintao, che nell’immensa Cina detiene un potere pressoché assoluto, la presenza di Putin al terzo posto – mentre il presidente russo Dimitri Medvedev è al 43° - sta a significare che “l’amico Vladimir” ha di fatto conservato lo stesso potere di quando era presidente. E a questo proposito riesce difficile mettere a confronto la qualità del potere del presidente di un Paese democratico con quella del russo e del cinese, ma tra i parametri considerati da Forbes manca il tasso di democrazia. L’elenco dei “top ten”, i dieci in testa, continua nell’ordine con Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve (che sbagliò clamorosamente le previsioni sulla crisi finanziaria), Sergei Brin e Larry Page, fondatori di Google, il miliardario messicano Carlos Slim, il tycoon di stampa e Tv Rupert Murdoch, il re dell’Arabia Saudita Abdullah Aziz al Saud, Bill Gates.
All’undicesimo posto si colloca Benedetto XVI, e al dodicesimo Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio italiano, definito “pittoresco”, deve la sua posizione al fatto di essere anche all’apice del potere finanziario, e “monopolista dei media e proprietario di una grande squadra di calcio come l’A.C.Milan”. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, che non è ricco, non ha televisioni, giornali e squadre di calcio, pur essendo alla guida di una potenza nucleare, membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, è relegato al 56° posto. Con tanti saluti alla “grandeur”.
Angela Merkel e Gordon Brown sono rispettivamente al 15° e al 29°, Hillary Clinton (17°) precede il marito Bill (31°), e tra gli ex inquilini della Casa Bianca manca George W. Bush. Il presidente brasiliano Lula da Silva è 33°, il Dalai Lama 39°. E al 37° posto troviamo lo Sceicco Nero, il superterrorista Osama bin Laden. Oprah Winfrey, regina dei talk show, alla quale sono attribuiti straordinari poteri mediatici, occupa il 45° posto. Il messicano Joaquin”El Chapo” Guzman, miliardario e noto trafficante di droga, è 41°. Per finire, il numero 67 è attribuito a Hugo Chavez, controverso presidente del Venezuela.
Forse consci delle non poche incongruenze di questa classifica, Noer e Periroth affermano che essa non vuole costituire un giudizio definitivo sui potenti del nostro tempo, ma piuttosto “uno spunto di discussione”.

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