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Giugno/2017 - Analisi
La militarizzazione dei Forestali irrompe al Congresso della Cisl
di

Al Segretario Generale CISL
Annamaria Furlan

Ai Segretari Confederali della CISL
Ai Probiviri della CISL

e p.c. Alla Segreteria Nazionale e Segreterie Regionali e Territoriali
FNS CISL

e p.c. Agli ex Segretari Regionali e Territoriali FNS CISL
di provenienza Corpo forestale dello Stato


Cara Segretario Generale
Egregi Segretari e Probiviri
Conseguentemente all’emanazione della Legge Madia del 7 agosto 2015, n. 124 , e al elativo D. lgs. n. 177 del 19/08/2016, dal 01.01.2017, tutti i Segretari Nazionale, Regionali e Territoriali della FNS, dipendenti del Corpo Forestale dello Stato, sono stati “dimessi “ dagli incarichi a causa del transito nell’Arma dei Carabinieri, nella Guardia di Finanza e nella Polizia di Stato, che non godono dei diritti di rappresentanza sindacale previsti per tutti gli altri lavoratori della Repubblica italiana.
Con una incoerente decisione legislativa sono stati stravolti ben 40 anni di politica sindacale, costruita con grande fatica, per cercare di smilitarizzare le Forze di Polizia, e annientata un’intera classe dirigenziale delle Confederazioni, con la Militarizzazione coatta di 8.000 uomini e donne del Corpo forestale dello Stato.
Contro la violenta incoerenza di questo stato di fatto, più di 3.000 forestali, appartenenti a tutti i sindacati compresa la CISL FNS, hanno effettuato almeno 5 tipologie diverse di ricorsi collettivi ai TAR della Penisola e alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con l’obiettivo di mettere in discussione la parte riguardante lo status giuridico e l’aspetto contrattuale della questione. Ricorsi che nell’arco di un paio di anni potrebbero portare ad un epilogo favorevole con il ripristino dello status civile dei dipendenti del CFS.
Non curante di questa possibilità, il Consiglio Generale della FNS CISL, tenutosi lo scorso dicembre 2016 a Frascati, ha approvato con delibera la decadenza del personale del CFS dagli incarichi rivestiti ai vari livelli nella Federazione, con decorrenza 01/01/ 2017, per il venir meno a quella data dei requisiti di iscritti alla FNS CISL di tutti i tesserati, in conseguenza del transito in altri Corpi o Amministrazioni.
In quel consesso è stata approvata anche una modifica al regolamento di attuazione dello Statuto, art. 34, con cui viene istituito il Coordinamento Nazionale del CFS la cui composizione e le finalità operative, se necessario anche a livello regionale, viene deliberata dalla Segreteria Nazionale con ampia ed assoluta arbitrarietà. Ciò pur sapendo, chi l’ha proposta, che nessun Forestale vi potrebbe mai far parte venendosi a sciogliere il Corpo anche nel caso si dovessero vincere i ricorsi per alcuni dei motivi che verranno sotto menzionati.
Infatti, fatta questa dovuta premessa, va rimarcato con fermezza che le succitate decisioni sono state prese senza che vi sia stata una discussione di Segreteria ne sia stato chiesto il parere dello scrivente e dei Segretari Fondatori della FNS CISL appartenenti al CFS. Nel poco gradito intervento fatto nel Consilio Generale FNS di dicembre 2016 ( il secondo che sono riuscito a fare in sei anni da Segretario Nazionale della FNS) ho cercato di esprimere il mio punto di vista, condiviso dai tanti Segretari territoriali, i cui concetti essenziali sono i seguenti:

- l’aver vietato a dei lavoratori di rimanere iscritti ad un sindacato con una norma di “Legge” è un atto lesivo dei diritti dei lavori e incostituzionale che, purtroppo, snatura anche l’essenza del sindacato. Da ciò sono scaturiti i ricorsi alla giustizia italiana ed europea;

- la scelta di aver fatto decadere quadri sindacali legittimamente eletti e non imputabili di alcuna violazione statutaria non è mai stata effettuata da alcun organismo della CISL nel corso della sua storia associativa;

- un caso così, unico nella storia civile e sindacale del paese, meritava di essere affrontato con più attenzione e con il coinvolgimento diretto degli interessati, definendo con maggiore flessibilità l’applicazione di una norma così restrittiva e lesiva dei diritti dei lavoratori;

- la decadenza dei quadri sindacali del CFS, sancita dalla FNS, contrasta con la decisione assunta dalla stessa Federazione, di patrocinare il ricorso degli iscritti presso diversi TAR del Paese (per incostituzionalità del provvedimento del Governo) e con le diverse dichiarazioni d’intenti approvate dall’Esecutivo e dal Consiglio Generale, di effettuare anche un ricorso presso la Commissione Europea per i Diritti dell’Uomo;

- l’assenza nello Statuto della CISL e della FNS di regole e indicazioni specifiche rispetto alla questione, doveva essere sanata con una modifica statutaria in sede Congressuale, oppure attraverso il congelamento dello status quo della componente del CFS (escludendola pro tempore dai poteri decisionali riguardanti l’attività gestionale delle Segreterie) mantenendo comunque uno stretto collegamento con i quadri sindacali in carica, per seguire con Loro le vicende legate al ricorso e tutti gli altri sviluppi attinenti all’attività di interesse del Comparto sicurezza.

Purtroppo tali proposte son cadute nel vuoto e si è preferito deliberare la soppressione di una intera classe dirigente della CISL che, va ricordato, è stata uno degli elementi essenziali per la formazione della FNS e per l’accesso di questa al così detto “Comparto Sicurezza “. Cosa che non sarebbe stata fattibile con i soli Vigili del Fuoco (che non sono Forza di polizia) e la sola Polizia Penitenziaria.
Con il venir meno di questa importante componente della FNS, ribadisco l’unico vero Corpo di Polizia operante sul territorio con qualifiche di Polizia Giudiziaria e Pubblica Sicurezza, sono venute meno le motivazioni originarie costitutive della Federazione che avrebbero dovuto già da tempo concretizzarsi con la formazione, assieme al SIULP, di una vera e forte Federazione CISL di comparto. Obiettivo fallito e ormai lontano per l’incontrovertibile responsabilità di chi ha gestito in prima persona l’operazione. Infatti, oggi nella CISL esiste una Federazione che non raggiunge la media annuale di 14.000 (quattordicimila) iscritti dei quali poco più di 3.500 sono appartenenti al Comparto delle Forze di Polizia civili e militari e delle Forze Armate. Né può essere considerata un operazione aggregativa della Guardia di Finanza nella FNS la costituzione dell’associazione “Cum Grano Salis “, dove tra l’altro prevale intelligentemente la dinamicità dei finanzieri rispetto all’assenza di iniziativa e contenuti di merito della componente CISL, troppo impegnata a risolvere le sempre più incombenti problematiche dei Vigili del Fuoco che non hanno nulla a che fare con quelle delle Forze di Polizia.
Detto questo è importante che tutte le SS.VV. in indirizzo tengano ben presente che la prematura eliminazione della componente CFS dallo Statuto FNS, prima del giudicato definitivo dei ricorsi, non chiude la questione ma lascia spazio a dubbi e perplessità che peseranno ancora per molto tempo sul futuro della FNS. Difatti il non aver cercato di concordare con i Segretari Generali Nazionale, Regionali e Territoriali del CFS una via d’uscita dignitosa è stato un grave errore perché in caso di un eventuale accoglimento dell'incostituzionalità della militarizzazione la componente del CFS chiederà il reinserimento a pieno titolo nella FNS così come e dove si trovava al 31.12.2016, oppure l’annullamento del Congresso e l’avvio di un nuovo percorso congressuale.
Una legittima richiesta che, avallata anche da autorevoli consulenze legali, verrà comunque esercitata e che poteva essere evitata se il Segretario Generale della FNS, Pompeo Mannone, avesse ascoltato quanto a lui prospettato in diverse occasioni dallo scrivente e da altri Segretari Regionali dipendenti del Corpo forestale dello Stato.
Infatti, mutuando alcune osservazioni fatte dalla componente forestale, lo scorso dicembre il Segretario Generale FNS si è espresso favorevole a creare una sorta di associazione della componente forestale inserendola in qualche modo all’interno di quella già fatta con la Guardia di Finanza (Cum Grano Salis). Però fino ad oggi non ne sappiamo nulla, invece si è appreso che nel III Congresso della FNS tenutosi in questi giorni, al quale lo scrivente e la maggior parte degli ex quadri sindacali del CFS non sono neanche stati invitati, è stato eletto una Coordinatore Nazionale per i forestali senza il parere né il consenso degli ex Forestali, probabilmente con il fantasioso intento di tentare di entrare e far credere di aver voce in capitolo nelle dinamiche della rappresentanza dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza.
Pertanto, non condividendo e biasimando il comportamento della Segreteria FNS, con tutto l’affetto, la devozione e la riconoscenza verso una grande Confederazione come la nostra CISL, con diversi colleghi Segretari Territoriali ex Forestali si è pensato di scrivere questa nota affinché rimanga per iscritto ed indelebile quale è la vera volontà e le intenzioni della maggioranza degli ex quadri sindacali della FNS CISL dipendenti del CFS perché, quando si agirà di conseguenza e quando si parlerà al Congresso della Confederazione di Sicurezza, di Polizia e di Riorganizzazione delle Federazioni, qualcuno non possa dire di non sapere cosa è successo nella FNS e di quello che potrebbe accadere in un futuro prossimo.
Rimanendo a disposizione per qualsiasi chiarimento Vi porgo cordiali saluti.
Addì 13 Giugno 2017

L’ex Segretario Nazionale FNS CISL dal 2009 al 31.12.2016
e Coordinatore, Segretario e Responsabile Nazionale CISL dal 1995 fino
al 2009 per il CFS della FILS, della FPI, della FPS, della FP e ora
Luogotenente dell’Arma dei Carabinieri Forestale
Pier Giorgio CORTESI

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