La riflessione della segretaria nazionale Cgil
che da tempo si occupa di welfare, previdenza
e politiche dell'immigrazione
Confermata lo scorso anno alla Segreteria nazionale della Cgil, Lamonica si occupa di welfare, della previdenza e delle politiche dell’immigrazione. In un lungo incontro ci ha spiegato che gli arrivi dal mare non erano un effetto dell’operazione Mare Nostrum e che la politica europea dell’accoglienza andrebbe rifondata
Visto il palese fallimento dell’operazione Triton, quali dovrebbero essere le misure da prendere per evitare altre tragedie?
Su questo tema si sta scatenando una campagna molto forte che fa leva su una paura diffusa e comprensibile dei cittadini. Ma questa è una sfida che va affrontata con molta razionalità, molta umanità e con una politica comune.
Ad oggi continuano ad arrivare disperati nelle nostre coste; è evidente che quello che ci è stato raccontato era falso. Non è stata l’operazione Mare Nostrum a permettere gli arrivi, è stata ed è la guerra.
Per noi della Cgil la nuova operazione Triton, oltre a costare meno ha aspetti intollerabili. Il primo è il ristretto raggio d’azione, solo 30 miglia marine dalle nostre coste. Oltretutto è inaccettabile mettere in secondo piano il salvataggio delle vite umane. Voglio ricordare che la nostra Marina Militare è spesso intervenuta anche al di là dei limiti territoriali fissati, ma dispone ora di meno mezzi per il primo soccorso e di minor possibilità di manovra. Mare Nostrum, inoltre, svolgeva anche la funzione di filtro, evitava problemi sanitari e di sicurezza.
La Cgil auspica una nuova operazione simile a Mare Nostrum, finanziata e partecipata da tutti gli Stati membri della Comunità Europea, un riordino del sistema dell’accoglienza e il cambiamento di alcune norme europee. Qui a Roma, per il momento, abbiamo assistito solo alla criminale gestione descritta nell’inchiesta di Mafia Capitale.
E nel mentre cosa può fare di concreto il governo italiano in Europa?
Intanto, come già accennavo prima, bisogna costruire una politica unica europea sui migranti; e per politica europea non intendo solo dare qualche risorsa in più. Sarebbe proficuo che gli Stati membri possano collaborare, modulando gli ingressi, riducendo così la pressione ai soli Stati del Mediterraneo.
Ormai si respirano venti di guerra ed è evidente che le persone scappando via tentano di entrare nei nostri confini. La prima domanda a cui dovrebbe rispondere l’Europa è come permettere a queste persone di intraprendere un viaggio senza rischiare la vita con gli scafisti. Per me la soluzione migliore rimane, e la Cgil lo ha proposto per prima, la creazione di corridoi umanitari. ... [continua]
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FOTO. Vera Lamonica
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