Intervista a Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia,
che critica fortemente l’Italia e l’Europa per la gestione dei flussi migratori.
Per il sindacalista l’operazione Triton è negativa: «La priorità non deve
essere il rafforzamento delle frontiere ma garantire ai rifugiati l’ingresso
protetto in Europa con corridoi umanitari». In merito al rischio
di infiltrazione di jihadisti tra i migranti afferma: «Ipotesi plausibile
ma non è utile alimentare allarmismo». E sulle proposte di Zaia
(presidente della Regione Veneto): «Quella è politica dello struzzo»
Di recente, si sono sollevati continui allarmi su una possibile prossima partenza, di vastissime proporzioni, di migranti dalla Libia: da 500mila ad un milione, cifre rese note il 6 marzo da Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di Frontex, l’Agenzia dell’Ue. Numeri veritieri? Certo è che, da tempo, una delle maggiori rotte migratorie attraversa l’Italia, in primis la Sicilia. Nell’ultimo periodo, la percentuale più alta di chi abbandona il Paese d’origine è rappresentata da siriani e da immigrati provenienti da alcune zone dell’Africa subsahariana, persone costrette a scappare dai conflitti in corso e dalla miseria. E in questi viaggi della speranza sono tanti anche i profughi che, affondando coi barconi, hanno trovato la morte nel Mediterraneo anziché un futuro migliore. Tutti abbiamo ancora impresse nella memoria le immagini di questi drammi, ormai quotidiani.
Sullo spinoso fenomeno dell’immigrazione Polizia e Democrazia ha intervistato Michele Pagliaro, 43 anni, eletto segretario generale della Cgil Sicilia nel maggio del 2013 e confermato alla guida del sindacato nel congresso regionale del 2014. Egli boccia il comportamento tenuto finora dal nostro Paese e dall’Europa, compresa la missione Triton: “La priorità è affrontare il tema dei rifugiati garantendo l’ingresso protetto in Europa attraverso specifici corridoi umanitari”, dichiara. Per Pagliaro, nato ad Enna e sindacalista dal 1990, “il sistema di accoglienza non funziona”. Secondo il rappresentante della Cgil occorre un piano nazionale che interessi anche le Regioni. Il sindacalista non si è sottratto nemmeno alla domanda sull’eventuale pericolo di infiltrazioni di terroristi dell’Isis fra i migranti: “Niente allarmismi”.
Le proposte di Zaia? “Politica dello struzzo”, le definisce. Per il segretario generale della Cgil siciliana, che auspica il dialogo interculturale e la cooperazione internazionale, servono soluzioni che garantiscano la vita dei migranti e, al contempo, la sicurezza nei Paesi di arrivo. Sulle strutture di accoglienza dichiara: “Centri sovraffollati, condizioni di vita disumane, cattiva gestione, casi di corruzione. La normativa va rivista”. E denuncia: “Per le identificazioni si procede ancora senza adeguato ausilio informatico”. Ecco l’intervista che ci ha rilasciato.
Dottor Pagliaro, il 2014 si è chiuso con il record storico di 170mila immigrati giunti in modo non autorizzato via mare in Italia e la Sicilia è, per la sua posizione geografica, la porta del Mediterraneo in Europa rappresentando perciò uno dei primi approdi per i migranti che fuggono da guerre e povertà. Imbarcazioni fatiscenti cariche di migranti continuano a giungere verso Lampedusa e le coste siciliane. Naufragi e stragi di questi disperati sono tragedie che, purtroppo, si ripetono regolarmente. Come giudica la politica italiana di gestione dell’immigrazione?
Giudico che la politica dell’accoglienza non sia adeguata. Da tempo rivendichiamo il varo di un piano nazionale che coinvolga anche le Regioni alle quali spettano anche provvedimenti propri. Abbiamo l’impressione che il nostro Paese si sia appiattito su posizioni di altri, senza tenere sufficientemente conto del fatto che una posizione geografica che di fatto lo espone impone risposte adeguate al livello di un Paese civile.
Anche la crisi libica ha aggravato la situazione. E con la chiusura della missione italiana Mare Nostrum (che aveva il compito di salvaguardare la vita in mare e di contrastare gli scafisti) gli sbarchi non si sono ridotti, anzi, nei primi 45 giorni di quest’anno nel nostro Paese sono aumentati del 59% rispetto al 2014, come ha ricordato anche il ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni. Dal 1° novembre 2014 è in corso l’operazione europea Triton di Frontex con l’incarico precipuo di sorvegliare le frontiere. Qual è la sua opinione su questi primi mesi della missione Triton?
Il bilancio della missione Triton non è positivo. Ci siamo già espressi contro il blocco di Mare Nostrum, che è servito a salvare molte vite. Avere deviato da una modalità di soccorso in mare a un’altra di controllo delle frontiere è stato un errore di cui si pagano già le conseguenze e, oltre che un errore, una impostazione deviata che dà il senso di un’Europa che cerca di affrontare la questione dell’immigrazione chiudendosi in sé stessa. Chiudendosi non si affrontano i problemi nella loro complessità.
Non è questo il modo di porre rimedio a un’evidenza: che l’Europa non ha mai avuto una politica dell’immigrazione degna di questo nome e che oggi di questa non si può più fare a meno. ... [continua]
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FOTO: Segr. gen. Michele Pagliaro - Cgil Sicilia
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