Intervista al magistrato Maurizio Santoloci: «Sulla carta
gli strumenti di contrasto ci sono. Il problema
è che restano solo là»
Non usa mezzi termini, Maurizio Santoloci, per illustrare la situazione disastrosa sullo stato dell’ambiente. Anni e anni di incuria, abbandono, condoni e lassismo sono la causa delle alluvioni, degli smottamenti, dei fiumi di fango che sempre più spesso colpiscono il nostro territorio. Secondo il dottor Santoloci, massimo esperto di Diritto ambientale, ogni pur minima forma di difesa idrogeologica naturale è stata sterilizzata da un degrado ormai storico e seriale. E non pare che vi sia consapevolezza di ciò, né da parte dei cittadini né dei politici.
Dottor Santoloci, non c’è Regione in Italia che non sia stata colpita da eventi disastrosi: smottamenti, frane, alluvioni. Ultime zone, nell’estate appena trascorsa: Firenze e parte della Calabria. Senza sottovalutare che si tratta spesso di eventi eccezionali quanto a concentrazione di precipitazioni in pochissime ore, quanta responsabilità è addebitabile all’uomo e alla cattiva gestione del territorio?
Il campo del dissesto idrogeologico, delle alluvioni, delle frane e del territorio che crolla ogni anno dopo un minimo di pioggia vede un negazionismo da manuale. Negazionismo trasversale che serve per occultare la vera causa del tutto, e cioè decenni di malgoverno del territorio dove tutti hanno autorizzato (o tollerato) tutti a fare quello che hanno voluto sullo stesso territorio, che è stato ridotto ad un immenso areale cementificato in barba alle più elementari regole idrogeologiche, edilizie e paesaggistiche.
Autorizzazioni illegittime, piani regolatori insensati, abusivismo tollerato e mai contrastato realmente, condoni finali per spianare, scavare, estrarre, costruire ovunque e comunque. Stravolta ogni regola di corretta gestione delle acque e della terra.
Nei telegiornali vediamo case, insediamenti industriali ed artigianali, o cemento, comunque dentro l’alveo dei corsi d’acqua, sotto il livello dei corsi d’acqua, sulle sponde dei corsi d’acqua a loro volta ingessati in camicie di forza di cemento tipo grandi canali artificiali, boschi rasi al suolo, cave anche sulle rive diffuse, letti di torrenti e fiumi utilizzati come area di scarico di materiali di frantume edile a sua volta derivante da edilizia abusiva. Che volete che succeda in tale contesto alla prima pioggia? Dove va l’acqua che scorre, se dove deve scorrere ci abbiamo messo case e cemento?
E’ una evidente verità, ma pare negata nelle versioni ufficiali…
Proprio così. Negata per silenzio diffuso (quando si parla di questi disastri, non si accenna mai a queste cause che sembrano non esistere…); negata per dichiarazioni espresse (recentemente si dichiara - direttamente - che tutto questo non c’entra nulla, e chi sostiene tali cause è un estremista irresponsabile). Se qualche giornalista fuori dal coro pone timidamente la domanda fatale se una delle cause può essere l’abusivismo ed il malgoverno del territorio, apriti cielo! Viene subito smentito e deviato sulle “bombe d’acqua” imprevedibili. Chiuso. Si parla solo di calamità naturale, di soldi da investire per “risanare” e di provvedimenti da attuare a costi elevati.
Poi continuiamo a far finta di non vedere che nel frattempo si costruisce ancora dentro l’alveo dei fiumi. E così di anno in anno. Ma cosa si vuol “risanare” se il cemento è ormai dentro i corsi d’acqua e non ci si pone nemmeno il problema di bloccare il prossimo cemento per il prossimo futuro? ... [continua]
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FOTO: Maurizio Santoloci
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