A pochi giorni da Natale, i Finanzieri del Comando provinciale di Roma sono riusciti a sequestrare circa 275mila articoli contraffatti e insicuri per i bambini. Il valore della merce ammontava a due milioni di euro, ed è solamente la cima di una montagna. In Italia nel 2014 il fatturato annuale della contraffazione ammontava a 6,5 miliardi di euro. Da cui derivano una perdita di gettito fiscale stimato in 5,2 miliardi, un valore aggiunto sommerso di 6,4 miliardi e 105mila posti di lavoro in meno (dati elaborati dal Censis). Sono cifre enormi, soprattuto se riflettiamo sul fatto che il fenomeno della contraffazione si è ormai ampiamente diversificato. “Accanto all’imitazione dei marchi ed articoli - afferma la ‘Commissione d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale e il commercio abusivo’ del Comando Generale della Guardia di Finanza -, si è affermata l’usurpazione delle indicazioni di origine o qualità delle merci, così come l’artificiosa attestazione della loro corrispondenza rispetto a standard di sicurezza in realtà non rispettati, con il risultato di mettere in pericolo non solo l’affidamento commerciale del consumatore ma anche la sua stessa salute”.
Abbiamo incontrato il presidente della Federazione nazionale di consumatori e utenti (Federconsumatori), Rosario Trefiletti. La sua associazione, senza scopo di lucro, ha come obiettivi prioritari l'informazione e la tutela dei consumatori e degli utenti. A lui abbiamo chiesto una definizione generale e i metodi di contrasto che dopo anni di esperienza ha maturato ed elaborato.
Che cos’è esattamente la contraffazione? Che effetti ha nel nostro tessuto economico?
La contraffazione è un fenomeno assai complesso e in termini economici gravissimo. Dovremmo combatterlo con ogni mezzo. Per descriverlo in poche parole potremmo dire che il fenomeno si divide in due grandi filoni; la contraffazione può infatti essere fatta involontariamente oppure volontariamente. La prima è molto pericolosa, basti pensare alle medicine e ai pezzi di automobile contraffati. La seconda, invece, è la più nota e diffusa.
La recente inchiesta avviata dalla Procura di Torino nei confronti di sette produttori di olio ha riacceso il dibattito sulla contraffazione alimentare in Italia.
Sì, quello è un classico esempio di contraffazione involontaria, di inganno e sofisticazione. Il consumatore non ha nessun modo di difendersi, solo l’informazione e le Forze dell’ordine preposte lo possono tutelare. Ma, come dicevo prima, c’è anche quella consapevole, cioè il cittadino sceglie di comprare un prodotto contraffatto. Penso che chi fa queste scelte sbagliate lo faccia per risparmiare, il classico “vorrei ma non posso”; quindi compra una polo o una borsa con un marchio importante. Fino a ieri il fenomeno più noto è quello dei compact disc musicali e dei film, la cosiddetta pirateria. Quella è un classico esempio di contraffazione consapevole. ... [continua]
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FOTO: Rosario Trefiletti
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