E’ questione di settimane l’approvazione definitiva
della legge che ne introduce il reato. Ad accompagnarla,
l’impegno dei tanti familiari delle vittime. La storia
e la battaglia di Marina Fontana
Lei non è Marina Fontana. No. Lei è Marina Fontana Cona. E’ scritto chiaro e tondo lì in cima alla sua pagina facebook. Perché Roberto è sempre con lei, in prima linea nella battaglia per l’introduzione della legge sull’“omicidio stradale”, anche se non c’è più da due anni e mezzo. Roberto, suo marito, è morto a 51 anni in un incidente sulla A1, tra Rioveggio e Barberino, nella notte tra il 26 e 27 luglio 2013, quando un tir è piombato sulla loro auto ferma in coda, mentre si stavano recando in Sicilia per le vacanze. Palermitani, ma residenti a Milano, erano sposati da appena un anno.
Marina è rimasta gravemente ferita, i sogni di una vita distrutti in un attimo, il dolore impresso per sempre nel cuore e, alla fine, anche la beffa atroce: un conto di 1.640 euro da pagare per il soccorso stradale di Roncobilaccio, il recupero della vettura, la custodia in garage e la demolizione. Invece di lasciarsi andare, Marina si è rialzata e ha deciso di battersi contro una “giustizia lenta” che, paradossalmente, penalizza più le vittime della strada, loro che vittime «non avevano scelto di esserlo».
Da allora chiede con forza e lucidità l’approvazione di una norma ad hoc, promessa da Renzi proprio nel giorno del suo insediamento. Per questo non ha mai smesso di rivolgersi con passione al premier e al presidente Mattarella: «Prima o poi qualcuno mi ascolterà».
Ed eppur si muove…. Il disegno di legge ora sembra viaggiare spedito verso l’approvazione finale: a dicembre il governo ha incassato la fiducia al Senato sul provvedimento, atteso alla Camera in quarta lettura. Quella definitiva, si spera. Marina, adesso, sa che la sicurezza stradale non è più un’utopia.
II traguardo sembra vicino, e già questo è un successo. Insperato per certi versi.
Cominciamo col riconoscere che in questo governo ci sono alcune persone che hanno lottato con noi per accelerare l’iter del provvedimento e favorire la sua conversione in legge. Ma sappiamo benissimo che non tutto il Parlamento la vuole, anzi. Io ho segnali della volontà di apportare ulteriori modifiche in aula alla Camera. Questo, comunque, mi spinge a dire ‘ci credo e lo spero’, perché è un buon testo e sicuramente rappresenta un ottimo inizio. Stabilendo, infatti, che esiste un reato specifico di omicidio stradale, creerebbe un deterrente che invece oggi non c’è.
C’è, però, ancora qualcosa da modificare: si parla di alcol, droga e alta velocità, ma non viene ancora considerata la distrazione consapevole, ad esempio, o la responsabilità per l’uso di cellulare e tablet alla guida, che causa il 51% dei decessi. Mi auguro che venga fatta una scelta precisa, nonostante ci sia ancora chi sostiene, invece, che si tratta di un atto emotivo. ... [continua]
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FOTO: Marina Fontana Cona
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