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Gennaio/Febbraio/2016 - Interviste
Polizia Ambientale
Il futuro della Forestale
di Michele Turazza

«La sua militarizzazione - per Francesca Fabrizi,
coordinatrice nazionale FP-Cgil Corpo Forestale
dello Stato - è una sconfitta per i cittadini italiani
e per la democrazia»

E’ stata approvata mercoledì 20 gennaio 2016 dal Consiglio dei Ministri la bozza di decreto attuativo della Legge Madia, che conferma l’assorbimento di uomini e donne del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri, imponendo loro lo status giuridico militare. Che fine faranno i diritti sindacali di questi lavoratori di Polizia una volta confluiti nell’Arma? E le loro competenze specialistiche acquisite nel corso di decenni di impegno e presenza sul territorio? E i controlli ambientali? Polizia e Democrazia lo ha chiesto a Francesca Fabrizi, coordinatrice nazionale FP-Cgil Corpo Forestale dello Stato.

Dottoressa Fabrizi, la bozza di decreto conferma il mutamento di status per i Forestali. Dunque, militarizzazione. Che ne pensa?
La militarizzazione forzata di un Corpo di Polizia è un grave segnale per la perdita di democrazia nel nostro Paese. Siamo dunque assolutamente contrari, poiché costituisce una contrazione gravissima dei diritti civili e di cittadinanza sanciti dalla Costituzione, accettabili solo per chi ha scelto tale status in maniera consapevole.
In Italia, ai sensi della normativa vigente, tale status può essere assunto solo volontariamente, partecipando ad un concorso pubblico, o forzatamente in caso di guerra, ma anche in questo caso, estremo e sciagurato, non possono essere militarizzate le donne né il personale delle Forze di polizia. Eppure questo è ciò che sta accadendo.
Vale la pena ricordare che il CfS era già civile prima della storica riforma della Polizia di Stato, e che solo Mussolini nel ventennio ci aveva militarizzato. Il parallelismo con l’attualità è doloroso e incomprensibile per un governo che si definisce progressista e democratico.
Ritengo inoltre indegno di uno Stato civile e democratico consentire che l’ordine pubblico sia gestito (seppure non in via primaria) da militari! Insomma, pur condividendo e avendo presentato richieste di riorganizzazione ed efficientamento del Corpo, non riusciamo a trovare nulla di positivo nella riforma che il governo sta mettendo in atto.
... [continua]

LEGGI L'INTERVISTA COMPLETA:
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per informazioni chiama il numero verde 800 483 328
oppure il numero 06 66158189


FOTO: Francesca Fabrizi e Susanna Camusso

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