Il decreto attuativo della legge Madia sul CfS è stato approvato dal Consiglio dei Ministri. Come sindacato, siete riusciti a farvi ascoltare e a discutere la bozza prima dell’approvazione?
Ben al di là della propaganda, per usare un termine antico ma attualissimo, si tratta di una brutale ristrutturazione aziendale a danno di una Forza di Polizia civile, indipendente ed autonoma, che verrà militarizzata. La manovra è frutto di un accordo politico ristrettissimo, una clamorosa “prima volta” per la Repubblica italiana, un progetto di verticalizzazione del controllo del territorio che è stato tenuto segreto per un anno anche agli stessi lavoratori, sistematicamente esclusi dalle informazioni, ma credo che anche i parlamentari non sappiano esattamente cosa abbiano votato, visto che una delega in bianco così ampia e confusa non ha prodotto ancora alcun progetto di quello che sarà organizzato sul territorio.
Nessun lavoratore del CfS sa nulla della sua collocazione, della sua professionalità, delle garanzie del suo status lavorativo. I sindacati sono stati tenuti permanentemente e volutamente all’oscuro di tutto. Non è un caso che l’unica figura definita perfettamente nel decreto è quella dell’attuale Capo del Corpo. Il governo gli garantisce un ottimo trattamento quando ai forestali viene negato il minimo di trasparenza.
La soppressione del Corpo Forestale è ormai diventata una “questione di Stato”, assolutamente non rinviabile. Perché secondo lei tutta questa fretta?
C’è chi vede una coerenza strategica nell’involuzione del concetto di sicurezza: l’assoluta centralità della prevalenza della Polizia giudiziaria, dove chi ha buoni avvocati non paga mai, a danno della Polizia amministrativa, quella che da efficacissimo strumento di regolazione fine degli illeciti sta diventando (volutamente?) inapplicabile per l’abnorme aumento degli importi delle sanzioni.
... [continua]
LEGGI L'INTERVISTA COMPLETA:
ABBONATI A POLIZIA E DEMOCRAZIA
per informazioni chiama il numero verde 800 483 328
oppure il numero 06 66158189
|