Intervista al sottosegretario Cosimo Ferri, che ha seguito
l’iter del provvedimento fin dal principio: «E’ un passaggio
culturale importante»
Dottor Ferri, ci sono voluti 4 anni per far giungere al traguardo la legge sull'omicidio stradale: non crede che tempi così lunghi, per un provvedimento invocato a gran voce, contribuiscano ad accrescere la sfiducia degli italiani nella politica?
No, al contrario credo che i cittadini abbiano percepito l'approvazione di questa legge come un importantissimo segnale di cambiamento, di recepimento delle istanze della comunità, di vicinanza tra politica e società e di adeguamento normativo che, sicuramente, contribuirà ad aumentare in modo significativo la fiducia nelle Istituzioni, nelle capacità di dare risposte concrete e nel percorso di modernizzazione e sviluppo del Paese.
L'iter parlamentare è stato lungo perché la delicatezza e l'importanza della materia hanno reso necessario il massimo coinvolgimento nel dibattito, aperto non solo a tutte le forze politiche, ma anche agli esponenti della società civile, come le Associazioni dei familiari delle vittime della strada, che hanno fornito un punto di vista molto significativo e hanno dato un contributo costruttivo essenziale.
Il confronto ha portato all'approvazione di una legge equilibrata che garantirà una forte risposta di giustizia che unirà l'effettività della pena e un forte effetto deterrente.
E’ un provvedimento che dà giustizia non vendetta, ha voluto sottolineare Renzi al momento della firma della legge. L'impianto normativo ora è in grado, a suo parere, di garantire equità di giudizio e certezza della pena o restano ancora lacune da colmare?
Condivido in pieno il senso delle parole del presidente Renzi perché questa non è una legge che propone una vendetta, ma al contrario mira a dare sanzionare con severità ed intransigenza ai pirati della strada, al fine di punire le condotte irresponsabili e criminali che provocano vittime e dolore. Tale provvedimento costituisce un nuovo importante supporto per i giudici, che avranno adeguati strumenti per valutare le situazioni concrete con maggiore facilità e chiarezza. In particolare, sono state introdotte pene più severe, anche nel minimo edittale, per limitare l'accesso alla sospensione condizionale della pena, scongiurando così il rischio di impunibilità di coloro la cui responsabilità sia stata giudizialmente accertata.
Si sono modificate anche le circostanze aggravanti del reato, introducendo quale novità - a mio avviso molto significativa anche sul piano simbolico - l'aggravante specifica in caso di fuga del responsabile, con un aumento di pena che andrà da un terzo a due terzi e, comunque, con una pena finale che non potrà essere inferiore a 5 anni in caso di omicidio e a 3 anni per le lesioni stradali. ... [continua]
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FOTO: Cosimo Ferri
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