Le indagini sono durate nove mesi, aumentando l’ombra della pedofilia su Caivano in provincia di Napoli, già triste scenario della morte e dei presunti abusi ai danni dei piccoli Fortuna Loffredo e Antonio Giglio e hanno portato all’arresto del presunto colpevole, grazie al velo di silenzio strappato dal più piccolo dei bambini, ora dodicenne, che all’epoca degli abusi aveva appena nove anni. Un trauma che persiste per il ragazzo ora preadolescente, il quale, secondo quanto dichiarato dalla madre, vuole essere sempre accompagnato dai genitori. L’avvocato Angelo Pisani, già legale delle famiglie dei piccoli Fortuna e Antonio, ha ribadito la sua percezione che quanto attualmente emerso «sia soltanto la punta di un iceberg di un terribile fenomeno, che coinvolgerebbe come vittime numerosi bambini» e ha chiesto l’impegno di tutti «per debellare questa piaga».
Nel 2015, il mercato della pedofilia e della pedopornografia online non ha conosciuto sosta: 9.872 siti segnalati rispetto ai 7.712 dell’anno precedente; 3.169 protocolli inviati alla Polizia Postale e al Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online.
Quest'anno, poi, il numero di segnalazioni legate ai social network ha avuto una vera e propria esplosione: 3.414 contro gli appena 180 del 2014. Inoltre, attraverso i colloqui telefonici avuti dalle varie onlus, è stato possibile quantificare il numero di persone coinvolte in episodi di abusi sessuali su minori e pedofilia (ma anche sui problemi di disagio infantile che spesso possono essere il primo segnale).
Negli ultimi tempi in Italia i casi di pedofilia hanno lasciato il segno. Solo poco tempo fa è stato interrogato un 70enne bresciano arrestato con l'accusa di violenza sessuale su 5 bambine, due nipoti dirette, due acquisite e un’amichetta, tutti tra gli otto e gli 11 anni. Gli episodi sarebbero avvenuti nel 2012. Gli inquirenti hanno spiegato che non si tratta di rapporti completi e che le bambine, ascoltate separatamente, hanno fornito la stessa versione dei fatti. L’uomo, fingendo di giocare con loro, le avrebbe molestate, toccate e poi implorate di non farne parola con nessuno.
Il 20 aprile scorso è stata la volta di un disoccupato di 46 anni residente in provincia di Catania. A mettergli le manette ai polsi, con l’accusa di violenza sessuale nei confronti della figlia di 7 anni, è stata la Polizia. Era stata la convivente dello stesso a denunciare certe attenzioni sessuali verso la piccola. Il sospetto si è trasformato in drammatica certezza quando la donna ha sorpreso l’uomo davanti al computer intento a guardare materiale pornografico su Internet avendo accanto proprio la bambina. Non mancano, purtroppo, anche i pedofili seriali.
Il 13 aprile scorso il gip di Milano, nell’ordinanza di custodia cautelare con la quale ha disposto l’arresto di un pregiudicato 50enne già arrestato nel 2004 per abusi su un bambino di 10 anni, ha evidenziato le “inquietanti caratteristiche” dell’uomo per gli atti commessi nei confronti di due bambini di 2 e 5 anni.
Atti sessuali risalenti al 2009 e che non si sono limitati al palpeggiamento. Il fatto drammatico è emerso due mesi fa, quando uno dei bambini ha raccontato ai genitori delle attenzioni dello zio. Da qui la denuncia: «Tutti gli episodi sono avvenuti in ambito strettamente famigliare e di famiglia allargata nel quartiere di Quarto Oggiaro», hanno spiegato gli inquirenti.
Il primo aprile scorso, invece, un altro giudice, stavolta di Agrigento, ha rinviato a giudizio un romeno di 47 anni accusato di aver violentato per cinque lunghi, terribili, anni la piccola nipotina. Le prime violenze sono avvenute quando la bambina aveva appena sette anni.
Infine, un friulano di 58 anni è stato condannato a 4 anni di carcere per violenza sessuale nei confronti della figlia della moglie che all’epoca dei fatti aveva solo 11 anni.
Sempre secondo il report annuale i casi di persone accolte, ascoltate e orientate in Italia nel 2015 sono stati 73, e di questi 53 nella sola Sicilia. Al secondo posto c’è il Lazio con sei. Delle 73 problematiche affrontate, 18 riguardano abusi sessuali veri e propri. Anche le consulenze telefoniche rivelano numeri da brivido: 23 sono state quelle relative ad abusi sessuali, anche presunti e risalenti nel tempo, 17 le segnalazioni di siti sospetti e 17 le consulenze psicologiche per abusi sessuali.
Presidente Mirabile, diciannove anni di contrasto alla pedofilia con la onlus La Caramella Buona. Un bilancio?
Siamo nati come sede nazionale a Reggio Emilia 19 anni fa per prevenire e contrastare la pedofilia, questo orribile crimine. Da allora siamo cresciuti molto in concretezza e serietà.
Quali sono le vostre linee guida per contrastare la pedofilia?
Innanzitutto l’informazione corretta, la formazione qualificata, l’assistenza diretta alle vittime a livello psicologico e legale; con la condizione di vittime noi intendiamo sia i minori, sia gli adulti. Riceviamo sempre di più richieste di aiuto da parte di adulti che si rivolgono a noi per denunciare abusi subiti durante l’infanzia o l’adolescenza. ... [continua]
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