Intervista a Raffaello Magi, giudice estensore
della sentenza di primo grado contro il clan nel processo
Spartacus. Per molti anni il dottor Magi ha lavorato
in Terra di lavoro, svolgendo la funzione
di Presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere
per diciannove anni. Oggi è giudice di Cassazione
Buongiorno dr Raffaello Magi. Lei oggi è giudice della Corte di Cassazione ma per molti anni ha lavorato al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ricoprendo per tanto tempo, circa vent’anni, l’importante ruolo di presidente del tribunale sammaritano. Vuole raccontare cosa vuol dire fare il magistrato e amministrare la giustizia in una zona difficile come quella da cui proviene e in cui è stato impegnato per tanto tempo?
Io nasco e vivo a Napoli fino al 1993 quando, a trent’anni, entro in magistratura, dopo due episodi che hanno segnato la storia recente del nostro paese: nel 1992, come tutti ricorderanno, ci fu la strage di Capaci prima e quella di via D’Amelio poi. Erano anni particolari e il mio percorso è stato quello di lavorare a Santa Maria Capua Vetere, un tribunale che rappresenta un avamposto della giurisdizione e che controlla la zona che va dalle porte di Napoli fino al basso Lazio, dove arrivo nel 1994 pochi mesi dopo l’episodio più tragico di quel contesto territoriale che fu l’omicidio del sacerdote di Casal di Principe don Peppe Diana.
Dal 1994 iniziano una serie di processi, complessi e delicati, che riguardano la ricostruzione della storia del clan dei Casalesi. Una generazione intera di magistrati come la mia, che a quell’epoca aveva poco più di trent’anni, si trova subito impegnata in verifiche processuali estremamente delicate in un territorio che fino a quel momento aveva vissuto poco il contrasto giudiziario e quindi ci siamo trovati indubbiamente io e i colleghi con cui ho lavorato per tanti anni in corte d’assise non come presidente ma come giudice a latere del maxiprocesso ai Casalesi, in una situazione di grande difficoltà e di grande necessità di impegno.
Ho vissuto quella stagione, compresa quella dell’emergenza Setola e dei gruppi che sono nati dalla parcellizzazione del clan dei Casalesi, fino al 2013 in quella zona respirando per quasi vent’anni l’aria di quella realtà di provincia e di quel tribunale fino ad approdare in Cassazione, in un contesto molto diverso e molto impegnativo, più distante dal territorio ma con una visione d’insieme che in provincia di Caserta difficilmente si riesce ad avere.
Che cos’è il processo Spartacus, perché è importante e che cosa ha significato?
La sentenza del processo Spartacus indubbiamente è stata come uno spartiacque. La storia del clan dei Casalesi è una storia complessa e va storicizzata. Il clan dei Casalesi è un clan legato al territorio, molto legato ad equilibri nazionali e per certi versi internazionali. Tutto nasce, per dirla con parole semplici, con il grande potere di Antonio Bardellino, uomo legato al clan Nuvoletta di Marano, legato a quel cartello criminale denominato “Nuova famiglia” che all’inizio degli anni Ottanta ebbe il “merito storico” di sconfiggere i cutoliani nel napoletano e nel casertano. ... [continua]
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