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Marzo/2017 - Interviste
Droghe
Parla lo psicologo
di Leandro Abeille

Federico Bianchi di Castelbianco è uno psicologo psicoterapeuta dell’età evolutiva, direttore dell’istituto di Ortofonologia di Roma. Per l’agenzia “Dire”, a proposito di droga nella fase adolescenziale, pone l’accento sui genitori: “Quando i giovani compiono qualcosa di scorretto o di estremamente scorretto, le reazioni delle madri e dei padri, nella maggior parte dei casi (purtroppo), sono di difesa a prescindere dalle conseguenze che ne possono derivare ai loro figli”.
Le dinamiche che si sviluppano in situazioni ben più gravi, come la circolazione della droga - chiosa il terapeuta - emergono laddove “si evidenzia un comportamento estremamente sbagliato e da censurare da parte delle famiglie. È inaudito che i genitori non siano preoccupati dalla possibile circolazione di sostanze nocive a scuola, ma del fatto che un ragazzo venga colto in flagrante e messo agli arresti domiciliari in quanto maggiorenne”. “Fortunatamente - sottolinea lo psicologo - i ragazzi sono molto più onesti degli adulti e sanno perfettamente che far circolare la droga a scuola non è goliardia, ma un rischio molto più grave”. Castelbianco avvisa i genitori: “Gli studenti sono per gli spacciatori un’importante risorsa. Tutte le sante mattine questi adulti hanno a disposizione un parterre di circa 1.000 ragazzi ai quali sottoporre una sostanza divertente, che li farà fantasticare e soprattutto ‘diventare grandi’. Purtroppo, tra questi giovani, ci sono altri ragazzi che vengono incaricati di distribuire a pagamento le sostanze - dice lo psicologo - e più ragazzi vengono agganciati più aumenterà il pubblico dei compratori e crescerà il mercato”.
La soluzione c’è ed è “semplice”, rivela l’esperto: “Fare prevenzione avvisando i ragazzi e i loro genitori, all’inizio dell’anno, che i cani antidroga visiteranno la scuola in un qualsiasi momento. Un semplice avviso che disincentiverebbe lo spacciatore a vendere la droga, perché avrebbe molte difficoltà a smerciare le sue sostanze sapendo non solo che i cani antidroga le troverebbero, ma anche che i ragazzini se ne disferebbero subito con forti perdite economiche”. Una soluzione efficace c’è ma “rifiutata troppo spesso dai genitori - conclude Castelbianco - che preferiscono vedere i figli alla prova delle sostanze stupefacenti, piuttosto che temere che un cane poliziotto possa annusare il loro zainetto per trovarne dentro una dose”.

Dottore, cosa può fare un genitore, che scopre il figlio adolescente fumare hashish o assumere extasy?

Un genitore che scopre che suo figlio assume droghe deve prima di tutto conoscere se il suo andamento scolastico si mantiene regolare e se le sue attività nel tempo libero non presentano problemi comportamentali e relazionali.
Dopo aver soddisfatto la conoscenza in questi ambiti, dovrà verificare se il figlio assume una grossa quantità di hashish o se assume extasy, perché sia la grande quantità di fumo che l'assunzione di extasy sono un sintomo di pericolo. Il genitore dovrà quindi ricorrere immediatamente ai ripari, per evitare che tale situazione prosegua diventando ancor più pericolosa.

Cosa dovrebbe/potrebbe invece fare quello stesso genitore che si ritrova il figlio adolescente denunciato per spaccio di hashish o extasy?

Il ragazzo che fa uso di sostanze pericolose, o meno pericolose ma in grande quantità, presenta molto probabilmente un forte disagio per il quale dovrà essere aiutato. Se non ci sarà la partecipazione e la collaborazione dei genitori, anche sostenuti da uno psicologo, l'aiuto verso il ragazzo si manifesterà estremamente limitato, lungo e faticoso.
Quindi i genitori saranno chiamati a rivedere i rapporti interfamiliari che si sono determinati, per poterli modificare e cercare insieme una via comune per uscire fuori da questa situazione.

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