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Luglio-Agosto/2017 - Interviste
I volti dell'Islam
di Gianni Verdoliva

Sostenitore di una tendenza liberale, l’Imam Taj Hargey
non teme di rompere tabù celebrando matrimoni
tra donne musulmane e uomini di altre confessioni


Taj Hargey è una voce fuori dal coro. Imam, responsabile del Muslim education centre of Oxford e ideatore in Sudafrica della prima Open Mosque a Caèe Town, denominata casa dell’Islam egalitario, illuminato ed erudita. Prolisso e appassionato, Hargey presenta la sua visione liberale dell’Islam, che vuole come contraltare alle tendenze reazionarie di ispirazione wahabita con tutte le sue derive dal terrorismo al burqa, il cui uso è assolutamente osteggiato da Hargey che non teme affatto di rompere tabù ad esempio celebrando matrimoni tra donne musulmane e uomini non musulmani.

Lei e altri Imam e teologi musulmani che sostenete un Islam liberale siete oggetti di intimidazioni e attacchi mentre ciò non accade a chi segue la tradizionale interpretazione dell’Islam. Perché?

Noi seguiamo i testi, i tradizionalisti vogliono invece mantenere l’interpretazione tradizionale per avere e mantenere il potere, il monopolio mentre noi vogliamo avere un nuovo modo di vivere la nostra fede che sia rilevante per i nostri tempi e adatto al mondo in cui viviamo, quello occidentale e, in particolare, alle diverse nazioni in cui siamo, l’Inghilterra, l’Italia o altre. Non si tratta di un Islam diverso ma connesso alla realtà del Paese e non c’è contraddizione in questo. Il fatto di lavorare per un Islam europeo, moderno e leale verso le nazioni di appartenenza infastidisce i tradizionalisti. In effetti io stesso sono oggetto di protezione da parte della Polizia a seguito di minacce e di telefonate intimidatorie.

Lei sostiene le donne Imam e una versione dell’Islam inclusiva dei gay. Generalmente in quasi tutti i gruppi religiosi i giovani sono più progressisti su queste tematiche rispetto ai membri più anziani della stessa fede mentre nell’Islam sembra che accada l’opposto. Perché?

Ci sono dei mullah che dicono che la donna non può essere Imam, ma la regola nel Corano dice che ciò che non è vietato esplicitamente è permesso. Il canguro e il cammello, ad esempio, non sono vietati e di conseguenza sono legali. E dovrebbe essere lo stesso per le donne Imam.
I tradizionalisti seguono le usanze in modo cieco, noi sosteniamo le donne competenti del nostro tempo, non discriminiano e siamo aperti. Purtroppo l’ideologia wahabita, finanziata dall’Arabia Saudita, che è fanatica è aiutata anche dal mondo occidentale che commercia con lo Stato saudita, mentre i Paesi occidentali dovrebbero combattere l’ideologia wahabita, da cui derivano le varie forme di estremismo islamico. Voglio, a tale proposito, ricordare un verso del Corano (6:116): “Se tu obbedisci loro, ti condurranno lontano da Allah, essi predicano falsità e congetture”.

Parliamo del burqa e del niqab. I politici britannici sembrano assolutamente contrari persino a dibattere un bando parziale e pongono la questione sotto forma di libertà di espressione. Le capita di avere l’impressione di parlare ai sordi?

La gente è stupida e non comprende che si tratta di un cavallo di Troia della Sharia. Pensano che sia un diritto quando non lo è. La faccia di una persona deve essere visibile. E inoltre il niqab e il burqa sono banditi a la Mecca, il luogo più sacro per l’Islam. L’Europa deve bandire il burqa come già hanno fatto alcuni Stati.
Ci sono inoltre, dal punto di vista strettamente islamico, tre motivi per cui l’uso del burqa e del niqab sono sbagliati: per prima cosa il burqa era usato nell’antica Persia 500 anni prima dell’Islam ed è stata solo successivamente incorporata come pratica islamica, nel Corano non esiste nulla riguardo al burqa. Si tratta di una pratica non islamica infatti nel Corano (24:30) c’è scritto: “Dici agli uomini di fede di abbassare lo sguardo e di controllare i propri istinti, questo li renderà più puri”. Si tratta di un’ingiunzione fatta agli uomini che si trovano di fronte ad una donna che, evidentemente, all’epoca in cui è stato scritto il Corano non indossava certamente il burqa.

Lei ha mai parlato o incontrato donne che indossavano il burqa o il niqab e che hanno smesso di indossarlo? Esistono tali casi? Non se ne parla mai.

Sono effettivamente poche le donne che usavano indossare il burqa o il niqab e che hanno smesso di farlo, io ne ho conosciuta solo una. Queste donne che indossano il burqa sono intimamente convinte di avere il passaporto per il paradiso, vestendosi così. Sono indottrinate. Più una bugia è grande, più viene ripetuta e più viene creduta. Anche l’uso del burqa è l’effetto della propaganta wahabita.

Lei sposa coppie composte da una donna musulmana e da un uomo non musulmano. Potrebbe condividere i pensieri di queste donne che fanno una scelta così coraggiosa?

Non si pianifica quando ci si innamora, accade. Nel Regno Unito il 25% degli uomoni musulmani sono in carcere, un altro 25% fanno lavori poco qualificati, e un altro 25% è composto da dei casanova, latin lover poco seri. Di conseguenza il 75% delle donne musulmane, specie se istruite e con occupazioni professionali importanti, guarda altrove per trovare un partner.
Non è proibito nel Corano, c’è solo una tradizione e io rendo possibile il matrimonio col partner liberamente scelto da queste donne.
Alcuni dicono che l’Islam dovrebbe essere riformato, altri temono che una riforma potrebbe renderlo più dogmatico e estremista. Quale è la sua opinione?

Non si tratta certo di una riforma come per il Cristianesimo, l’Islam è differente. Ma ne abbiamo bisogno, riformare, adattarsi ai nostri tempi è l’unico modo per andare avanti e sconfiggere l’estremismo.

Vorrei ancora chiederle come la libertà di coscienza e di pensiero può arricchire i musulmani.

Se si segue il Corano la libertà di scelta è garantita. Ad esempio (109:6) si dice: “A te la tua religione, a me la mia religione”; e anche (2: 256): “Non c’è coercizione nella religione”; o ancora (10:99): “Se il Signore lo avesse voluto, l’intera umanità avrebbe creduto in lui. Perché forzare gli uomini a credere?”
Questi esempi, tutti tratti dal Corano, per ricordare che la libertà di pensiero e intellettuale, la logica e la ragione sono possibili e necessarie. Purtroppo, quelli che io chiamo la terribile terzina, vale a dire la Sharia, la fatwa e le hadith che sono le fonti secondarie curate e interpretate nel periodo post-Maometto e che dovrebbero avere scarsa importanza, hanno assunto ora un peso enorme con le conseguenze del caso.



FOTO: L'IMAM TAJ HARGEY

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