“La legalità si afferma a partire dal lavoro, riducendo la povertà,
l’ingiustizia sociale, le diseguaglianze, combattendo la corruzione,
contrastando lo sfruttamento, il lavoro nero,
il caporalato e la prevaricazione”
È costante il richiamo ai principi fondamentali della nostra Carta costituzionale nella relazione che il Segretario generale Daniele Tissone ha tenuto in occasione del V Congresso nazionale, svoltosi a Rimini all’inizio del mese di gennaio proprio nel ventesimo anniversario della nascita del sindacato Silp-Cgil. Un accorato appello a mettere finalmente al centro dell’agenda politica e sindacale il lavoro, considerato volano dello sviluppo dei diritti, delle libertà e della dignità dell’uomo: “La legalità si afferma a partire dal lavoro, riducendo la povertà, l’ingiustizia sociale, le diseguaglianze, combattendo la corruzione, contrastando lo sfruttamento, il lavoro nero, il caporalato e la prevaricazione”, ha detto Tissone. Dopo aver stigmatizzato la febbrile corsa ad armarsi, definita “errore sia culturale che istituzionale perché denota il fallimento stesso di uno Stato che si dichiara incapace di assolvere al dovere più grande: quello di garantire la sicurezza dei cittadini”, il Segretario generale ha condannato la strumentalizzazione politica dell’insicurezza percepita, che accresce l’allarme sociale, alimentando l’illusione di una possibile sicurezza fai-da-te: “A problemi complessi la politica risponde oggi con soluzioni apparentemente banali, con veri e propri slogan, lasciando alla contingenza del momento le nuove criticità” ed affrontando delicate questioni sociali esclusivamente in chiave di ordine pubblico. “Per noi del Silp-Cgil – conclude Tissone – la sicurezza, quale valore di civiltà, deve essere pubblica e partecipata, ponendo al centro della nostra azione la persona, cittadino o straniero, con i suoi bisogni, con le sue aspettative. Un modello di sicurezza garante del rispetto dei principi della nostra Costituzione”. Significativa, infine, la ferma “condanna ai crescenti atteggiamenti ostili contro il diverso e contro ogni forma di solidarietà, che ha ricadute anche sull’ordine pubblico e sugli operatori chiamati a garantirlo e a gestirlo”.
Nel corso del Congresso, che ha visto la partecipazione anche del Capo della Polizia, Prefetto Franco Gabrielli e del Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, il Comitato direttivo centrale ha eletto all’unanimità la nuova Segreteria nazionale, nelle persone di Maurizio Cesaretti, Pietro Colapietro, Tommaso Delli Paoli, Michela Pascali e Mario Roselli (fa parte della struttura anche Massimo Montebove, in qualità di responsabile dell’ufficio comunicazione nazionale).
Pascali, 46 anni, leccese d’origine, dopo aver prestato servizio alla Polfer di Milano lavora attualmente presso la Questura di Firenze col grado di assistente capo tecnico. È la prima poliziotta dichiaratamente lesbica al vertice di un sindacato di polizia.
Polizia e Democrazia l’ha incontrata.
Si è tenuto a gennaio il Congresso nazionale Silp-Cgil: quali priorità e prospettive sono emerse nel corso dei lavori?
Direi che le priorità sono molteplici e gli obiettivi ambiziosi a partire dai temi legati alla salute degli operatori: i marcatori che delineano un elevato rischio di stress sono evidenti e non riguardano il solo coinvolgimento in eventi traumatici o il contatto con fasce di cittadini che vivono situazioni di profondo disagio.
Siamo ancora lontani dal pieno riconoscimento delle tutele e dei diritti collettivi e individuali. I benefici a tutela della maternità non sono sufficienti, tantissima la strada da percorrere per ciò che riguarda la tutela alla genitorialità. Al netto delle poche assunzioni e delle regolari perdite del personale posto in quiescenza, oggi l’età media degli operatori e delle operatrici della Polizia di Stato risulta essere tra le più alte d’Europa.
È necessario puntare a un riordino in tema di avanzamento di carriera che dia legittimità e valorizzi l’operato dei lavoratori e delle lavoratrici. Il D.Lgs. 95/2017, che ha recepito il testo di revisione delle Forze di polizia, ha disatteso quanto richiesto e creato ulteriori situazioni di iniquità tra il personale interessato. ... [continua]
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