La “previdenza complementare” nasce dalla necessità di abbinare alla tradizionale pensione, un’altra rendita vitalizia: cioè una pensione aggiuntiva, in quanto quella erogata dal settore pubblico o privato può essere insufficiente per le future esigenze familiari.
Sono state attuate varie riforme pensionistiche, ma la più completa ed organica è quella istituita con l’entrata in vigore del D.Lgs 252/2005.
La previdenza complementare o previdenza integrativa si fonda su tre cardini fondamentali:
Un lavoratore
Un fondo pensione
Un organismo di controllo (Covip)
Il “lavoratore” è la figura più importante e su di lui è fondato l’intero istituto della previdenza complementare. È lui che deve manifestare la volontà di costituirsi una pensione integrativa.
È lui che versa i contributi al fondo pensione, sia quantitativamente sia in relazione alla durata dell’accantonamento nel fondo.
Il “fondo pensione” è un altro attore principale in quanto svolge il ruolo di gestore dei risparmi versati dai lavoratori, dando anche la garanzia di una pensione futura.
Il “COVIP” (commissione di vigilanza sui fondi pensione) svolge le funzioni di controllo e di garanzia, sia sulla raccolta sia nell’impiego del ricevuto.
La previdenza complementare si articola in tre fasi:
Fase dell’accumulazione dei contributi
Fase dell’investimento dei contributi (rendimenti)
Fase dell’erogazione delle prestazioni ( pensione)
I fondi pensione o “forme pensionistiche complementari” possono essere di varia natura:
Forme pensionistiche collettive
Forme pensionistiche individuali
Nelle forme pensionistiche collettive i soci sono rappresentati da intere categorie di lavoratori che aderiscono attraverso un accordo collettivo, ma anche riservato solo a loro, da cui il nome di “fondi chiusi”. Diversa è la natura degli altri fondi, detti “fondi Aperti”, fondi istituiti direttamente da organismi finanziari, quali: banche, assicurazioni, società che gestiscono il risparmio, società di intermediazione mobiliare.
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