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Marzo - Aprile/2016 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Il mondo del lavoro
Il Lavoro giovanile in Italia
di Giancarlo Laino

Un discorso a parte meritano i giovani, che stanno incontrando sempre maggiori difficoltà nell’ingresso nel mondo del lavoro.
Ancora più critica, infatti, appare la situazione se si considerano i dati relativi alla partecipazione dei giovani al mondo del lavoro.
Secondo i dati sono più di 800.000 i giovani disoccupati, con un’incidenza sul totale dei giovani in questa classe di età pari all’12,9%. Il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 44,6%.
I giovani appaiono come la fascia più colpita dalla crisi e l’Italia rischia di perdere il contributo di un’intera generazione.
Nel 2014 sono stati attivati circa 9,6 milioni di nuovi contratti di lavoro, un dato in calo dell’8% rispetto al 2012, corrispondente a circa 800.000 posti di lavoro in meno rispetto a due anni prima. Il 68% dei contratti attivati nel 2014 è a tempo determinato, mentre il 16% è a tempo indeterminato. Appaiono come residuali invece le altre tipologie: i contratti di collaborazione (7%), i contratti di apprendistato (3%) e le altre tipologie contrattuali (6%, tra cui contratto di formazione lavoro (solo per la P.A.), contratto di inserimento lavorativo, contratto di agenzia a tempo determinato e indeterminato, lavoro autonomo nello spettacolo, lavoro interinale.
Nel confronto temporale emerge un lieve incremento della quota di contratti a tempo determinato, a fronte di un calo delle altre tipologie contrattuali. In valore assoluto i contratti a tempo determinato sono rimasti sostanzialmente stabili nei tre anni in esame, ma rispetto al 2011 mancano all’appello circa 260.000 contratti a tempo indeterminato, circa 200.000 contratti di collaborazione e circa 270.000 contratti appartenenti ad altre tipologie.
In una fase congiunturale così difficile, l’obiettivo delle istituzioni nel nostro Paese deve quindi essere quello di includere nel mercato del lavoro più di 3 milioni di disoccupati e di ridurre sensibilmente la quota di inattivi.
La globalizzazione, il progresso tecnologico, la rivoluzione digitale e ‘social’, il progressivo invecchiamento della popolazione e un sistema pensionistico in continua evoluzione sono variabili che andranno inevitabilmente prese in considerazione per disegnare un nuovo mercato del lavoro.

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