La categoria di lavoratori che ha maggiormente subito gli effetti della crisi è stata quella dei dirigenti, con il 34% delle aziende che ha ridotto il numero di risorse appartenenti a questa categoria professionale, a fronte di solo il 13% di aziende per le quali è aumentato. Da considerare comunque il fatto che i dirigenti hanno una tipologia contrattuale più flessibile rispetto agli addetti, rendendo più semplice nel loro caso un eventuale licenziamento. In questa fase di crisi risultano penalizzati però anche gli inquadramenti professionali inferiori, con il 44% delle aziende che ha ridotto il numero di dipendenti nel suo complesso.
A causa della perdurante crisi, tutte le tipologie di licenziamento previste dalla legislazione attuale sono state utilizzate in misura superiore dalle aziende negli ultimi due anni; il 16% del campione intervistato ha aumentato i licenziamenti per giusta causa, mentre il 13% ha incrementato i licenziamenti per motivi economici e quelli collettivi.
Le impugnazioni giudiziali di licenziamenti disciplinari, pari al 56% del totale, nella metà dei casi si sono definite con accordi transattivi. Per quanto concerne invece i licenziamenti per motivi economici, risultano essere stati impugnati nel 34% dei casi, oltre i due terzi dei quali definiti transattivamente, mentre per i licenziamenti collettivi c’è stata impugnazione solo nel 13% dei casi.
Dall’andamento delle diverse tipologie contrattuali emerge come negli ultimi due anni siano in aumento i contratti di apprendistato, le nuove assunzioni a tempo indeterminato e le stabilizzazioni a tempo indeterminato. Nonostante il mercato
sia sempre più proiettato verso la flessibilità, i contratti a tempo determinato mostrano un saldo netto negativo: contratti a tempo determinato, collaborazioni occasionali, contratti di somministrazione e contratti a progetto hanno tutti registrato più riduzioni che incrementi negli ultimi due anni.
Da segnalare comunque che il legislatore con le ultime riforme del lavoro ha privilegiato il contratto di apprendistato, stage e i Voucher come la tipologia preferibile per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
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