Nell’ambito delle ultime previsioni europee sull’andamento della spesa pensionistica di lungo periodo, l’Italia si colloca in una posizione virtuosa rispetto alla media degli altri paesi. In media nell’Europa a 27 la spesa pensionistica in rapporto al Pil dovrebbe aumentare di circa 2,4 punti percentuali a causa dell’invecchiamento della popolazione e del numero crescente di pensionamenti precoci. Per la maggior parte degli stati membri l’aumento si attesterà intorno ai 5 punti percentuali.
Se si confrontano però le ultime previsioni al livello europeo con quelle precedenti, si osserva per gran parte dei Paesi, Italia compresa, un peggioramento prospettico del rapporto della spesa sul prodotto: in Italia questo peggioramento è pari, nelle previsioni comunitarie più recenti, a 0,7 punti percentuali ed è da imputare interamente alla bassa crescita del prodotto. La Commissione Europea ha affrontato con grande attenzione il tema degli effetti della crisi economica sui livelli di spesa pubblica. Vengono prospettati tre scenari rispettivamente:
- .lo “scenario del rimbalzo” assume una accelerazione della produttività del lavoro e dell’input di lavoro tale da recuperare entro il 2020 la perdita di prodotto indotta dalla crisi;
- nello “scenario della decade persa” la produttività e la domanda di lavoro ritornano entro il 2020 ai valori che avrebbero avuto se non si fosse verificata la crisi;
- nello “scenario dello shock permanente” la produttività del lavoro e l’occupazione si stabilizzano ad un livello permanentemente più basso rispetto ai valori che avrebbero avuto in assenza della crisi.
In tutti e tre gli scenari la riduzione del prodotto interno lordo pro capite, nel medio periodo, è compresa tra i 6 e i 9 punti . Nello scenario del rimbalzo viene recuperata entro il 2020. Nello scenario della decade persa c’è una perdita rispetto allo scenario base fino al 2020, che implica comunque una perdita permanente di creazione di ricchezza, anche se poi si ritorna al livello dello scenario base. Infine nello scenario dello shock permanente si assiste a una perdita di prodotto molto più marcata pari in termine di Pil pro-capite ad un valore di poco inferiore al 12% rispetto allo scenario base nel 2020 e al 16% nel 2040. Ciascuno dei tre scenari sopra delineati determina un aumento dell’incidenza della spesa pensionistica sul Pil, visto che la spesa previdenziale ha, almeno nel breve periodo, una bassa elasticità rispetto al Pil e dunque risponde molto lentamente a variazioni del tasso di crescita del prodotto. Addirittura alcune spese connesse con l’invecchiamento della popolazione, come quella sanitaria, sono totalmente inelastiche a variazioni del Pil e possono continuare a crescere anche in presenza di tassi negativi del prodotto.
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