Troppa disparità
Gentile Direttore,
vorrei far conoscere all’opinione pubblica, ed in particolare al funzionario addetto all’Ufficio Ricorsi, il quale, in base alle norme di interpretazione applicabili ai dipentendi della Pubblica amministrazione non brilla certo di chiarezza solare.
Faccio riferimento alla sentenza pronunciata sui ricorsi iscritti emessi dalla Corte dei Conti Sezione Giurisdizionale per la Regione Sardegna, la quale, con pronunciamento favorevole delle sentenze, venivano accolti i ricorsi proposti da un gruppo di 22 pensionati ex dipendenti della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, contro i ministeri dell’Interno e della Difesa, patrocinati dallo studio legale Giacomo e Celestino Manca di Mores.
Sulla scorta degli orientamenti seguiti dalla Corte dei Conti, ne consegue un riconoscimento nella base pensionabile, mediante computo della maggiorazione del 18%, di cui all’art. 16 legge 29/04/1976 n. 177, sull’assegno funzionale previsto dall’art. 6, 1° comma del d.lgs 21/9/1987 n. 387, convertito con la modificazione della legge n. 472/1987, nella misura spettante all’atto del collocamento in quiescenza.
Trascorso quasi un anno e quarantasei giorni, termine legale per l’opposizione, avverso tali sentenze ritenute ingiuste e lesive degli interessi delle Amministrazioni sopra menzionate, proponeva appello l’Avvocatura generale dello Stato contro venti ricorrenti su un totale di ventidue, affermando altresì che: “l’assegno funzionale anche se pensionabile, non è suscettibile dell’incremento del 18%, in quanto di natura accessoria o additiva dello stipendio, non espressamente previsto da una specifica disposizione di legge istitutiva.
Non conformemente ai principi di parità, gli atti di appello sono stati notificati con condotta omissiva e discriminatoria, senza che siano stati precisati i motivi di tale condotta.
In relazione a quanto precede, in considerazione che la materia si presta a diverse interpretazioni.
Nello stesso periodo, un altro gruppo di circa quindici appartenenti alle Forze di polizia presentò a suo tempo ricorso individuale senza procura di rappresentanza legale, che con la messa a ruolo, la magistratura contabile giurisdizionale ha accolto con diritto positivo per tutti i ricorrenti. Dopodiché, con identica prassi procedurale l’Avvocatura generale, per circa dieci ricorrenti, ha fatto scattare l’atto di opposizione, mentre per gli esclusi, l’atto di notifica si trova a tutt’oggi, inattivo per tardività negli uffici dell’Avvocatura generale dello Stato.
Considerata pertanto l’anomala procedura che di fatto permette agli esclusi dall’opposizione, il diritto di essere risarciti senza attendere l’esito dell’appello; il che consegue la violazione di precetti costituzionali che, nel caso di specie, determina disparità di trattamento su circostanze e fatti di identica motivazione surrichiamati.
Chi cura quotidianamente le relazioni con il presonale in quiescenza, ha l’obbligo del rispetto dell’uomo e della sua dignità sociale, senza limitazioni di uguaglianza, ragion per cui, in buona sostanza: “O niente a tutti o pari dignità per tutti”.
E’ prassi consolidata, per ottenere la concessione dei diritti, si tende sempre a dilatare i tempi all’infinito con espedienti, raggiri abili e ingegnosi.
E intanto, nelle more dell’attesa, per taluni, i benefici spettanti vengono elargiti agli eredi perché il beneficiario è passato a miglior vita.
Grazie per l’ospitalità e cordiali saluti.
Efisio Ligas
Sassari
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Ringraziamenti dalla figlia di Felsani
Egregio Direttore,
assolutamente per caso, mi sono trovata a cercare su Internet qualcosa sul mio cognome, forse su mio padre. Chissà, forse per un presentimento.
Fra le righe di Google, mi è apparso il vostro sito che non avevo mai visto e, incuriosita, ho aperti il file.
Mi ha subito travolto un’emozione violenta, in questo momento in cui la mancanza di mio padre mi colpice quando meno me lo aspetto.
Che lui fosse una persona speciale, l’ho sempre pensato, con l’affetto di una figlia. Ma sapere che chi ha lavorato al suo fianco per tanti anni, l’abbia apprezzato e non dimentichi, anche dopo tanto tempo, il suo impegno e il rigore con cui affrontava tutto ciò che riguardava la Polizia, mi ha riempito di commozione.
Ho sentito perciò l’esigenza di ringraziare con queste righe personalmente Oronzo Cosi e Francesco Forleo per le parole di stima e di affetto con cui lo hanno ricordato.
Già la presenza, il giorno del suo funerale, di tanti che avevano lavorato con lui e le parole di affetto di tutti quelli che si erano avvicinati alla nostra famiglia, ci avevano lasciato una dolcezza nel cuore e avevano aiutato tutti noi a superare il tristissimo momento.
Conosco personalmente da tanti anni il dottor Forleo e sò con quanto affetto e stima abbia seguito mio padre e ci sia stato accanto fino all’ultimo.
Vi prego perciò di trasmettere il ringraziamento da parte di tutta la mia famiglia a lui e al dottor Cosi, che temo di non avere mai conosciuto personalmente, ma con il quale spero di potere, quanto prima, avere una occasione di incontro.
Cordiali saluti.
Marina Felsani
Roma
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