Benvenuta
Cara Giada
al di là delle felicitazioni già espresse su Fb per la sua promozione a Direttore, le invio la presente in quanto, essendo appena uscito dal cinema dove abbiamo, come Cineforum, proiettato il film Diaz sono obbligato a fare un po' di flash back...
Orbene, siccome pensavo, a torto, di avere esaurito sia le lacrime che le fitte addominali, dopo aver rivisto questo lugubre spettacolo che ancora ripete episodi spaventosi posti in essere alla Diaz e al Reparto Mobile di Bolzaneto, questi malesseri li ho ancora introiettati e vedere Sgalla che dice in maniera invereconda, che il sangue rinvenuto nella scuola è sangue pregresso... mi fa vomitare.
E' appunto partendo da questi episodi che è necessario rifare la storia del Movimento dei Carbonari con Franco Fedeli in testa e il percorso democratico affrontato per la conquista della Riforma 121/81. Sono sicuro e certo che soltanto dalle voci dei primissimi "eroi senza medaglia" di Fedeliana memoria si può concertare una disanima dei fatti con una serie di interviste/riflessioni appunto a detti attori.
Questa proposta l'avevo, a suo tempo, inoltrata al passato direttore ma non era stata accettata. Siccome sono passati 31 anni dalla Riforma, penso che sarebbe ora di rifare un po' di storia in maniera onesta e seria.
Speranzoso che detta richiesta possa essere esaudita la saluto e le faccio gli auguri di buone feste estese a tutta la Direzione. Un abbraccio solidale
Orlando Botti - Imperia
Gentile Orlando Botti,
nel ringraziarla per le felicitazioni, colgo subito l’occasione per esprimerle il mio parere favorevole rispetto alla sua proposta.
Era già nelle mie intenzioni ripercorrere i passi di coloro che hanno lavorato al cambiamento culminato con la Riforma dell’81 per capire, anche, cosa ne resti oggi.
Sarà un lavoro che richiederà impegno, ricerca e dedizione da parte di tutti i nostri giornalisti a cui lavoreremo lungo il 2013. Vi daremo conto, sulla rivista e attraverso il sito, delle testimonianze che raccoglieremo, col desiderio che siano numerosi i poliziotti – e le loro famiglie – a raccontarci quegli anni.
Giada Valdannini
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Bene comune
Gentile Direttore,
colgo l'occasione per ringraziarla del bellissimo articolo di Alberto Bordi che qualche tempo fa ha pubblicato su mio padre, il famoso maresciallo della Mobile degli anni '60, un mito che continua a vivere anche e soprattutto all'interesse che la stampa e i media in generale gli dedicano ancora oggi.
Più recentemente, come forse avrà saputo, è stato inaugurato a suo nome anche uno splendido giardino in zona Torrino Eur che auspico divenga punto di incontro di manifestazioni legate al mondo della Polizia ma non solo, essendo un giardino frequentatissimo da famiglie e tantissimi bambini: le cosiddette nuove generazioni che dovrebbero, a mio avviso, conoscere sempre di più storie stimolanti per la loro crescita intellettiva ed etica apprezzando persone che hanno agito nella legalità e in favore di tutta la società civile.
Mi permetto di inoltrarle una mail che tempo fa, a mia volta, ho inviato alla presidente Polverini (ahimè senza ricevere risposta) nella quale sentivo il dovere come cittadina di elogiare l'operato dell'Ospedale Cto Alesini di Roma per competenza, eccellenza e profonda umanità di chi vi opera, un ospedale che credo subirà dei tagli, chiusure o trasformazioni secondo futuri progetti non proprio collimanti col bene delle utenze; così mi è sembrato di percepire.
Non so se lei dedica spazio anche a queste questioni che a mio avviso rientrano comunque nell'ampio concetto della democrazia: un bene è uguale per tutti e a favore di tutti i cittadini soprattutto se funziona e spero riesca a trovare un piccolo spazio o se volesse anche di approfondimento per queste mie brevi considerazioni che danno fiducia alle persone sconfortate come me in questo perido e a tutti coloro che oggi vedono veramente solo "nero".
“Gentile Presidente, in momenti bui come i nostri che credo condivida a pieno per le problematiche che si trova quotidianamente a trattare, vorrei come libera cittadina, come donna nonchè figlia e madre farle presente quanto sia importante per noi che viviamo a Roma e per tutti coloro che abbiano l'esigenza di rivolgersi ad un ospedale, quanto io abbia apprezzato dopo lungo girovagare, l'operato dell'ospedale Cto Alesini che considero eccellente per l'efficienza a cominciare dal pronto soccorso, per l'umanità ed educazione di tutti gli operatori senza ovviamente trascurare le capacità degli ottimi medici che ho incontrato.
Non è una banale letterina di compiacimento la mia ma è proprio un grido di vero plauso dopo tutto quello che ho passato da qualche tempo. Dopo due mesi che peregrinavo di ospedale in ospedale trascinandomi una madre 80enne, già portatrice di due protesi (anca sn e ginocchio dx) con un ennesimo problema (una necrosi improvvisa dell'anca dx) e con serio rischio di trombosi (problemi nella coagulazione del sangue), e dopo aver speso per visite private in una settimana circa 1.000 euro senza mai risolvere il problema perchè nessuno aveva capito la gravità della sua situazione mettendomi davanti al rispetto di "liste" ingessate e insormontabili o prospettando (questo è ancora più grave) interventi in sedi private che mia madre (pensionata ) non avrebbe potuto affrontare da sola, dopo avere insistito in un ricovero presso il San Carlo di Nancy dove aveva fatto gli altri interventi di protesi che nel frattempo cessava operazioni e quant'altro, mi sono trovata in mezzo ad una vera tragedia umana che può capire solo chi come me ci si è trovata e di cui si è dovuto far carico tutta la mia famiglia, mancando dal lavoro (sono un impiegata del Ministero dell'Interno)cercando di essere sempre con lei che temevo potesse cadere, cosa che alla fine è accaduta nonostante la badante e la presenza di una vicina perchè la gamba non sorreggeva più il peso del corpo.
Dopo tutto questo una corsa disperata con ambulanza privata al Cto e l'intervento dopo pochi giorni che ha posto fine al suo indefinibile dolore e sofferenza che forse non importa poi a nessuno se la lungaggine dell'iter programmato impone tempi che nulla hanno a vedere con l'umanità e la sofferenza . In questa sede l'operosita' del reparto diretto dal professor Cammarano mi è sembrata di un altro mondo, persona eccezionale anche sotto il profilo umano, che creda, non guasta quando ti trovi in certe situazioni disperate.
Mia madre è ancora ricoverata e sta recuperando giorno dopo giorno la speranza di continuare a vivere sorretta da tutto lo staff del reparto che con amore e dedizione operano in quella sede. Non so se ci sarà un recupero totale ma voglio ringraziare a prescindere, perchè per una volta in un momento difficile della mia vita ho sentito di non essere sola.
Grazie a tutti coloro che operano con questo sentimento e grazie a lei Presidente se continuerà a tenere sempre in piedi questa struttura che merita il riconoscimento di tutti noi cittadini”.
La ringrazio per l’ospitalità.
Un cordiale saluto
Carmen Spatafora - Roma
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