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Marzo-Aprile/2014 - Lettere
redazione@poliziaedemocrazia.it - direttore@poliziaedemocrazia.it
Le vostre lettere
di

Quale futuro per la Polizia postale?

Egregio Direttore,
ho letto sulla stampa che presto saranno aboliti gli uffici della Polizia postale. Non conosco i motivi di questa decisione presa dalle autorità, anche se dicono che bisogna risparmiare. Voglio però segnalare che proprio la Polizia postale ha individuato un sito “pericoloso” con il quale si collegava un mio figliolo quindicenne attraverso il suo Pc. Da quanto mi è stato poi riferito sembra che quel sito sia stato chiuso con conseguente denuncia per i gestori.
Come genitore sono un po’ sconcertato di questa abolizione: ma come si può pensare di “risparmiare” togliendo i servizi di Polizia? Forse al ministero dell’Interno farebbero bene a rinunciare al loro faraonico parco di macchine blu e ottenere così un risparmio, anziché mettere le mani su certi importanti servizi di polizia!
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
Maurizio Ridolfi
Padova

La probabile abolizione di molte delle sedi provinciali della Polizia postale è un brutto colpo per la sicurezza del nostro Paese. La revisione della spesa, se da un lato va incontro alle esigenze economiche, dall'altro rischia di agevolare truffatori, stalkers e criminali che provano ad adescare i più giovani tramite il web.
Condivido quindi i suoi timori tanto più che, sul piano pratico, ha potuto riscontrare l'efficacia di un servizio, quello della Polizia delle comunicazioni, che in tempi in cui siamo sempre connessi (telefono, web, etc), risulta imprescindibile.
Ne scrivemmo già tempo addietro in un articolo dal titolo 'Se il futuro della Polizia postale e delle Comunicazioni coincide con la nostra sicurezza' e torneremo a breve a farlo, proprio perché abbiamo ben presenti i rischi che si corrono nel trascurare una sezione di Ps come questa.
Saluti, Giada Valdannini
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Europee, tra astensione e voto di protesta

Caro Direttore,
le elezioni europee sono alle porte e già si immagina che l'affluenza alle urne sarà bassissima. Ma poi, perché andare a votare? Chi mandiamo al Parlamento europeo? Chi sa nulla di cosa facciano laggiù e che utilità abbiano per il nostro Paese?
Sembra quasi un Parlamento di serie B anche se il nostro premier, per il Pd, ha detto (e candidato) coloro che ritiene essere i migliori. Troverò la spinta ad andare al seggio solo per contrastare lo sfascismo di taluna politica e l'antieuropeismo che, comunque, a mio avviso, non ha ragion d'essere. Spero che in tanti lo facciano e che non disertino il voto per una giornata al mare.
Flavio I.

Caro lettore, a ben guardare le cronache nazionali come le pagine economiche, l'Europa conta molto di più di quanto non sia sembrato anni addietro. È ben evidente come le vicende del nostro Paese siano strettamente connesse col resto dei Paesi dell'Unione. Per tale motivo, diffondo il suo invito al voto, non potendo però trascurare anche il suo disappunto circa un certo scollamento tra gli atti del Parlamento e la nostra quotidianità. È forse anche a causa degli operatori della comunicazione se si crea questo divario ma, nel nostro piccolo e nell'autonomia che il web ci consente, dobbiamo cercare informazioni e dettagli.
La differenza la fa il lavoro dei deputati che riescono a portare a casa regolamenti favorevoli al nostro Paese - il che non significa a scapito di altri - e fondi utili ai progetti in cantiere sul nostro territorio. Ce ne sono, glielo assicuro e ci sarà anche occasione per analizzarli assieme. Al voto 'sfascista' - come lo chiama giustamente lei - e unicamente di protesta non ho mai creduto.
Che il diritto/dovere al voto sia sempre una rinnovata occasione di determinare il futuro del nostro Paese e quello della Comunità in cui è immerso.
Saluti, Giada Valdannini



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