Da ex fondatore del Siulp ed ex Segretario generale del Siap rimango perplesso sulle risposte date dall'attuale Segretario del Siap Giuseppe Tiani, nell'intervista curata da Lorenzo Baldarelli. Avevo dato al sindacato un'impronta profondamente democratica dove valori come la solidarietà, il diritto e la tutela del lavoro, la legalità, l'uguaglianza, la cultura, la moralità, l'etica e la dignità della persona erano le priorità e tutto questo veniva riconosciuto nelle varie sedi politico-istituzionali. Un sindacato inattaccabile sotto ogni punto di vista e punto di riferimento di tante persone e associazioni appartenenti o meno alla Polizia. La nostra organizzazione sindacale è stata sempre affianco a Libera di Don Luigi Ciotti, di Don Gallo, del Vescovo di Acerra Don Riboldi, di tutti quei cittadini impegnati contro ogni forma di violenza e malavita organizzata. A testimonianza di questo sono stati i temi affrontati nei tanti convegni, consigli nazionali e congressi, o dove siamo stati protagonisti di manifestazioni per la sicurezza e lo sviluppo del nostro Paese. Non ho mai accettato lusinghe da parte del Palazzo, non ho mai partecipato a concorsi e tanto meno mi sono fatto raccomandare per vincerne qualcuno. Quello che ho avuto me lo sono guadagnato.
Dalla risposta sui fatti di Macerata, il Segretario dimostra scarsa conoscenza del fenomeno del terrorismo a livello internazionale, riducendo il gesto di uno squilibrato che spara dall'auto contro la folla a "un gesto isolato di un folle". Non é così. Di gesti isolati, ascrivibili comunque al fenomeno del terrorismo, ce ne sono stati tanti in Olanda, Belgio, Francia e Germania dove singoli folli hanno usato le armi più disparate, dal coltello alle vetture. Gli esperti internazionali hanno analizzato i vari attentati che si sono succeduti nell'ultimo decennio e in numerosi convegni sul terrorismo islamico hanno ribadito che non sempre le organizzazioni terroristiche hanno rivendicato gli attentati, ma hanno comunque identificato tali comportamenti con atti di terrorismo compiuti da singoli o da gruppi.
Riguardo alle responsabilità politiche sul tema dell'immigrazione attribuite alla Lega, e in prima persona all'ex Ministro dell'Interno, dimentica che i governi e i partiti "diversamente leghisti" hanno riconosciuto ampiamente i risultati e l'alta qualità dell'operato di Roberto Maroni contro la malavita organizzata e gli scafisti. Inoltre, ha avuto largo consenso nella gestione dell'emergenza sull'immigrazione.
L'istituzione di una "Polizia ad hoc per la migrazione" non è un'idea nuova perché già esiste, è la Polizia di Frontiera aerea marittima e terrestre a cui avrebbero dovuto semplicemente assegnare più risorse economiche, mezzi, tecnologie, donne e uomini con un'alta preparazione professionale e anche linguistica. Si sarebbe dovuto garantire a queste donne e questi uomini anche un più ampio potere decisionale nelle operazioni di coordinamento e nell'accoglienza degli immigrati.
Afferma poi che "per accogliere così tante culture serve una conoscenza delle lingue con elevati livelli di specializzazione", il nostro caro segretario non ricorda che negli uffici stranieri della Polizia di Stato e in altri settori operano poliziotti che parlano fluentemente le lingue e sarebbe sufficiente incrementare il loro numero. A partire dalla Riforma 121/81, infatti, sono tantissimi le donne e gli uomini in possesso di una preparazione universitaria anche delle lingue. Sottolineo infine, che gli immigrati che raggiungono le nostre coste parlano prevalentemente la lingua anglofona, francofona e araba, sarebbe sufficiente utilizzare al meglio le conoscenze che i nostri poliziotti già possiedono.
Il G8 è una parte della nostra storia da archiviare ma non da dimenticare. Gilberto Caldarozzi, Adriano Lauro, Pietro Troiani e tanti altri che hanno nascosto le verità e hanno agito all'interno della scuola Diaz, andrebbero dovuto essere allontanati dalla Polizia senza esitazione ben prima che la Corte Europea ci condannasse per il reato di tortura, un reato aberrante in un Paese che si reputa democratico; inoltre, i vertici del ministero dell'Interno avevano lo strumento giusto per cacciarli via, ovvero il D.p.r. 737 che all'articolo 7 nei primi quattro commi prevede la destituzione con la cancellazione dai ruoli dell'Amministrazione di coloro che con la loro condotta abbiano reso incompatibile la permanenza in servizio e leso l'immagine della Polizia di Stato. Ma qui il discorso è più profondo e complesso perché, come nel caso Borsellino dove sono emersi depistaggi e altro, anche in questo caso dentro il Palazzo ci sono altre figure coinvolte che hanno coperto i fatti accaduti. Il Segretario difende Calderozzi affermando che "stiamo parlando di uno dei più brillanti direttori del Servizio centrale Operativo" e così gli altri, tutti bravi poliziotti. Ma senza questi poliziotti, l'attività di sicurezza in Italia non sarebbe venuta meno, se avessero fatto il loro dovere l'immagine della Polizia non sarebbe stata infangata a livello nazionale e internazionale. Tutti i poliziotti che quotidianamente difendono la democrazia nel rispetto dei diritti e dei doveri e che non hanno protezioni speciali vengono invece sospesi e licenziati. La condanna inflitta a Calderozzi è di quasi quattro anni! E' una pena molto grave per un servitore dello Stato, non si può sminuire e sottovalutare l'operato e le conclusioni della magistratura che ha fatto emergere tutto il marcio dei fatti del G8. Descrivere Calderozzi & Co. come indispensabili e brillanti significa offendere tutti gli altri funzionari. Chi come me ha sempre agito nella legalità non può accettare che ci siano dei condannati nella Polizia.
Il Segretario nel difendere questi "poveri malcapitati" afferma che, oltre alla pena pecuniaria, hanno svolto "lavori socialmente utili". Anche Berlusconi condannato per... Purtroppo nel nostro Paese piccoli uomini occupano posti importanti ed è per questo che l'Italia va a rotoli. Non bisogna dimenticare che questi funzionari dello Stato svolgevano compiti di difesa dei Diritti dei cittadini, non possono essere paragonati ad altra categoria di lavoratori. Anche al G8 loro rappresentavano lo Stato italiano.
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