Etica, politica, laicità
La storia non è finita è il libro di un “impolitico”, nel senso dato a questo termine da Thomas Mann: uno che, come la maggior parte di noi, si appassiona più per una giornata al mare che per un’assemblea o per la cronaca politica, ma è convinto a malincuore che, quando il corpo sociale si ammala o viene aggredito e guastato, quando sono in gioco i valori in cui crediamo, allora diventano necessarie la presa di posizione, la protesta, la testimonianza, l’analisi, la satira...
I capitoli di questo libro, nati quasi tutti come articoli per il Corriere della Sera, parlano di laicità, liberata dall’equivoco che la contrappone scorrettamente alla fede; della necessità e dei limiti del dialogo fra le culture; del rapporto fra Stato e Chiesa o fra etica e diritto; della montante regressione irrazionalista; della scienza dinanzi alla mutazione epocale che sembra trasformare la stessa identità e natura dell’uomo; dell’involuzione politica che ha messo e sta mettendo in pericolo i valori elementari della democrazia e del liberalismo; di violenza e di guerra; di unità nazionale, in un mondo in continua e convulsa trasformazione, dove interpretazioni e ideologie possono solo avere una vita brevissima. La cronaca - bizzarra, drammatica, comica, stravolta - s’intreccia con la storia, la quotidianità con gli insegnamenti dei maestri del passato.
Senza mai ignorare il dubbio sulle proprie convinzioni né il dubbio che valori e significati siano illusorie bolle d’aria, sempre disponibile ad ascoltare le ragioni opposte, ma anche alla sferzante denuncia o all’ironica parodia della realtà sempre più grottesca e violenta che ci circonda. Magris si interroga sulle lacerazioni del nostro presente e sulle scelte che ci impone. Rifiuta le facili promesse di salvezza o la tolleranza opportunistica. Con pazienza e determinazione, umiltà e rispetto, ci aiuta a cercare “le leggi non scritte degli dei”, quelle che in ogni caso non possono essere violate.
Claudio Magris
LA STORIA NON E’ FINITA
GARZANTI ed.
pagg. 245 L 16
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La tragedia arabo-israeliana
L’autore di questo libro fu ministro degli Esteri di Israele durante i negoziati di Camp David, promossi per la soluzione della questione palestinese. Molti fattori hanno contribuito negli anni a rendere la questione palestinese ancora più drammaticamente imbrogliata: i primi moti arabi alla fine degli anni Venti, la grande rivolta antibritannica e antiebraica del 1936, la politica ondivaga del governo britannico, la nascita in ambedue i campi di personalità radicali, più inclini allo scontro che alla conciliazione, l’importanza dell’estabilishment militare nella politica israeliana dopo la guerra del 1948. Secondo l’autore soltanto “una coalizione internazionale di pace guidata dagli Usa” potrà imporre ai contendenti la soluzione del loro conflitto.
Shomo Ben-Ami
PALESTINA. LA STORIA INCOMPIUTA
Corbaccio ed.
pagg. 544 L 26
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Giovane islamico dell’est americano
Ahmad Mulloy Ashmawy ha diciotto anni e vive a New Prospect, una tranquilla cittadina del New Jersey, con la madre, figlia di immigrati irlandesi; il padre, di origini egiziane, li ha abbandonati quando Ahmad era molto piccolo. Studente brillante e giudizioso, il giovane si sente isolato, quasi respinto dai suoi coetanei e dalla società americana, di cui disprezza la povertà di valori. E’ per difendersi da tutto questo che si è trincerato dietro il muro del rigore musulmano, sotto la guida dell’imam yemenita della moschea locale. Nonostante i generosi tentativi di smuoverlo portati avanti da un consulente della scuola, il ragazzo si trova invischiato in una rete di complicità e di intrighi che rischiano di spingerlo dentro una spirale di violenza...
John Updike
TERRORISTA
Guanda ed.
pagg. 304 L 15
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Le“radici” dell’Europa
L’Europa sta oggi vivendo un momento in cui il processo di unificazione politica segna il passo, e il progetto costituzionale sembra vicino al fallimento. Questo libro affronta il problema dell’identità dell’Europa in una prospettiva di lungo periodo, cercando di delineare il mutevole rapporto tra le sue diverse componenti. Lo fa senza indulgere all’abusato mito ideologico di presunte “radici” dell’Europa in grado di assicurarne la permanenza nel tempo. L’autore si propone, al contrario, di mostrare come essa sia sempre stata, e sia ancor oggi, il prodotto di processi molteplici, e come la sua identità sia venuta configurandosi diversamente nel corso della sua storia. Perciò questa identità, lungi dall’essere qualcosa di stabile, appare destinata a murate anche in futuro.
Pietro Rossi
L’IDENTITA’ DELL’EUROPA
Il Mulino ed.
pagg. 258 L 14
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Quarantatré anni da latitante
“Non sapete quello che state facendo, sussurrò Provenzano ai poliziotti che lo ammanettavano dentro il suo covo di Corleone, l’11 aprile 2006.... Erano le 11,21 di una mattina che il capo di Cosa nostra aveva dedicato alla scrittura dei pizzini, l’unico strumento che utilizzava per comunicare con il mondo...”
Chi è il misterioso “Nostro Signore Gesù Cristo”, sempre beninformato sul corso delle indagini, che Provenzano ringraziava nei suoi pizzini per avergli svelato la telecamera nascosta dai Carabinieri e per avergli offerto un rifugio sicuro dopo un blitz della Polizia? Chi sono gli altri destinatari dei messaggi, indicati con numeri in sequenza da 2 a 164? L’arresto del padrino di Corleone non rappresenta la fine della lotta alla mafia, ancora molti sono i nodi da scioliere.
Salvo Palazzolo Michele Prestipino
IL CODICE PROVENZANO
Laterza ed.
pagg. 332 L 15
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L’integrazione delle democrazie
Il sistema di governo mondiale, centrato sulla dominanza degli Usa e dei criteri occidentali, è in via di esaurimento; non perché l’America si sia rimpicciolita, ma perché questo è diventato “più grande”. Le tendenze mostrano che è in atto la formazione di blocchi regionali o meganazionali divergenti tra loro che porteranno ad una governabilità sempre più debole dell’economia globale e quindi all’aumento del rischio di destabilizzazione dell’intero pianeta. Per questo motivo si è aperta una stagione ri ricerca per individuare quale nuova architettura politica internazionale potrà mantenerlo stabile, governandolo. Questo libro vi partecipa, sperando di essere avanguardia, proponendo la fattibilità di un’alleanza prospettiva tra le grandi democrazie.
Carlo Pelanda
LA GRANDE ALLEANZA
Franco Angeli ed.
pagg. 192 L 19
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