Teoria e storia del moderno dispositivo poliziesco
Che tipo di potere è quello della Polizia, chiamato a governare la pericolosità sociale in una regione ai margini della legge e della giustizia?
Da dove viene il complesso di poteri e prerogative che, nella crisi dello stato sociale, sembra costruire una rinnovata forma di tutela poliziesca delle classi marginali?
Questo lavoro prova a rispondere a queste domande descrivendo i diversi modi in cui la Polizia ha svolto le sue funzioni di strumento di "governo della popolazione" tra antico regime ed età moderna.
Esso s'inserisce nel filone di studi genealogici inaugurato dall'opera di Michel Foucault, ponendosi all'incrocio tra la storia delle Istituzioni e della cultura politico-giuridica moderna e la sociologia giuridica e del controllo sociale, per analizzare tanto l'evoluzione semantica della nozione di "polizia" (sapere), quanto lo sviluppo della struttura e delle funzioni assunte dalle Istituzioni poliziesche nelle società moderne (potere).
Come tutte le analisi genealogiche, tuttavia, anche questa della Pubblica sicurezza costituisce una vera e propria storia del presente. Nel dispositivo di Pubblica sicurezza cristallizzatosi nel XIX secolo e nelle strategie messe in atto per gestire la complessa dinamica tra libertà, pericolo e sicurezza innescata dalla nascita della società industriale moderna, è possibile rintracciare le radici degli strumenti istituzionali che, nel quadro di un contesto politico e sociale fortemente egemonizzato dalla cultura neo-liberale, servono al governo poliziesco della povertà e delle insicurezze sociali nelle società contemporanee.
Giuseppe Campesi (Reggio Calabria 1977) è attualmente assegnista di ricerca in filosofia del diritto presso il Dipartimento di Teoria e Storia del Diritto dell'Università di Firenze. Membro della redazione della rivista "Studi sulla Questione Criminale", ha pubblicato saggi su numerose altre riviste, tra cui "Materiali per una storia della cultura giuridica", "Sociologia del Diritto" e "Jura Gentium".
Giuseppe Campesi
GENEALOGIA DELLA PUBBLICA SICUREZZA
Ombre Corte ed.
pagg. 282 E 22
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Un apparente suicidio
Di fronte al vuoto che il futuro le prospetta, Anna decide di tornare a Napoli, per seguire le tracce della misteriosa morte di una adolescente. Si immerge nel cuore di una città che la sconvolge per la ricchezza di colori, luci, contraddizioni, e si imbatte in una verità straziante di due ragazzi di oggi e del loro amore impossibile.
Nella discesa agli inferi di una Napoli dove tutto sembra franare e corrompersi, Anna si addentra nella storia dei ragazzi, amanti malgrado il rancore, le ostilità e le differenze che separano le loro famiglie.
Con voce sommessa e precisa, l’Autrice resuscita una Napoli capitale del mondo, amata e tradita, dove nuove e vecchie stirpi vivono, combattono e muoiono.
Francesca Di Martino
QUELLE STANZE PIENE DI VENTO
Einaudi ed.
pagg. 190 E 15,50
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Il mito del caos globale
Iopo l'11 settembre, in nome della sicurezza, sono state destinate risorse sempre maggiori agli apparati militari, si è giustificato il ricorso a una guerra "preventiva", si sono violati fondamentali principi costituzionali e imposti vincoli ai diritti individuali.
Ma a un così diffuso bisogno di sicurezza corrisponde una reale situazione di crescente pericolo?
Pino Arlacchi fornisce una risposta basata su inoppugnabili dati statistici dai quali risulta che guerre, conflitti e violenze private sono in costante diminuzione: il sentimento d'insicurezza globale è pertanto frutto di un "grande inganno" che stravolge la scala di priorità dei reali problemi da affrontare e che diventa a sua volta fattore di esasperazione delle tensioni e dei conflitti interni e internazionali.
Pino Arlacchi
L’INGANNO E LA PAURA
Il Saggiatore ed.
pagg. 378 E 17
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Vite parallele a Parigi
Una portinaia, all'apparenza sciatta, scorbutica e teledipendente, assiste allo scorrere della vita in un palazzo elegante abitato da famiglie dell'alta borghesia.
Ma all'insaputa di tutti Renée è una coltissima autodidatta che incontrerà Paloma, una dodicenne geniale e brillante che stanca di vivere ha deciso di farla finita.
Due personaggi in incognito, che ignari l’uno dell’impostura dell’altro, si incontreranno solo grazie all’arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée e il suo antico, doloroso segreto.
Una raffinata commedia francese, è stato il caso letterario del 2007 in Francia: ha venduto centinaia di migliaia di copie e ha vinto il Premio dei Librai assegnato dalle librerie.
Muriel Barbery
L’ELEGANZA DEL RICCIO
e/o ed.
pagg. 321 E 18
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Il fenomeno Berlusconi
A quindici anni dalla sua fatidica "discesa in campo", Silvio Berlusconi continua a dividere l'Italia. E non solo tra elettori di destra e di sinistra. Amato e odiato in ugual misura, il Cavaliere spacca l'opinione pubblica nazionale. Campione di un moderno populismo mediatico, e a dispetto di un macroscopico conflitto d'interessi senza uguali al mondo, "l'uomo di Arcore" ha alterato il senso comune degli italiani modificando, nel bene o nel male, i loro valori e stili di vita.
È la Sindrome di Arcore che - come quella di Stoccolma - induce il popolo dei teledipendenti, prigionieri del tiranno mediatico, a innamorarsi del loro carceriere. Ma ora la crisi economica globale minaccia di mettere fuori gioco il berlusconismo, con tutti i suoi miti e le sue false illusioni.
Giovanni Valentini
LA SINDROME DI ARCORE
Longanesi ed.
pagg. 136 E14
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