Il Diario segreto di Tina per capire la P2
Atrent’anni dalla scoperta della loggia del “venerabile” Licio Gelli, sono stati raccolti e ordinati in un volume tutti gli appunti di Tina Anselmi, deputata che, chiamata nel 1981 a presiedere la Commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica P2. Curato dalla scrittrice Anna Vinci, è una lettura indispensabile per chi voglia ricostruire, direttamente dal diario di Tina, l’intricata rete di rapporti, contatti e poteri che ha dato vita alla loggia segreta. Il diario – che assieme agli atti della Commissione d’inchiesta, secondo una pubblicazione curata nel 2004 dal ministero per le Pari Opportunità, avrebbe «cacciato streghe e acchiappato fantasmi» (tesi, questa, ampiamente sbugiardata dalla storia) – è corredato da una ricca appendice documentale, note, citazioni e da numerose testimonianze.
«Che cosa resta, a trent’anni da quell’inizio degli anni Ottanta, delle parole del potere che emergono dai preziosi foglietti di Tina, questo segreto diario, che ci proietta sul palcoscenico dell’Italia di ieri e che ci spinge a riflettere sull’Italia di oggi? – si chiede Dacia Maraini, nella prefazione al volume –. Una testimonianza di persona onesta che si trova davanti alle menzogne, ai sotterfugi, alle compromissioni di un potere segreto e maligno che s’insinua nelle Istituzioni e riesce troppo spesso a corrompere quello che c’è ancora di sano nel Paese. Le armi per combattere questi orrori stanno in altre mani. A lei non resta che il racconto dei fatti, con il rischio sempre di non essere creduta». E di venire ingiuriata, screditata, diffidata. Ma Tina ha la scorza dura, formata nella Resistenza che l’ha vista attivamente impegnata come staffetta partigiana (nome di battaglia, Gabriella) e non si è certo lasciata intimorire, proseguendo con «disciplina e onore», come richiede la nostra Costituzione, a far luce sulla P2, per difendere il Paese dagli attacchi dei poteri eversivi.
Anna Vinci (a cura di)
La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi
Chiarelettere ed.
548 p., € 16,10
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Storie di terrorismi
«Ne valeva la pena» è un’affermazione, non una domanda. Ne valeva la pena di affermare i principi dello Stato di diritto, senza badare alla posizione sociale degli imputati. Ne valeva la pena di combattere terrorismi e mafie con i codici in mano, ricordando il giudice Emilio Alessandrini. Il volume sembra nascere da una profonda amarezza di Spataro, derivante dal fatto che ben due governi, di opposte ideologie, hanno posto il segreto di Stato su una vicenda incompatibile con la democrazia, sebbene tutte le relative notizie fossero già ampiamente note e disponibili sul web. Proprio da quella vicenda, il caso Abu Omar, prende le mosse l’Autore, snocciolando dati e fatti, alternati al racconto di episodi legati alla sua vita professionale di magistrato orgogliosamente di parte: dalla parte della Costituzione repubblicana.
Armando Spataro
Ne valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa.
Editori Laterza
613 p., € 20,00
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Attacco alla libertà e ai diritti
«E così al degradarsi dei diritti si accompagnano la perdita della dignità, la corruzione del clima civile, la rivelazione della pochezza culturale»: sta parlando del fascismo, Stefano Rodotà, ma l’amara considerazione gode purtroppo di una certa attualità. Dal 1861 al 2011, l’Autore ripercorre la storia del nostro Paese attraverso l’analisi delle fasi storiche che hanno portato all’affermazione, prima, e all’indebolimento, poi, del sistema complessivo dei diritti e delle libertà, soffermandosi sui sempre più frequenti attacchi alla magistratura da parte della politica, e sul nesso tra riconoscimento dei diritti fondamentali e condizioni istituzionali e materiali per la loro effettiva realizzazione. Forze politiche, sociali e religiose sembrano sempre più spesso non tener conto dell’esistenza della Costituzione, quando invece soltanto un ritorno ad essa potrebbe costituire il punto di svolta.
Stefano Rodotà
Diritti e libertà nella storia
d’Italia.
Donzelli editore
164 p., €15,00
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Il volto oscuro di Papa Wojtyla
Èuna controinchiesta documentata e scrupolosa quella che il giornalista di inchiesta Pinotti e il vaticanista della Stampa Galeazzi hanno condotto su Papa Wojtyla: dati alla mano, gli autori ripercorrono la sua vita, facendo emergere aspetti oscuri ed inquietanti non solo del suo lungo pontificato ma anche degli anni di Cracovia. “Wojtyla segreto”, raccogliendo anche voci interne al Vaticano, ostili alla beatificazione, è un libro non “contro”, ma “sul” Papa e su quella zona grigia abitata da una serie di personaggi da romanzo criminale: Sindona, Gelli, Pippo Calò, Roberto Calvi. Perché una beatificazione lampo? Perché di altri vescovi, che hanno combattuto regimi sanguinari (ad es. Oscar Romero), la Chiesa non parla, preferendo farli cadere in oblio? Nel libro, credenti e non credenti troveranno tutti gli elementi utili a comprendere la storia di Giovanni Paolo II, scevra dalla fuorviante e buonista patina massmediatica.
Giacomo Galeazzi, Ferruccio Pinotti
Wojtyla segreto. La prima controinchiesta su Giovanni Paolo II
Chiarelettere ed 315
p., 16,00 € 15
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Testamento biologico
Cecille, la protagonista del romanzo ispirato a una storia vera, è affetta da una malattia incurabile, che la mortifica giorno dopo giorno. In piena coscienza, dirà: «la mia vita non è questa: così non voglio vivere». Davanti a un’espressione di volontà così cosciente e consapevole, che chiede senza falsi moralismi di porre fine a un dramma, non si può rimanere indifferenti: essa esige muto rispetto. La tragica vicenda di Cecille e dei malati terminali non appartiene soltanto a loro, ma coinvolge familiari, parenti, amici e anche i medici. Una lettura utile, quella proposta dall’autrice Marion Harras, soprattutto dopo l’approvazione della legge sul “testamento biologico”, che non colma di certo il vuoto legislativo sull’eutanasia e calpesta nuovamente la volontà di tutti quei malati che vorrebbero semplicemente smettere di soffrire.
Marion H. Arras
Cecille. La scelta di morire
(prefazione di Salvatore Castrianni)
Sangel Edizioni
101 p., € 12,90
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Gli sciacalli dell’Aquila
Nella notte tra i 5 e il 6 aprile del 2009 c’era uno squallido sciacallo che rideva. Rideva perché lui e i suoi compari avrebbero fatto soldi grazie alla terribile scossa di terremoto che, in quegli stessi istanti, stava devastando l’Aquila. Il suo sadico e avido ghigno rimbombava cupo tra le macerie della città: 309 vittime, migliaia di feriti e danni ingentissimi al patrimonio storico e artistico del capoluogo abruzzese e di altri piccoli borghi. Giuseppe Caporale, giornalista di Repubblica, ha cercato di ricostruire cosa successe a l’Aquila quella notte: perché alcuni edifici, come la Casa dello Studente, crollarono rovinosamente, mentre altri hanno retto? Perché la protezione civile lanciò messaggi rassicuranti nei giorni precedenti al sisma? Come viene gestita la ricostruzione?
Giuseppe Caporale
Il buco nero
Garzanti
199 p., € 14,50
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