L’ultima volta che ho avuto sedici anni
“E’ così che funziona, non ci sono vincitori in questo gioco. La maggior parte di noi è già contenta di arrivare a fine giornata senza aver ricevuto offese o botte”. Giovanni, sedici anni. Per i suoi “amici” è solo un ciccione, un maiale, un lurido porco, un trippone. Un palla di lardo. Così lo chiamano… ma “è solo uno scherzo, Cristo santo, niente di più che uno scherzo”. Scherzano, i compagni di scuola di Giovanni, tra l’indifferenza degli altri amici, degli insegnanti e della preside, preoccupata soltanto di difendere il buon nome della “sua” scuola dove “non c’era mai stato un solo caso di bullismo, i ragazzi si volevano bene e i professori vegliavano su di loro”. Ora il caso c’è. E grave. Giovanni, un giorno, scompare. Lo racconta Marino Buzzi, giovane autore di origini ferraresi, in “L’ultima volta che ho avuto sedici anni”.
Il libro è uno di quelli che si legge d’un fiato: Giovanni scompare, ma è voce narrante. Osserva i suoi compagni di scuola, li racconta. Le loro vuote giornate sono riempite da droga, violenza, stupidità. Ma sono loro ad essere “normali”; lui no, pesa più di un quintale, e questo lo rende bersaglio di incessanti angherie. Non sono i pugni a fare più male: “le botte si possono anche sopportare, i lividi passano”. A non rimarginarsi, come sa ogni vittima di bullismo, sono le ferite lasciate dalle parole, dalle occhiatine, dalle insinuazioni.
“L’ultima volta che ho avuto sedici anni” è un atto d’accusa: contro il bullismo e contro l’indifferenza. Contro la disumanizzazione delle persone. Contro l’omologazione. Il padre di Giovanni avrebbe voluto che fosse come tutti gli altri, ma “forse, se li avesse conosciuti davvero, gli altri, non mi avrebbe chiesto di essere come loro”. Ed è anche un invito, rivolto ai giovani, ad operatori sociali, scolastici e di polizia, a non sottovalutare, a non considerare “scherzo” ciò che invece è becera sopraffazione. Perché nessuno più sia costretto a diventare invisibile, come Giovanni.
Marino Buzzi
L’ultima volta che ho avuto sedici anni
Baldini&Castoldi
2015, pp. 174, € 15.
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La lingua italiana
Le parole viaggiano nel tempo e nello spazio, racchiudono segreti, trasportano nella loro vita errabonda incontri, amori, furti e assalti. Sono tracce, segnali indistruttibili che percorrono epoche e paesi. In questo libro l’Autore racconta che cos’è e come si conduce una indagine etimologica: “Domandarsi da dove viene questa o quella parola risponde ad una curiosità istintiva che tutti, prima o poi, cercano di soddisfare e apre la prima delle innumerevoli porte che conducono verso il tesoro […] un tesoro inestimabile di conoscenze sommerse”. Chi ha dato i nomi alle cose? Latino e greco sono lingue morte? Quante parole sappiamo?
Alberto Nocentini è professore di linguistica generale e glottologia a Firenze, Accademico della crusca ed autore, tra l’altro, de “l’Etimologico. Vocabolario della lingua italiana”.
Alberto Nocentini
La vita segreta della lingua italiana
Ponte alle Grazie
2015, pp. 128, € 12,50.
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Sulla cattiva strada
“Sono gli studi scientifici e i dati statistici a suggerire l’esistenza di un collegamento tra crimini contro gli animali e crimini contro gli esseri umani […] C’è un legame tra violenza contro umani e violenza contro animali percepito da secoli, che l’autrice esplora in tutte le sue espressioni artistiche dalla letteratura classica al cinema, con un invito esplicito affinché venga dissotterrato” (dalla Prefazione). Per Norberto Bobbio, il dibattito sulla “questione animale” costituisce l’avvisaglia di una possibile estensione del principio di uguaglianza al di là dei confini del genere umano. Una questione che merita di essere approfondita, essendo cruciale riuscire a prevenire ogni tipo di violenza.
Annamaria Manzoni è psicologa e psicoterapeuta. Da anni studia il mondo umano e quello animale, considerandoli un’unica grande realtà. Il suo blog è: www.annamariamanzoni.it
Annamaria Manzoni
Sulla cattiva strada
Edizioni Sonda
2014, pp. 138, € 14.
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Siamo tutti matematici
Questo libro propone di osservare il mondo che ci circonda dal punto di vista di un matematico, che trasforma tutto ciò che osserva in “oggetti matematici”. Cosa sono le piastrelle del bagno se non una “tassellatura”? Come ottenere un’ellisse da un cetriolo? Cosa c’entra la successione di Fibonacci con le pigne? Perché i binari nell’assonometria cavaliera rimarrebbero paralleli?
La lettura del volume “Siamo tutti matematici” consente al lettore di cimentarsi in veri e propri esperimenti di facile realizzazione, proposti dall’Autore assieme ad aneddoti storici e curiosità, in un piacevolissimo viaggio alla scoperta dell’incredibile ricchezza della matematica.
Robin Jamet è matematico e comunicatore scientifico al Palais de la Découverte di Parigi. Collabora con la rivista scientifica per ragazzi “Science et Vie Junior”.
Robin Jamet
Siamo tutti matematici
Edizioni Dedalo
2015, pp. 160, € 15.
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Per cambiare l’educazione
“Così la nostra educazione ci insegna solo molto parzialmente e insufficientemente a vivere, e si allontana dalla vita poiché ignora i problemi permanenti del vivere che abbiamo appena descritto e taglia le conoscenze in pezzi separati. La tendenza tecno-economica sempre più potente e pesante tende a ridurre l’educazione all’acquisizione di competenze socioprofessionali a scapito delle competenze esistenziali in grado di produrre una rigenerazione della cultura e a scapito dell’introduzione di temi vitali nell’insegnamento”.
Edgar Morin, uno dei più grandi pensatori del nostro tempo, auspica una vera metamorfosi dell’educazione e dell’intero sistema educativo, a partire già dalla scuola primaria, basata sulla rigenerazione dell’eros platonico negli insegnanti, cioè dell’amore, della passione di ogni docente per la sua missione.
Edgar Morin
Insegnare a vivere. Manifesto
per cambiare l’educazione
Raffaello Cortina Editore
2015, pp. 116, € 11.
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Il movimento degli ipocriti
“Perché io sono del movimento. Anche in mezzo a dubbi e voglia di fuggire, mi sento soprattutto del movimento, ecco. Del movimento punto e basta”. Manuela è adolescente e la sua vita ruota attorno all’appartenenza ad un movimento religioso intransigente: solo dentro, veri valori e veri amici. E vera ipocrisia. Una scatola di preservativi trovati in un cassetto di suo padre e le granitiche certezze di Manuela si sbriciolano scontrandosi con la doppiezza del mondo degli adulti. Lo spia, e scopre una realtà opposta a quella predicata nel movimento: Dio è lontano e “le miserie e le debolezze umane sono alla fine il punto di partenza che permette a tutti i personaggi di ricomporre il proprio destino”.
Emanuela Mazzoni è scrittrice e attrice; ha pubblicato nel 2012 per Einaudi il romanzo “Le difettose”.
Eleonora Mazzoni
Gli ipocriti
Chiarelettere
2015, pp. 250, € 16,90.
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