Nient’altro che la verità: vita di un giudice scomodo.
Un magistrato scomodo, Gian Carlo Caselli. Scomodo non solo per la mafia, il terrorismo, ma anche per certi settori di quello Stato sulla cui Costituzione ha giurato. I poteri criminali più volte hanno avvertito che gliel’avrebbero fatta pagare: almeno quattro sono stati gli attentati subiti e fortunatamente sventati. Lo Stato, per mano di suoi mediocri rappresentanti, c’è invece riuscito, con una legge contra personam. Caselli ha osato troppo nella sua lunga carriera. Persino rendere effettivo il principio della legge uguale per tutti, portando a processo il più volte Presidente del Consiglio Andreotti. Non si fa. Nel 2005, con appositi emendamenti fu impedita la sua nomina a procuratore nazionale antimafia.
“Nient’altro che la verità” è un viaggio nei ricordi di un magistrato consapevole che senza legalità non può esservi giustizia. Ma anche che la legalità, da sola, non è sufficiente per garantire piena giustizia, che deve divenire “pratica quotidiana”. L’autobiografia di Caselli è arricchita da riflessioni sull’attualità, sui pericolosi intrecci tra mafia e politica, sulle ragioni che hanno portato a debellare il terrorismo ma a mancare, nonostante sia spesso stato molto vicino, l’obiettivo della sconfitta delle mafie.
“Anch’io, a modo mio, mi sono sforzato di sedermi tra passato e futuro, tra leggi da fare osservare, anche per difendere i diritti dei più deboli, e norme da far progredire. Questo il senso profondo della mia storia di magistrato che desidero trasmettere ai giovani giudici, di oggi e di domani”.
Gian Carlo Caselli è magistrato dal 1967. La sua carriera è iniziata a Torino, come giudice istruttore impegnato in indagini sul terrorismo, in particolare sulle B.R. E’ stato membro del C.S.M., procuratore della Repubblica a Palermo, direttore del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e rappresentante italiano di Eurojust. Il 30 aprile 2008 è stato nominato procuratore capo di Torino. Ha lasciato la magistratura nel dicembre del 2013.
Gian Carlo Caselli
con Mario Lancisi
Nient’altro che la verità
Piemme
2015, pp. 264, € 18.
Tecniche operative di polizia
Le molteplici e sempre più impegnative attività esterne che gli operatori di polizia sono chiamati a svolgere implicano la necessità di acquisire quelle conoscenze teorico-pratiche necessarie per svolgere le attività di controllo del territorio ed affrontare eventuali situazioni di rischio o pericolo in modo efficace, seguendo adeguati standard di sicurezza.
Il manuale, con taglio pratico e ricco di illustrazioni, si pone come strumento indispensabile per aumentare il grado di professionalità degli agenti, mediante una descrizione dettagliata delle tecniche operative (ammanettamento, perquisizione personale, posti di controllo, t.s.o., ecc.). Completano l’opera un approfondimento giuridico normativo sull’uso legittimo delle armi e le attività di coazione fisica, e l’analisi dei dati raccolti dall’osservatorio “Sbirri Pikkiati” (a cura dell’A.S.A.P.S.).
Stefano Bravi, Michele Farinetti, Fabio Rossi
Tecniche operative di polizia locale
Maggioli-SIPL
2015, pp. 200, € 39.
Un riformista rivoluzionario
“Un libro su Giacomo Matteotti non è solo una necessità storiografica. Pochi i libri e poche le analisi per un uomo che, invece, proprio dell’attività quotidiana, dell’impegno politico e sindacale costante e infaticabile e della coerente e concreta partecipazione a fianco delle necessità dei più deboli aveva fatto la cifra della sua vita” (dalla Prefazione di Susanna Camusso).
Leader socialista, lucido osservatore della realtà politica dell’epoca, tanto da denunciare il nascente regime dittatoriale; proprio per questo venne ucciso dalla violenza fascista. Il valore della dignità umana e del lavoro rappresenta il filo rosso dei suoi scritti e discorsi. Senza lavoro non vi sono né libertà né dignità.
La Fondazione Di Vittorio lo ricorda nel volume, curato da Edmondo Montali, che raccoglie numerosi contributi di studiosi, storici, docenti.
Fondazione Di Vittorio
Giacomo Matteotti
A cura di Edmondo Montali
Donzelli Editore
2015, pp. 182, € 26.
Il populismo in Italia
Dopo aver riflettuto sul concetto di populismo, anche in chiave comparata, l’Autore si sofferma sulla realtà italiana, analizzando le cause che hanno favorito la crescita di movimenti populisti negli ultimi decenni, a partire dalla crisi della democrazia rappresentativa e dal conseguente vuoto lasciato dalle ordinarie forme di mediazione politica.
Il primo studio globale e comparativo delle quattro esperienze populiste sviluppatesi in Italia, che non manca di cogliere la loro ambivalenza: la Lega nord e il suo populismo nazionalista; un movimento politico guidato da un ex comico; la “discesa in campo” del monopolista della tv italiana; un ex sindaco toscano che, divenuto segretario del maggiore partito della sinistra, intende “rottamare” e “asfaltare”.
Roberto Biorcio è docente di Scienza politica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Roberto Biorcio
Il populismo della politica italiana
Mimesis
2015, pp. 160, € 15.
Lavorare nel sociale oggi
Qual è il senso del lavoro in campo sociale oggi? Come reagire alla crisi e alla scarsità di risorse? Quale valore hanno le politiche di welfare? Sono solo alcune delle domande cui tenta di dare risposta il libro, curato da Andrea Morniroli, che vuole essere il punto di partenza nella costruzione di un nuovo racconto sul lavoro sociale. Gli autori si soffermano sulle possibili innovative forme di solidarietà necessarie affinché l’intervento sociale sia ispirato sempre più all’inclusione e sempre meno considerato come intervento ghettizzante ed esclusivamente riparativo.
“Ciò che occorre è, dunque, un racconto onesto del lavoro sociale in epoca di crisi. Un racconto che non ne nasconda errori e contraddizioni e che sappia, insieme, rivendicare il valore e le ricadute in termini di benessere collettivo dell’attività di migliaia di operatrici e operatori.”
Andrea Morniroli (a cura di)
Equilibristi
Edizioni Gruppo Abele
2015, pp. 190, € 14.
Un paese ci vuole
Andrea Camilleri, Luciana Castellina, Guido Ceronetti, Pietro Citati, Gherardo Colombo, Massimo Fini, Vittorio Gregotti, Claudio Magris, Dacia Maraini, Piergaetano Marchetti, Pietro Ottone, Giampaolo Pansa, Stefano Rodotà, Giovanni Sartori, Emanuele Severino, Gustavo Zagrebelsky. Sono sedici “grandi vecchi” che raccontano se stessi e l’Italia. Ma molto più “giovani” di chi è così presuntuoso di credere che la chiave del buon governo sia solo la giovane età.
“Ha voluto conoscerli e ha saputo ascoltarli – scrive Massimo Gramellini nella Prefazione –. Poi li ha descritti con un amore e una cura che non significano sempre adesione totale, ma trasudano curiosità e rispetto”.
Silvia Truzzi è giornalista. “Un paese ci vuole” raccoglie le sue interviste pubblicate su Il Fatto quotidiano, con cui collabora fin dalla fondazione.
Silvia Truzzi
Un paese ci vuole
Longanesi
2015, pp. 264, € 14.
|