Roberto Mancini, il poliziotto che scoprì la terra dei fuochi
“Degli anni del liceo Roberto conserverà sempre una lezione, la più difficile da interpretare con la divisa addosso. C’è una differenza enorme tra legalità e giustizia […]. Non tutto ciò che è legale, infatti, corrisponde al termine giustizia. Talvolta l’illegalità è l’unico modo per affermare un diritto e talvolta la legalità è solo uno strumento di sopraffazione”.
E’ stato un poliziotto, Roberto Mancini, recentemente conosciuto dal grande pubblico per la fiction “Io non mi arrendo”, con Beppe Fiorello. Grazie alle sue inchieste, vent’anni fa, riesce a ricostruire il sistema criminale che ha avvelenato irreversibilmente un’area, in Campania, tristemente divenuta nota come “Terra dei Fuochi”. Una storia di impegno e coraggio, la sua – raccontata in questo libro di testimonianze – che gli è costata la vita.
Cresciuto tra le fila della sinistra extraparlamentare, dopo la maturità decide di entrare nelle Istituzioni, presentando domanda per la Polizia. Legalità e giustizia i fari del suo agire: “quando indossi una divisa la differenza è assai più sottile e mantenere il giusto equilibrio non è facile”. Mancini sapeva mantenerlo. In divisa la legalità sarà sua alleata: gli servirà a esercitare e praticare la giustizia sociale.
“Il nostro dovere – sosterrà convinto – non è arrestare qualcuno e mettergli le manette per fare bella figura con i superiori e magari prendersi un encomio. Noi siamo pagati per garantire i diritti, per migliorare, nel nostro piccolo, il mondo che ci circonda, migliorare la vita delle persone, anche di un ubriacone”.
Luca Ferrari, giornalista, documentarista e fotografo, è autore dell’inchiesta che per la prima volta ha raccontato la storia di Roberto Mancini, pubblicata su Repubblica.
Nello Trocchia, giornalista e scrittore, collabora col Fatto Quotidiano, l’Espresso e La7. Da agosto del 2015 è sottoposto a vigilanza dei carabinieri per aver subito minacce da un boss di camorra a seguito delle inchieste giornalistiche pubblicate.
Luca Ferrari e Nello Trocchia
Io, morto per dovere
Prefazione di Giuseppe Fiorello
Chiarelettere
2016, pp. 152, € 15.
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Sotto un altro cielo
“Qualcuno dagli scogli tira una corda lunga dieci metri: è quella la distanza tra la vita e la morte”.
Nato da un’idea del giovane Claudio Volpe, “Sotto un altro cielo” dà voce a dieci tra i più importanti scrittori del panorama editoriale italiano (tra cui Maraini e Marzano), i quali, usando l’unica arma a loro disposizione, la parola, ci consegnano altrettante storie di fuga, di ricerca di un mondo in cui valga la pena di vivere. Non ci sono buoni né cattivi, ma donne, uomini e bambini che scappano. In cerca di una speranza. Di un’altra vita. Di umanità.
“La corda si perde nella schiuma delle onde; poi emerge la testa di una donna con i capelli dritti e uno scialle arancione sulle spalle, che spalanca la bocca e ingoia aria, acqua e terrore, aggrappata alla cima. Tutti intorno gridano e cercano di mettersi in salvo…”.
AA.VV.
Sotto un altro cielo
Racconti
Laurana Editore
2016, pp. 168, € 14
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Storia di un linciaggio
I cinque linciati venivano tutti dall’antichissima città di Cefalù, sulla costa settentrionale della Sicilia. Tallulah, piccola città della Louisiana, fu teatro di un feroce linciaggio collettivo. La notte del 20 luglio 1889 i cinque cadaveri penzolavano dalle forche, ma il lavoro dei linciatori non era ancora concluso. “La storia” scrive Enrico Deaglio “era molto più grande. Più grande vuol dire più orrenda, più infame, più misteriosa, ma anche più avventurosa e quasi fiabesca”.
Chi e cosa uccise i cinque fruttivendoli siciliani? L’Autore ripercorre quella storia attraverso gli oggetti trovati in una valigia abbandonata, cercando la soluzione di un giallo di oltre un secolo fa.
Enrico Deaglio (1947) vive tra Torino e San Francisco. Ha pubblicato per i tipi di Sellerio “Cinque storie quasi vere” e “Il figlio della professoressa Colomba”.
Enrico Deaglio
Storia vera e terribile tra Sicilia e America
Sellerio editore Palermo
2015, pp. 214, € 14,00.
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Manuale dell’antiterrorismo
Dopo aver dato conto dell’evoluzione della normativa in materia di antiterrorismo, a partire dal Codice Rocco, il testo di Franco Roberti e Lamberto Giannini si concentra sugli aspetti più operativi, dedicando un ampio approfondimento ad alcuni casi processuali in cui hanno trovato applicazione, nell’ultimo periodo, le nuove norme, e ai principali strumenti investigativi introdotti dalle più recenti riforme, come le intercettazioni preventive, i colloqui investigativi e le attività sotto copertura.
Un testo di sicuro interesse non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per tutti coloro che intendono comprendere come si sono evolute nel nostro Paese le politiche e le strategie antiterrorismo, sotto la spinta di nuove minacce che oggi assumono forme impensabili completamente diverse e più subdole rispetto a pochi anni fa.
Franco Roberti e Lamberto Giannini
Manuale dell’antiterrorismo
Laurus Robuffo
2016, pp. 220, € 32.
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Il “superiore interesse del minore”
Il “superiore interesse del minore” è spesso invocato nei provvedimenti amministrativi o normativi riguardanti i bambini e gli adolescenti; la Corte costituzionale italiana riconosce alla situazione soggettiva del minore una “posizione preferenziale”. Nel corso degli anni, nella giurisprudenza, il principio torna ad affacciarsi anche in relazione a vicende eticamente più difficili o giuridicamente più complesse.
Parte da questi assunti Elisabetta Lamarque, professoressa di Giustizia costituzionale e Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, per individuare la latitudine del principio analizzato, alla luce di una corretta interpretazione costituzionale, in quanto nel nostro ordinamento nessun diritto o valore si impone, a prescindere, su tutti gli altri. E’ il primo lavoro sul tema di una studiosa italiana.
Elisabetta Lamarque
Prima i bambini
FrancoAngeli
2016, pp. 144, € 20.
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Quarant’anni di famiglie
Quarant’anni nella giustizia minorile. Quarant’anni di famiglie e di bambini. Li racconta Melita Cavallo, magistrato, fino al mese di dicembre del 2015 Presidente del Tribunale per i Minorenni di Roma. Quindici storie vere – incentrate sulla sofferenza dei bambini e sull’indifferenza degli adulti di riferimento – che dimostrano come si è evoluto il concetto di famiglia, ricomprendendo in sé non più soltanto quella definita “tradizionale”, ma anche i nuovi modelli di aggregazione familiare, con tutte le questioni di ordine etico, giuridico, politico e sociale che implicano.
“Questo libro non vuole limitarsi a raccontare” spiega l’Autrice nella Premessa. “Vorrebbe anche essere uno stimolo al cambiamento […] uno stimolo ad abbandonare i condizionamenti culturali che ci impediscono di aprire le porte della società al diverso”.
Melita Cavallo
Si fa presto a dire famiglia
Editori Laterza
2016, pp. 188, € 15.
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