Corrado Rizza - Anni vinilici - Volo Libero 2016, pp 204, € 16,50
Ci sono libri che raccontano gli anni trascorsi leggendoli con gli occhi di oggi e ottenendo in cambio un insieme falsato. E ce ne sono altri che ci immergono con semplicità in quei momenti là, senza la voglia di insegnare nulla. Solo descrizione di cosa accadde, niente più.
E’ il caso di questo libro, “Anni Vinilici”. Correva l'anno 1977 o giù di lì e alcuni giovani preferivano tenersi lontani da collettivi, autogestioni e cortei, per muovere i primi passi nel mondo della musica, armeggiando con cuffie, impianti stereo, giradischi a puleggia e affinando le tecniche di mixaggio. La ragione del titolo, "Anni vinilici", sta proprio qui, nella contrapposizione agli "anni di piombo" che erano lì a stravolgere le esistenze.
Il libro è la storia di una straordinaria amicizia tra l'autore, Corrado Rizza, e un altro dj, Marco Trani, che si ritrovarono a calcare insieme o separatamente locali come Histeria e Gilda a Roma, Pascià a Riccione, Miraggio e Tirreno a Fregene, i villaggi Valtour dove si potevano incontrare Fiorello e suo fratello Rosario, Heather Parisi oppure Claudio Cecchetto. Strade intrecciate o divergenti ma percorse con l'insana follia di due innamorati della musica. E quando i locali romani cominciarono ad andare stretti, via verso New York, Londra, Parigi, Ibiza, lavorando in consolle con vicino un secchiello da champagne con dentro una bottiglia di Coke in vetro. Il libro immerge soprattutto nell'atmosfera degli anni Settanta e Ottanta: poi vennero i ’90 con i cd, il digitale. E dopo, venne il nuovo millennio con i dj che si resero sempre più conto che i tempi erano cambiati e che "per noi e per il nostro mestiere non c'era più il rispetto dovuto sia da parte dei gestori dei locali che dei frequentatori". Infine, una nuova vita per Rizza a Miami e il triste destino di Marco Trani, scomparso prematuramente tre anni fa. (Cva)
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