Un testo che non può mancare nella libreria di chi si occupa di storia criminale mafiosa; è la storia del periodo precedente alla supremazia di Totò Riina, iniziando dai sequestri di Pietro Torielli a Milano e Luigi Rossi di Montelera a Torino, raccontati da Giuliano Turone, allora giovane magistrato, che con perseveranza è arrivato all’arresto di Luciano Leggio, detto Liggio, imbattendosi negli iscritti alla P2 e scontrandosi con i tentativi di depistaggio da parte di uomini dello Stato.
Carlo Lucarelli, nella prefazione del libro, ricorda la frase ormai dimenticata: “destabilizzare per stabilizzare” ed è da questa espressione che si può partire per parlare de Il Boss, perché è iniziando da quei sequestri, che Turone e Beccaria ripercorrono una mafia che parte dalla Sicilia per arrivare al Nord.
Giovanni Caizzi, magistrato con il quale Turone fece i primi passi, nell’introduzione esprime il concetto di “parassitismo e invasività del mondo criminale” e Beccaria, attraverso la ricostruzione storica, degna del migliore dei manuali, ce lo spiega. Il libro di Turone e Beccaria è la testimonianza di come già nel 1974 si negasse la presenza della mafia a Milano, ma l’inchiesta che gli Autori ricostruiscono ne dimostra il radicamento.
Ritmo incalzante degno del miglior thriller, attraverso il racconto del giudice Turone, il lettore vive la lotta che ha combattuto contro servizi, servitori infedeli dello Stato, il timore per la propria famiglia e il momento emozionante del casuale ritrovamento di un sequestrato, nelle mani dei rapitori da quattro mesi, Rossi di Montelera. Leggendo queste pagine di storia giudiziaria, si viene attraversati da miriade di sentimenti, con uno sguardo sempre attento all’attualità e la domanda che ci si pone alla fine di questo libro è: cosa è cambiato se si continua a negare il rapporto tra mafia, politica e potere economico?
E’ del 21 febbraio la notizia della relazione finale della Commissione parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindy, che rilancia l’allarme “infiltrazione dei clan al Nord e nel tessuto produttivo” [ ] “dopo morte di Riina le cosche si stanno riorganizzando e ora sono più libere”. La Commissione sottolinea anche, che la presenza pervasiva è stata favorita “da diffusi atteggiamenti di sottovalutazione e rimozione”, ma emerge anche che “nessun territorio può essere più considerato immune”. E come diceva Giovanni Falcone, seguire il flusso di denaro per scoprire i canali della criminalità.
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Antonella Beccaria e Giuliano Turone
Il Boss. Luciano Liggio:
da Corleone a Milano una storia
di mafia e complicità
Castelvecchi, 2018 pp. 231, € 17.50.
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