Fabrizio De André. Sguardi randagi. Le fotografie di Guido Harari
Prefazione di Cristiano De André. Postfazione di Dori Ghezzi De André
Rizzoli illustrati, 2018, pp. 256, € 45
Aventi anni dalla scomparsa, il ritratto di un artista sempre presente nella vita musicale e culturale italiana, attraverso le emozionanti fotografie e le parole dell’autore. Per quasi vent’anni, Guido Harari è stato uno dei fotografi personali di De André, realizzando molte delle sue più conosciute immagini ufficiali. In questo volume il suo archivio si schiude per la prima volta integralmente, con oltre 300 fotografie che includono non solo quelle più amate dai fan, ma anche alcune gemme inedite.
Sono sguardi randagi, spesso rubati, malgrado l’ufficialità, vincendo la pigrizia o la ritrosia dell’artista. Le fotografie sono accompagnate dal racconto di ricordi, aneddoti e dalla “viva voce” di De André estratta dalle interviste realizzate dallo stesso Harari in occasione di due snodi cruciali del percorso dell’artista: la leggendaria tournée con la PFM e l’album Le nuvole.
De André racconta la sua dipendenza dall’alcol, la competizione giovanile col padre e col fratello Mauro, il rapporto con la moglie Dori Ghezzi e con i figli Cristiano e Luvi, l’incontro con Fernanda Pivano e Edgar Lee Masters, l’infanzia ricomprata grazie alla nuova attività di agricoltore in Sardegna, la rivoluzione linguistica e musicale di Creuza de ma, il ritorno al “canto civile” degli ultimi dischi. (I. C.)
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Riccardo Mazzeo (a cura di)
Zygmunt Bauman.
I cancelli dell’acqua
FrancoAngeli, Anno VI, 1/2018,
pp. 194, € 34
“I cancelli – osserva Riccardo Mazzeo nella Premessa – non sono in grado di fermare l’acqua. […] L’acqua non si arresterà. Bauman però ci invita a recuperare un senso morale e una capacità di ricominciare ad agire in termini di ‘noi’ anziché di ‘io’, per ripulire quest’acqua dai liquami e darle nuove direzioni, nuove prospettive, nuove configurazioni più virtuose e più nobili”. A Zygmunt Bauman, teorico della “liquidità”, è stato dedicato il Festival della Sociologia 2017, cui non ha potuto partecipare a causa della sua morte avvenuta nello stesso anno.
La sociologia del grande sociologo polacco di origini ebraiche – “il suo manifestare il dubbio, il suo insegnamento, la complessità della sua ricca esperienza umana, le sue metafore [che] aprivano e aprono al dialogo e alla speranza” – è il tema di questo numero monografico della rivista “Sicurezza e scienze sociali” (curato da Riccardo Mazzeo e Sabina Curti) che raccoglie i contributi di autorevoli studiosi, senza tralasciare le influenze che hanno avuto, sul pensiero di Bauman, altri filosofi e sociologi, come Hannah Arendt e Jurgen Habermas. (M.T.)
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Marina Forti
Mala terra. Come hanno
avvelenato l’Italia
Editori Laterza, 2018, pp. 198, € 13
Non c’è angolo del nostro Paese che non sia avvelenato, inquinato. Forse, irrimediabilmente. Perché mai come nei reati ambientali è arduo, quasi sempre impossibile, ripristinare lo stato dei luoghi. Una volta sversati liquami tossici nelle acque, sotterrato rifiuti radioattivi, immessi nell’atmosfera fumi cancerogeni, il danno è irreversibile. E noi tutti ne paghiamo le conseguenze, a prescindere dalle eventuali condanne dei colpevoli: “Conviviamo, e conviveremo a lungo, con la diossina nei giardini pubblici, il piombo nei terreni, il Pcb e gli idrocarburi nelle falde idriche”.
In Mala terra Marina Forti – giornalista che si occupa di problemi sociali, come immigrazione e ambiente, e di attualità internazionale – ci accompagna nel bresciano, nella laguna di Venezia, nei pressi di Taranto, in Sicilia e Sardegna, in luoghi ormai compromessi da attività scellerate dell’uomo che, in nome del profitto ad ogni costo, dimentica di essere la prima causa della propria distruzione. (M.T.)
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Leopoldo Notarbartolo
Mio padre, Emanuele Notarbartolo
Sellerio editore, 2018, pp. 450, € 24
Stampata in pochi esemplari nel 1949, la biografia di Emanuele Notarbartolo, scritta dal figlio Leopoldo, viene ora riproposta, per la prima nella sua versione integrale, per i tipi della Sellerio. Uomo onesto ed esponente di spicco della destra storica, Notarbartolo fu sindaco di Palermo e direttore del Banco di Sicilia; nel 1893 venne ucciso durante il viaggio in treno di ritorno da Termini Imerese, nei pressi del ponte Curreri, divenendo il primo cadavere eccellente di Cosa Nostra, vittima “d’alta mafia”.
“Notarbartolo pagava con la vita l’essersi messo in mezzo negli affari della rampante borghesia mafiosa. In quella banca era stato un risanatore di crediti facili agli amici e di buchi di bilancio per speculazioni di potenti. Era quindi un bersaglio isolato, un elemento evidentemente anomalo nella storia fatale di una città e di un’isola destinate, sembra, a coniugare più o meno sempre lo sviluppo con l’affarismo politico criminale” (dal risvolto di copertina). (M.T.)
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