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Novembre-Dicembre/2019 - Libri
LA LETTURA
I consigli del Direttore
di Francesco Neri

L’UTILITà DELL’INUTILE, Nuccio Ordine, pag. 262, Bompiani
Nell’epoca del capitalismo aggressivo e della globalizzazione, nin cui siamo tutti abituati a valutare ogni tutto dai soldi, in cui siamo portati a pensare che è utile solo ciò che produce profitto, pubblicare un libro che ribalta questo assunto, mostrando persino l’inutilità di ciò che in apparenza è utile, è un gesto coraggioso e carico di fiducia. L’UTILITà DELL’INUTILE, Bompiani, 2013, pag. 262, di Nuccio Ordine è un saggio che parla di cose non monetizzabili come la lettura, lo studio, la bellezza disinteressata. Esistono, nelle democrazie mercantili, saperi ritenuti "inutili" che invece si rivelano di una straordinaria utilità. Attraverso le riflessioni di grandi filosofi e di grandi scrittori Nuccio Ordine, che è uno studioso di livello internazionale, mostra come l'ossessione del possesso e il culto dell'utilità finiscono per inaridire lo spirito, l'arte e la creatività ma anche alcuni valori fondamentali come la dignità, l'amore e la verità.


L’INDUSTRIA DEI SENSI, Sergio Bellucci, pag. 344, Harpo editore
Durante il ‘900 si è affermato un nuovo tipo di industria che ha cambiato l’intera storia umana e i rapporti tra le persone. È un ciclo industriale che lavora alla costruzione del senso della vita, costruendo al contempo il consenso politico necessario. L'industria di senso scardina i millenari rapporti di costruzione etico-morale delle società, marginalizza le strutture sociali e politiche con una ideologia autonoma ed entra in diretta concorrenza con le strutture culturali e religiose dei territori che invade. Il testo parte dalla ricostruzione del ruolo delle tecnologie della comunicazione nella storia umana; ricostruisce il ruolo della scrittura nella storia fino all’affermazione dei mass media del '900 e del web. È nel passaggio della crisi del '29 negli USA che emerge il primo nocciolo dell'industria di senso, la modalità di funzionamento della comunicazione di massa di tipo commerciale che in pochi decenni avrebbe condizionato il mondo. La possibile uscita dalla tenaglia può venire dalla costruzione di un nuovo modello di stato sociale: il welfare delle relazioni. Prefazione di Alberto Abruzzese, postfazione di Giorgio Galli.

IL FILM DEL SECOLO, Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri, pag. 343, Bompiani, 19 euro.
Gli ultimi cento anni, il Novecento, attraverso un “racconto per immagini”, l’epoca della settima arte, quella del cinema, come la definì il critico Ricciotto Canudo. Epoca in cui cominciarono a circolare e poi a diffondersi le immagini, epoca delle grandi guerre e degli scontri ideologici. Una conversazione a tre, Rossana Rossanda, Mariuccia Ciotta, Roberto Silvestri che per molti anni hanno condiviso le pagine del quotidiano Il Manifesto. Confronto, spesso, e scontro, talvolta, di sguardi e biografie diversi. Un volume che per certi versi sembra avere e assumere l’andamento cinematografico, utilizzando la stessa tecnica visiva “della messa a fuoco” di questioni rimaste per molto tempo irrisolte, che riguardano la politica e l’estetica: avanguardie e pop, classici e Nouvelle Vague, autori e generi, studios e divi, vecchia Europa e la magniloquente Hollywood, documentario e fiction fino alla smagnetizzazione dell’immagine analogica.

MATERA, LE RADICI E LA MEMORIA, Francesco Niglio, pag. 157, edizione dei Merangoli, 16 euro.
È il racconto appassionato e, a tratti commosso, di un materano doc, professore di letteratura e scrittore che con questo libro ha regalato un vero e proprio gesto d’amore alla sua città. Matera città dei sassi, Matera capitale della cultura 2019, Matera patrimonio mondiale dell’Unesco. Un bel riscatto verrebbe da dire per una città del profondo Sud che in meno di cento anni è passata dall’essere “la vergogna d’Italia” come la definirono alcuni leader nazionali della politica di allora a vetrina europea e mondiale. I sassi brulicavano di vita e di suoni contadini e artigiani, di richiami familiari e ordini perentori, prima ancora che sorgesse l’alba…
Ha scritto Carlo Levi in Cristo si è fermato a Eboli: Dentro quei buchi neri dalle pareti di terra vedevo i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento erano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Ogni famiglia ha in genere una sola di quelle grotte per abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini, bestie.

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