In una ipotetica lavagna potremmo “spuntare” alcune voci. Tre su tutte: riordino e sblocco dei concorsi riparametrazione e rinnovo contrattuale. Ora è chiaro che se non si può aspirare al consenso di tutti su quanto ottenuto, occorre riconoscere, facendo leva sull’onestà e l’equilibrio doti che caratterizzano molti di noi, che il contesto politico sociale ed economico è tale da indurre a più miti aspirazioni e aspettative.
Ribadiamo che per noi in questa complessa fase, vale il principio di chiedere e ottenere “il quanto ora”. Questo non appaga e ovviamente non sopisce lo spirito rivendicativo del sindacato che non smetterà mai di chiedere sempre più e il meglio per tutti i colleghi.
Ora il nostro impegno sarà finalizzato al confronto sulla parte normativa del contratto, alla distribuzione del finanziamento relativo alla specificità dei trattamenti accessori e al contratto integrativo denominato Fesi.
Le nostre energie saranno convogliate a esigere un welfare snello e efficace ancorché adatto alle esigenze dei colleghi e delle loro famiglie, così come per la non più rinviabile polizza sanitaria e tutela legale.
Ci impegneremo a chiedere interventi mirati al supporto della genitorialità, assistenza disabili, malattie professionali, indennità mirate per il controllo del territorio e per i servizi esterni e ordine pubblico.
Questo e tanto altro ancora mentre il Paese si interroga con ancor preoccupazione e una certa angoscia, sull’efficacia del sistema sicurezza.
I recenti fatti di cronaca stanno acuendo lo smarrimento di un Paese che, nonostante tutto ha ancora il vantaggio di poter contare su Forze dell’ordine che vivono una dimensione democratica, il cui impegno andrebbe valorizzato molto di più e meglio organizzato sul territorio; aspetti fondamentali per ambire alla crescita e allo sviluppo in sicurezza, ma sempre nel rispetto delle libertà costituzionali.
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