Soltanto con seri progetti di integrazione dei migranti si potrà arrivare a garantire la massima sicurezza, anche quella percepita.
Questo il forte messaggio emerso durante il Convegno del Siulp - a cui hanno preso parte diversi esponenti delle Istituzioni cagliaritane - proprio sul tema dell'immigrazione in Sardegna.
Durante i lavori svolti nella sala consiliare del Palazzo Regio a Cagliari sono stati numerosi gli interventi per evidenziare i problemi legati al fenomeno migratorio. Perché a fronte del grande impegno e lavoro delle Forze dell'ordine (in particolare della Polizia con i suoi Uffici preposti a questo compito) la politica non sembra occuparsi dell'immigrazione se non per polemiche, scontri e strumentalizzazioni.
Durante il convegno il segretario regionale del Siulp, Salvatore Deidda, ha raccontato emozioni e sentimenti che un agente vive durante uno sbarco. “Per noi l’immigrazione può essere vista come una ricchezza, se la si intende come integrazione – spiega Salvatore Deidda, – e un’opportunità, se si seguono esempi virtuosi come in altre regioni, come il Friuli”.
Il segretario nazionale, Felice Romano, ha ribadito la necessità di non far ricadere il peso della gestione del fenomeno migratorio sulle Forze dell'ordine “che hanno sempre meno uomini e risorse”. Per questo il segretario provinciale Antonello Pirisi ha evidenziato la necessità di “puntare sui progetti di integrazione” per assicurare una maggiore sicurezza.
Stesso punto toccato dalla consigliera regionale Anna Maria Busia visto che la politica “si è divisa in questa campagna elettorale in chi ha creato terrore ingiustificato e chi ha banalizzato il fenomeno migratorio guarda caso sparito come tema subito dopo le elezioni”.
Il questore di Cagliari, Pierluigi D'Angelo, ha ricordato “il calo degli arrivi nel 2017” e il “forte incremento delle domande per la protezione internazionale” con un super lavoro per le commissioni che in media “respingono il 70% delle richieste”.
Sono invece aumentati gli sbarchi diretti: “Un fenomeno che provoca alcune difficoltà”, ha aggiunto il questore, “e che forse provoca una riduzione ma solo della sicurezza percepita e non reale”.
Stentano a decollare i progetti Sprar (la seconda accoglienza affidata agli Enti locali), “appena dodici attivi” come sottolineato dal prefetto Tiziana Giovanna Costantino. Per questo si dovrebbe lavorare con forza per “un'accoglienza sostenibile” e “diffusa”: le risorse economiche, ha ricordato il Prefetto, “non mancano”.
Sugli sbarchi diretti degli algerini un deterrente forte sarà l'apertura del nuovo centro per i rimpatri a Macomer. Decisivo il lavoro svolto per l'accoglienza e per l'integrazione dalla Chiesa con Caritas (“Un'opera incredibile, insostituibile e preziosa”, ha detto il questore) e associazione Migrantes.
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