Denunciamo l’Amministrazione per la poca chiarezza avuta nelle varie procedure che hanno portato al rinnovo del contratto del Comparto Difesa e Sicurezza. Sembra infatti che l’Amministrazione non manterrà gli impegni presi, non facendo partire gli aumenti stipendiali previsti nel mese di marzo 2018.
Come noto, infatti, l’accordo raggiunto il 25 gennaio scorso ha lasciato in sospeso la contrattazione sulla parte normativa del nuovo contratto. Tuttavia questa è stata una mossa che ha danneggiato le Forze dell’ordine, favorendo invece il governo uscente che ha potuto vantarsi del rinnovo del contratto passando la palla al prossimo Esecutivo per alcuni temi caldi della contrattazione.
L’incontro che si è tenuto giovedì 8 marzo ha dato ufficialmente avvio alla seconda fase della contrattazione per il rinnovo del nuovo CCNL Difesa e Sicurezza, valido per il triennio 2016-2018.
Il problema è che la maggior parte delle norme ancora in discussione dovevano essere già in vigore vista la loro importanza. È inconcepibile, infatti, che ad oggi ci sia ancora da discutere su permessi, tutele e aggregazioni, oltre che dei tempi di pagamento delle spettanze.
Temi sui quali non sarà semplice trovare una soluzione condivisa con i sindacati, ecco perché il governo uscente ha pensato bene di rimandarne la contrattazione a un secondo momento. A questo punto c’è il rischio concreto che la seconda fase della contrattazione vada ad ostacolare le trattative per il nuovo contratto valido per il triennio 2019-2021, del quale si dovrà cominciare a discutere nei prossimi mesi.
Ciò conferma che l’accordo per il rinnovo del contratto non andava “osannato” come hanno fatto alcune organizzazioni sindacali dal momento che il testo presenta talmente tante lacune da non tutelare le Forze dell’Ordine.
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