Sono passati già tre mesi dalla nostra denuncia pubblica sulla chiusura di fatto della Polizia Postale di Cuneo, con un comunicato dal titolo “Siamo rimasti in tre...!”
Denuncia tuttavia non raccolta nè da politici locali nè nazionali (troppo intenti forse più alla definizione delle poltrone a Roma), dato che a oggi non abbiamo idea di che fine farà la Specialità della Polizia Postale e delle Comunicazioni della nostra Provincia.
Da mesi stiamo semplicemente chiedendo di avere chiare indicazioni e rassicurazioni su come salvare le competenze acquisite da una delle nostre migliori Specialità che da sempre è al servizio della tutela dei cittadini nei confronti di sempre più numerosi reati legati al mondo del web: cyber truffe, pedofilia, fino alle reti informatiche a fini terroristici. Il delicato e altamente qualificato compito della Polizia Postale è diretto alla prevenzione e repressione di tali crimini.
Con amarezza prendiamo atto che a oggi dal ministero dell’Interno non riusciamo ad avere chiare indicazioni e rimangono aperte troppe incognite.
E nel silenzio delle Istituzioni, apprendiamo che il signor comandante della Polizia Postale, ufficiale di Pg specializzata nel settore, con corso riservato alla Polizia Postale, dopo oltre 12 anni di onorata attività di prevenzione e controllo sul territorio, viene trasferita a domanda presso la Polizia di Frontiera di Levaldigi, come responsabile della frontiera aeroportuale. Alla collega e amica inviamo i nostri migliori auguri per il nuovo incarico, ma a noi rimane un’immensa amarezza nel vedere “il signor comandante”, che per anni al servizio della collettività, con dedizione si è spesa nella lotta dei crimini on line, andare via nel silenzio e nell’indifferenza generale. Viene meno così l’azione di un brillante investigatore, ma anche di un preparato interlocutore, impegnata nel confronto continuo con genitori, insegnanti, studenti e cittadini della Granda per prevenire delitti legati alla rete Internet.
Ribadiamo ancora una volta che tutto ciò accade mentre al Ministero si moltiplicano le Direzioni generali e si mantengono in piedi Compartimenti, Uffici e Segreterie che sono ormai relegati fuori dalla Storia, ma che hanno la sola funzione di creare “poltrone” per i “generali” i quali, invece di diminuire aumentano!
Quanto detto è l’ennesima conferma del fatto che gli uffici periferici della Polizia di Stato sono ormai poco ascoltati dal Centro e se qualcuno (questori, dirigenti, sindacati) prova a far presente le difficoltà o semplicemente le condizioni in cui si opera in provincia, con i “ranghi” decimati dal mancato “turn over” e dall’età che, nonostante il blocco della legge Fornero, avanza inesorabilmente, viene subito bollato come “disfattista”, “disallineato” e invitato caldamente a “riorganizzare” le attività con le risorse a disposizione.
Il Siulp rinnova con forza l’appello a tutte le forze politiche cuneesi, chiuse in un silenzio assordante in questi anni e soprattutto negli ultimi mesi nonostante le nostre sollecitazioni: ci rivolgiamo al senatore Giorgio Bergesio, al senatore Mino Taricco, al senatore Marco Perosino, all’onorevole Monica Ciaburro, all’onorevole Enrico Costa, all’onorevole Fabiana Dadone, all’onorevole Flavio Gastaldi, all’onorevole Chiara Gribaudo e al Ministro dell’Interno, affinché possa aprirsi un serio dibattito sul tema del ridimensionamento dei presidi territoriali della Polizia di Stato, che sembrano essere gli unici uffici interessati da revisioni di spesa e politica dei tagli, con danni incommensurabili in termini di tutela e sicurezza dei cittadini.
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