Per offrire maggiore sicurezza ai cittadini non servono più armi in giro, che trasformerebbero il nostro Paese in un Far West, ma più poliziotti a presidiare città e paesi, a fare indagini, a prevenire e reprimere reati.
I cittadini devono sapere che gli aumentati carichi di lavoro di un personale man mano sempre più ridottosi nel tempo, e con un'età anagrafica media di circa 47 anni, la più alta d'Europa, sortiscono oggettivi peggiorativi sul versante delle condizioni di vita e di lavoro degli operatori.
Presso gli uffici di Polizia si è oggi costretti a lavorare di più pur essendo sempre di meno. Situazione aggravata dal fatto che ogni situazione emergenziale, che richiede sforzi sempre maggiori, vede le Forze dell'ordine avere un ruolo che, in molti, troppi casi, non gli spetta o che va modificato.
Si pensi all'esagerato baricentro spostato sul personale di Polizia che deve adempiere alle incombenze amministrative quali il rilascio dei permessi di soggiorno e dei passaporti, nonché l'accresciuto impiego di personale sul versante generale dell'ordine pubblico, dove migliaia di operatori vengono quotidianamente impegnati a fronteggiare vecchie e nuove emergenze che anziché essere affrontate strutturalmente si perpetuano nel tempo. Tutto questo senza dimenticare i numerosi tagli a mezzi, tecnologia e apparati che ricadono, anch'essi, sugli stessi operatori.
Serve pertanto un piano serio di reali e non solo enunciati aumenti di organici oltre a quelli già previsti, oggi corrispondenti a circa 3 mila nuove unità annue per la sola Polizia di Stato, finalizzato a invertire il trend negativo degli ultimi 15 anni. In conclusione la dimensione privata dell'offerta, oggi così accresciutasi sul piano nazionale, oltre a non costituire un buon segnale di salute generale, riduce sempre più l'importante ruolo rivestito dalla sicurezza pubblica nel Paese, con una preoccupante compressione per le tutele che riguardano le fasce più deboli e più povere della nostra società.
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