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Luglio/2018 - Panorama sindacale
Notizie Sindacali
Allarme violenza nelle carceri italiane
di Sappe

Altissima tensione in carcere a Padova. Tre poliziotti penitenziari sono stati aggrediti, prima verbalmente e poi fisicamente, da un detenuto nordafricano che li ha assaliti gridando “Allah akbar!”. A darne notizia è Giovanni Vona, Segretario Nazionale per il Triveneto’: "E’ successo che all’interno della Casa di reclusione patavina, un detenuto maghrebino, per ragioni assolutamente sconosciute, ha dapprima cercato di aggredire il personale di Polizia Penitenziaria in servizio nella Sezione detentiva e poi, durante l'accompagnamento dello stesso presso gli ambulatori infermieristici, ha tirato fuori una lametta abilmente occultata e ha cercato di ferire il personale che lo stava accompagnando. Ne è nata una colluttazione. Il detenuto è stato immobilizzato, ma tre poliziotti sono rimasti contusi. Stiamo parlando di un detenuto di circa 45 anni, ristretto per reati di lesioni, resistenza, rapina a mano armata e altro. Ormai non abbiamo più parole per descrivere le criticità delle carceri del Triveneto e le conseguenti pericolose condizioni di lavoro di chi vi lavora, in primis appartenenti alla Polizia Penitenziaria.
“Ogni giorno nelle carceri italiane succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, denuncia Donato Capece, segretario generale Sappe. “Altro che carcere umano e più sicuro, come prometteva il ministro della Giustizia Orlando: le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di chi ha creduto di allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna e in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria”.
Capece, che esprime solidarietà e ha parole di apprezzamento per i poliziotti contusi a Padova, aggiunge: “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Sono oggettivi i numeri riferiti alle colluttazioni e ai ferimenti nelle carceri italiane, riferiti all’anno 2017: le colluttazioni sono state 7.446 e i ferimenti 1.175. Ossia, statisticamente 20 colluttazioni e 3 ferimenti al giorno! Non fanno statistica ma sono reali le aggressioni verbali di quei detenuti che inveiscono, offendono e poi scagliano contro i poliziotti penitenziari le proprie feci, l’urina o la candeggina… E allora è mai possibile che nessuno, al ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria e i suoi appartenenti, per fronteggiare e impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino? Evidentemente le priorità erano e sono altre: come, ad esempio, consentire l’uso della sigaretta elettronica nelle celle o prevedere le ‘doccette’ nei cortili passeggi per dare refrigerio ai detenuti durante i mesi estivi (dimenticandosi per altro, sistematicamente, l’adozione concreta di provvedimenti per il benessere del personale di Polizia Penitenziaria, specie di quello che vive nelle Caserme…)”.

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