Cresce il sospetto che i nostri governanti vivano momenti di confusione con comportamenti che implicherebbero almeno il ritiro della patente. Bonariamente, dei pataca, come direbbero dalle parti di Rimini.
Siamo in presenza di un'evidente emergenza formata da poche semplici parole: legittima difesa e affollamento delle carceri. Ma anziché affrontarle legiferando con efficacia, non importa come, almeno in questa sede, la diatriba si riduce sempre a un chiacchiericcio tra pistoleri e seguaci di San Francesco. Insomma, uno Stato zoppo che invece di pensare agli italiani finisce per dare priorità all'assorbimento di Anas in Ferrovie favorendo i soliti buontemponi che imaginano ora buche lungo i binari.
Questo mentre il Servizio studi del Senato ha pubblicato un lungo saggio sull'“emergenza carceri tra sovraffollamento cronico, condanna Ue e legislazione svuota penitenziari”. E giù numeri sui suicidi in prigione (39 nel 2016), sull'affollamento carcerario nei Paesi del Consiglio d'Europa (Italia agli ultimi posti).
Niente di nuovo, si badi bene: da mesi su queste pagine Federico Olivo sta descrivendo questa odissea che si potrebbe riassumere in poche parole: l'Italia ha piegato la propria legislazione al sovraffollamento degli istituti di pena. Troppi detenuti?, scrive il Servizio studi del Senato ed ecco che si approvano “interventi di natura normativa finalizzata a diminuire i flussi d'ingresso in carcere e a potenziare l'esecuzione penale esterna”, i domiciliari per intenderci.
Amministrazione immobile? Non proprio. Il Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) di fronte a questo sfacelo ha deciso di ricorrere al maquillage e ha pubblicato una circolare (a pagina 20 il testo integrale) che introduce il bon-ton lessicale: la “cella” diventa “camera di pernottamento” e il povero agente penitenziario si trasforma in “assistente alla persona” cioè al detenuto. Quasi un valletto.
Follie di primavera.
Questo numero di Polizia e Democrazia non dimentica naturalmente gli amici Forestali militarizzati a forza da chi si è sempre professato paladino dei diritti civili. Per dare equilibrio alla nostra informazione pubblichiamo questo mese il parere argomentato del Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette che ha sottolineato come l’assorbimento implicherà risparmi preventivati di 7,2 milioni di euro per il 2017 e di 12,2 milioni a partire dal 2018.
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