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Aprile-Maggio/2019 - Panorama sindacale
Equilibrio Sicurezza
Sicurezza, un tema troppo spesso ignorato
di Ugo Vandelli Segr. gen. reg. Emilia Romagna

La sicurezza, arma politica da “agitare” in particolare prima delle competizioni elettorali, non ferma l’impegno costante del sindacato di Polizia Equilibrio Sicurezza. Raggiunto l’obiettivo comune che realtà e percezione coincidono - archiviata l’espressione istituzionale “isola felice” sostituita recentemente dal termine “reati bagatellari” - è indispensabile porre in essere tutti gli interventi possibili per contrastare una criminalità locale sempre più spregiudicata.
Come sappiamo il predatore ha assunto una forma più offensiva rispetto al passato, agisce in maniera professionale, conosce abitudini e persone che vivono nel territorio e proprio per questo va combattuto utilizzando tutti i mezzi che la legge può offrire come deterrente.
Obiettivi: partiamo dalla video sorveglianza (28 telecamere installate nel 2018 in zona Stazione e 130 da installare nel 2019 rispetto alle 450 previste per il 2020); controllo di vicinato (ancora non riesce a decollare nel nostro comune); chat di quartiere (attivate solo da cittadini organizzati); decreto sicurezza e legittima difesa... Va evidenziato che la mancata presentazione della denuncia alle forze dell’ordine - da parte di chi ha subìto un reato - fornisce una fotografia distorta della reale situazione locale nelle statistiche nazionali e di conseguenza annulla gli “eventuali” interventi da parte dei ministeri interessati (in primis nell’assegnazione di personale).
È indispensabile per Cesena, città con una estesa periferia e diversi obiettivi sensibili, rivedere la pianta organica del commissariato di pubblica sicurezza (ferma al 1989), che attualmente dispone di un organico di circa 80 unità rispetto a quelle previste nel rapporto ministeriale di 1 ogni 1000 abitanti. Così come non vi è equilibrio tra l’organico in forza alla questura di Forlì e quello presente al commissariato di Cesena. In alternativa, in mancanza di rinforzi consistenti, occorre dare vita ad un reale coordinamento e semplificazione - mai decollato - tra le forze dell’ordine (legge 121/81), coinvolgendo maggiormente la polizia municipale (anche nelle ore notturne) nel controllo del territorio. Forse in questo modo si riuscirà a fermare l’escalation di furti, vetrine spaccate e danneggiamenti che ogni giorno mettono a dura prova la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Non per ultimo licenziare quei provvedimenti legislativi dai quali dipende la certezza della pena. Tema, questo, che sta a cuore ad ogni persona onesta, così come agli operatori di polizia, stanchi di vedere chi delinque a piede libero subito dopo avere commesso un reato. Purtroppo, grazie a una lunga serie di benefici che i legislatori hanno concesso negli anni ai responsabili di malefatte, le sbarre, che in passato servivano a non fare circolare liberamente i delinquenti, ora servono a tenere rinchiusi i cittadini onesti nelle proprie abitazioni.
Solo insieme si può alzare il livello di allerta e di conseguenza di sicurezza. L’intento delle forze di polizia è quello di ricreare quel senso di comunità che è venuto meno, a partire dalla conoscenza diretta del vicinato. Ma anche questo non basta, perché a volte la “paura” finisce per peggiorare la cosiddetta percezione della sicurezza.

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