Ipunti di riferimento. Sono loro a mancare. Ci meravigliamo se un cecchino israeliano esulta dopo aver abbattuto un palestinese, come non sapessimo che un cecchino è un killer col patentino. Oppure dimentichiamo che film e videogiochi replicano all'infinito comportamenti violenti finendo per manipolare menti che, di fronte a qualsiasi accadimento, assolvono ogni miseria umana. Tra realtà e finzione i confini si fanno sempre più labili. Pericoloso? Certo, però anche noi che ci riteniamo ben ancorati al reale finiamo sempre più spesso per affidare la nostra vita a strumenti che ci possono massificare oltre che allontanare dalla percezione dell'oggettività. Sui pericoli connessi alla nostra voglia di affidare a Twitter, Facebook e compagnia cantante troppe notizie che parlano di noi si sofferma in questo numero della rivista Lorenzo Baldarelli offrendo tagli di lettura non convenzionali. In Cina s’avanza la Polizia del pensiero e nell’economia occidentale si prevede che nel giro di dieci anni scomparirà il 5% delle attuali occupazioni. Ma non è solo questo delirio digitale a doverci tenere in ansia. Prendiamo a esempio i navigatori presenti in ogni moderno telefono. Bene, stiamo dimenticando l'uso della "vecchia" carta stradale, del fermarsi a chiedere informazioni al passante che ci sfiora. Affidiamo i nostri viaggi, la nostra vita in definitiva, a un formidabile aggeggio che cancellerà, generazione dopo generazione, la capacità di orientamento. Facile dire che il navigatore semplifica la vita ma dove finiscono tutte quelle informazioni di carattere storico, architettonico, culturale insomma, che è possibile trovare sulla Guida rossa del Touring? Sparite, cancellate, evaporate in una lista di ristoranti, stazioni di servizio, alberghi, banche. Tutto quello che in fondo ci è solo parzialmente utile.
Tocca ritrovare la bussola del nonno da affiancare all'app del telefonino. Occorre riprendere in mano il sestante della nostra vita, la livella che aiuta a comprendere se una linea è diritta o sghemba. Ossia, se fa al caso nostro o se soddisfa gli interessi altrui. Resta da capire se i Credenti nel dio digitale trionferanno, se l’oltreuomo tecnologico costringerà tutti noi a diventare asociali nei social.
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