Il fermo di un veronese in stato di ebbrezza ha scatenato un grosso caso mediatico. La Questura: «I colleghi hanno agito in modo ineccepibile»
Nelle scorse settimane ha fatto discutere l’arresto di un cittadino veronese, in evidente stato di ebbrezza, arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Un episodio come tanti, ordinaria amministrazione per le Forze di Polizia del nostro Paese. Eppure è bastato un semplice video amatoriale, pubblicato sul sito web di Repubblica, per scatenare le polemiche riguardo soprattutto le “modalità” con cui gli agenti hanno portato a termine il loro intervento. Il tutto, ovviamente, amplificato dai media sulla scia della più clamorosa vicenda, avvenuta lo scorso maggio, in cui il cittadino afroamericano George Floyd ha perso la vita per soffocamento in seguito ad una violenta e sconsiderata condotta dei quattro poliziotti del Dipartimento di Minneapolis.
«Questa vicenda non c'entra assolutamente nulla con i casi di violenza negli Stati Uniti. L'uomo non è mai stato bloccato al collo, ma alle mani e ai piedi per evitare che aggredisse gli agenti, e che si facesse del male con atti di autolesionismo» ha risposto prontamente il segretario provinciale del Siulp, Davide Battisti, in seguito all’accaduto. L’elemento in comune tra la tragedia di Minneapolis e il fermo avvenuto nel quartiere periferico di Borgo Nuovo si basa soprattutto sulla pubblicazione di un video, realizzato da un testimone oculare che ha scelto di rimanere nell’anonimato.
Nel caso Floyd, però, le terribili immagini rimbalzate sul web hanno avuto un peso determinante e, di fatto, hanno messo in piena luce le responsabilità degli agenti statunitensi; al contrario, nel caso del video di Verona, la dinamica dei fatti non emerge in maniera pienamente chiara, lasciando conseguentemente spazio alle polemiche.
«I colleghi hanno agito in modo ineccepibile, applicando i moduli previsti dal nostro Dipartimento» ha dichiarato ancora Battisti, respingendo totalmente le accuse di violenza e di abuso da parte degli agenti intervenuti sul posto. Concetto ribadito anche dai portavoce della Questura: «Nessun abuso e nessuna violenza, gli operatori si sono comportati in modo corretto e ineccepibile».
Riprendendo il comunicato reso pubblico dalla Questura «alla richiesta degli operatori di mostrare un documento, l’uomo si è rifiutato, ed anzi ha iniziato a inveire contro i poliziotti intervenuti. La situazione si è scaldata fino al punto che l’uomo ha aggredito fisicamente gli agenti, tentando addirittura, spalleggiato da altri due avventori, di sottrarre loro le manette di sicurezza». Per il quarantaseienne veronese, che secondo quanto riportato dall’edizione veneta del Corriere della Sera non sarebbe nuovo a queste «intemperanze verso le forze dell’ordine», è seguita la convalida dell’arresto e la fissazione dell’udienza per il mese di dicembre.
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