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Ottobre-Novembre/2008 - Laboratorio
Malattie professionali in aumento
di Massimiliano Valdannini

I l 22 luglio scorso è entrato in vigore il D. m. 9/4/08 riguardante le “Nuove tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura”. Il testo entrato in vigore moodifica ed integra le tabelle precedenti, risalenti al 1994, frutto delle nuove conoscenze scientifiche, mettendosi così in linea con le normative europee. Nel decreto sono state elencate patologie molto diffuse quali l’ernia discale o quella da sovraccarico biomeccanico degli arti (tendiniti, sindrome del tunnel carpale, meniscopatie ed altre), che sino ad oggi ne risultavano escluse. L’inserimento delle nuove malattie professionali dà diritto al lavoratore al riconoscimento dell’indennizzo senza dover provare l’origine professionale della patologia.
Da oggi, una volta accertata la malattia e l’impiego non sporadico alla mansione collegata alla patologia rappresentata in tabella, viene stabilita la presunzione legale dell’origine da lavoro. In questo caso sarà poi l’Inail a dimostrare che la patologia ha avuto un’origine al di fuori dell’attività consueta. Per tutte le patologie non elencate rimane sempre a carico del lavoratore comprovare il nesso di causalità con l’attività svolta.
I lavoratori dell’industria e dell’agricoltura, addetti a mansioni pesanti per le quali viene richiesto uno sforzo fisico per lo spostamento manuale dei carichi, o che siano impegnati nella guida di autocarri, trattori o altri mezzi, possono richiedere indennizzi per dolori alle spalle o alla schiena. La nuova normativa ha altresì ampliato il numero delle lavorazioni che causano la sordità da rumore.
Quella che può definirsi una novità all’interno del nuovo impianto legislativo è la previsione di una “voce aperta”, che oltre a riconoscere le patologie elencate, permetterà al lavoratore di avvalersene affiancando alla patologia principale anche altri eventi collaterali classificabili come “altre malattie causate dall’esposizione professionale a...” che, di fatto, consentirà al dipendente di farsi riconoscere altre patologie non elencate ma che sostanzialmente possono essere riconducibili al fattore nocivo presente nella nuova tabella. L’Inail ha reso noto che le malattie professionali sono in netta crescita aumentandone la percentuale per il 2007 rispetto al 2006 di un + 7%, mentre quelle indennizzabili tendono a diminuire notevolmente. Grazie a questa nuova norma potranno aumentare i fattori indennizzabili a favore dei lavoratori.
Il D. m. in questione sana e pone una norma di salvaguardia a favore del settore dell’industria e dell’agricoltura, lasciando fuori, però, una buona fetta di altri lavoratori dipendenti che vedono giorno dopo giorno diminuire le loro tutele.
Valutando i nuovi aspetti introdotti normativamente, sarebbero sicuramente applicabili anche ad altri lavoratori, quali quelli, ad esempio, del settore sicurezza. Quanti appartenenti alle Forze dell’ordine conducono la loro attività lavorativa a bordo delle Volanti, delle auto e furgoni blindati, dei camion, delle motociclette, del “gatto delle nevi”, manzioni per le quali sono prevedibili dolori alla schiena, alle spalle, con evidenti sollecitazioni muscoloscheletriche e dell’apparato locomotore?
Cosa dire di attività che potrebbero essere causa o concausa di danno all’apparato uditivo, quali la conduzione, la riparazione e manutenzione di elicotteri, aerei e natanti, l’impiego nei poligoni di tiro, nei centri di ascolti e nei centralini?
Per tutti questi lavoratori non è prevista alcuna tabella con l’indicazione delle malattie professionali riconoscibili, tantomeno è prevista la cosiddetta “voce aperta” per farsi riconoscere patologie collegate all’evento principale. In quest’ultimo caso rimane sempre a carico del dipendente provare il nesso di causalità dell’evento da farsi riconoscere e quindi da indennizzare. Anche per questo specifico settore lavorativo la percentuale degli eventi professionali è in netto aumento, ma non esistendo alcuna tabella relativa alle malattie professionali risulterà molto difficile appellarsi.
Sarebbe chiedere troppo che il recente D. m. fosse esteso a tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore privato e di quello pubblico?

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