Video Interrogatori sono un passo in avanti eccezionale rispetto ai verbali tradizionali, ma richiedono la giusta strumentazione, preparazione e gestione.

L’opinione di Martino Jerian, Amministratore Unico e Fondatore di Amped Software.

Trieste, 22 marzo 2023 

Con la riforma voluta dal già Ministro Cartabia si assiste a un chiaro cambio di passo: la sostituzione del materiale testuale con il materiale video per gli interrogatori. Il vantaggio delle riprese visive è eclatante, la testimonianza appare più completa agli occhi dell’inquirente e può garantire maggior trasparenza in ambedue le parti nell’ambito di un procedimento giudiziario. Tuttavia, bisogna tener presente che non basta un semplice smartphone, magari ad uso privato, per realizzare un interrogatorio video. “E’ fondamentale comprendere che il materiale audiovisivo va acquisito con strumentazione adeguata e il personale va formato sul procedimento tecnico per effettuare le registrazioni in maniera corretta. Inoltre, bisogna mantenere la catena di custodia necessaria per garantire l’integrità, l’autenticità e la conservazione appropriata di ciò che spesso diventerà elemento probatorio.” afferma Martino Jerian, CEO di Amped Software.

Dall’inquadratura, all’audio, alla trascrizione, sino all’analisi delle reazioni dell’indagato, tanti, secondo Jerian, sono gli elementi di cui tener conto per realizzare un interrogatorio efficace e quanto più possibile scevro da pre condizionamenti, durante i dibattimenti in tribunale: ricordiamo che il video può avere un impatto emotivo nettamente maggiore della lettura di un verbale, e questo aspetto, se non opportunamente gestito, può condizionare l’interpretazione del caso. Quando si introduce una nuova procedura, il primo passo dovrebbe essere la formazione, sia dal punto di vista tecnico, che nella gestione dei fattori umani.  A questo punto, sarebbe fondamentale – oltre a impiegare strumenti adeguati allo scopo –  dotare gli inquirenti di un flusso di lavoro specifico e condiviso cui attenersi. Il video talvolta viene sottovalutato: si pensa di premere “play” e che ciò sia sufficiente per comprenderne tutti gli aspetti, andrebbe invece considerato con lo stesso rigore e attenzione delle fonti di prova più tradizionali come DNA e impronte digitali.