L’apparato repressivo contro la criminalità ambientale nel nostro Paese oggi non manca. Le sanzioni penali per chi inquina l’ambiente, brucia i rifiuti o ne gestisce abusivamente ingenti quantitativi sono severe. Tuttavia, nella Terra dei fuochi la realizzazione di discariche abusive non è mai cessata e le persone continuano ad ammalarsi e morire a causa dei roghi di rifiuti
Campania “felix”
L’espressione Terra dei fuochi fu utilizzata per la prima volta da Legambiente nel Rapporto Ecomafia del 2003 per riferirsi alle zone della regione Campania nelle quali erano particolarmente diffuse le pratiche illegali di abbandono, sotterramento e combustione di rifiuti, anche pericolosi, provenienti da tutta Italia. Ma fu a seguito della pubblicazione nel 2006 del libro “Gomorra” dello scrittore Roberto Saviano che tale termine divenne di dominio pubblico.
La Terra dei fuochi si è progressivamente estesa ed oggi ricomprende il territorio di novanta Comuni della parte nord-est della provincia di Napoli e della parte nord-ovest della provincia di Caserta. Si tratta di una vasta area, abitata da quasi tre milioni di persone, molte delle quali risiedono spesso a poche centinaia di metri dalle discariche abusive e dai siti contaminati dai rifiuti e dalle sostanze tossiche emesse dai roghi illegali.
Il rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato il 13 luglio 2022 e relativo alle implicazioni sui diritti umani della gestione di sostanze e rifiuti pericolosi, ha stimato che negli ultimi vent’anni imprenditori senza scrupoli, organizzazioni criminali e di stampo mafioso abbiano abbandonato oltre dieci tonnellate di rifiuti nella Terra dei fuochi. Da alcune ricerche è emerso come nelle zone maggiormente contaminate delle province di Napoli e Caserta, vi sia, rispetto al resto del Paese, una percentuale più elevata di tumori, leucemie, patologie all’apparato respiratorio e malformazioni nei feti.
L’impatto dei reiterati comportamenti illegali sulle matrici ambientali (aria, acqua, suolo e sottosuolo) e sulla salute delle persone è stato ancora più grave per il fatto che gran parte del territorio, che Plinio il Vecchio definì Campania felix, è destinato alla agricoltura. Molti territori contaminati, senza……
di Ivan Salvadori – Università di Verona